DIAMANTE
MANDARINO ANOMALO
Diamante
mandarinoAnomalo
Il
soggetto in questione era stato ottenuto da un GRIGIO
PETTO NERO/DORSO CHIARO × GRIGIO DORSO
CHIARO/PETTO NERO, quindi si era effettuato
un accoppiamento tra un soggetto maschio che
manifestava il fenotipo petto
nero ed eterozigote per il
fattore recessivo e legato al sesso dorso
chiaro, ed una femmina dorso chiaro eterozigote
per il fattore recessivo autosomico petto
nero.
Ora
che conosciamo le caratteristiche genotipiche
dei genitori dell'animale osserviamo che
caratteristiche fenotipiche che presentava il
loro novello.
Il
mandarino era di sesso maschile, ed al termine
della prima muta presentava una livrea simile ma
non uguale a quella di un grigio petto nero.
La prima cosa che si notava (e che potete
notare osservando la fotografia), é che
l'eumelanina nera era decisamente distribuita in
grandi quantità debordando disordinatamente
dalle normali zone in cui essa dovrebbe essere
situata. Ora, nel petto nero la linea
dell'occhio, che risalta nel mandarino
ancestrale, dovrebbe scomparire lasciando spazio
al bianco che, invece che essere tra la linea
dell'occhio e la linea del becco, é tra la
linea del becco e la guancia (perché la
linea dell'occhio é inibita in tale mutazione).
Il soggetto in questione presentava però questa
zona completamente nera,
con sole alcune tracce di piumaggio bianco. Tale
distribuzione di pigmenti eumelaninici, appariva
del tutto simile a quella di un mandarino FACCIA
NERA, ma tale ipotesi, proposta da molti, é
stata con sicurezza scartata per un motivo molto
semplice. Il fattore dominante autosomico faccia
nera essendo appunto dominante,
non può comparire dal nulla, non possono
quindi esistere soggetti portatori per un
fattore dominante (affermare il
contrario, geneticamente parlando, equivale ad
una bestemmia); se nessuno dei due genitori
presentava il fenotipo faccia nera com'era
possibile che il novello fosse appartenente a
tale mutazione? Almeno uno dei due genitori,
avrebbe in tale caso dovuto manifestare il
fenotipo relativo a tale carattere. Qualcuno mi
potrebbe dire che nel novello possa essere
comparsa una mutazione che abbia modificato
l'allele ancestrale in allele mutato per il fattore
faccia nera (quindi una vera e propria nuova
mutazione). Ciò é in verità molto
difficile da verificarsi (la frequenza di una
generica mutazione é di un soggetto mutato ogni
diecimila soggetti ancestrali, quindi la
frequenza di quella specifica
mutazione dovrebbe essere ancora più bassa),
ed é stata, come ipotesi del nostro caso,
scartata, perché, come vedremo dopo, il
soggetto "mutato", alla fine
della seconda muta ha cambiato notevolmente
livrea. Oltre a questo le caratteristiche
peculiari del faccia nera non erano
visibili nella loro tipicità
Oltre
a questo problema della linea dell'occhio si
notava una distribuzione diffusa ed omogenea di
eumelanina in tutta la parte che nel mandarino
ancestrale va dalla barra pettorale
all'attaccatura del becco; solo qualche piumetta
bianca (tre o quattro) si
potevano notare sulla gola. Tale caratteristica,
anche in un petto nero di ottima qualità,
é attualmente molto difficile da apprezzare. La
maggior parte dei petto nero presenta la gola
non nera, ma decisamente screziata di bianco.
Possibile che da un padre petto nero che non era
ceto un campione in campo di barre pettorali,
sia nato un soggetto dalle caratteristiche così
eccelse? Un po’ di fortuna va bene, ma così
tanta sarebbe addirittura noiosa. La risposta
nel mio caso é "purtroppo" stata
NO. Il mandarino, che presentava anche il
sottocoda barrato come il sopraccoda,
screziature eumelaniche sul ventre, sul
piumaggio vicino alle due dita delle ali e sul
calzone, dopo la seconda muta si é "trasformato"
un discreto grigio petto nero,
acquisendo quindi TUTTE le caratteristiche dello
standard di tale mutazione.
Quindi
il soggetto non era, né un soggetto mutato e
nemmeno un PETTO NERO FACCIA NERA. Il soggetto
presentava solamente delle temporanee anomalie
di piumaggio, che, da quello che ho potuto
ascoltare sono dovute o ad una cattiva
alimentazione o all’umidità. Il caso vuole
che quell'animale avesse avuto alcuni problemi
durante lo svezzamento, problemi che
avrebbero potuto influire sulla sua attività
metabolica. L'animale era inoltre in una voliera
all'aperto, e quindi soggetto alle variazioni di
temperatura e di umidità.
Potendo
trattarsi di un fenomeno di melanismo
provvisorio, quasi sicuramente era stata
coinvolta la ghiandola guida di tutto il sistema
endocrino dell’organismo, a sua volta
controllata dall’ipotalamo che
secerne i fattori rilascianti che hanno
il compito di stimolare la secrezione delle
tropine. Questa ghiandola è l’IPOFISI e
più precisamente la pars intermedia che
secerne l’ormone stimolante dei melanociti,
il melanotropo (MSH). Ovviamente,
molto probabilmente, lo squilibrio colpiva tutta
la ghiandola, provocando altri fattori negativi
riscontrati dal sottoscritto e da altri
allevatori in altri casi di melanismo
temporaneo, e cioè abulia, difficoltà del
movimento con paralisi parziale (subita dal
soggetto in questione) o totale, provvisoria
o permanente agli arti superiori ed inferiori,
convulsioni (soprattutto dopo un notevole
stress come quello della cattura)…
Una
cosa che mi ha colpito di tale soggetto é stata
la barratura, incredibilmente simile al disegno
del sopraccoda, che esso presentava prima della
muta anche sul sottocoda, come se il gene petto
nero in particolari condizioni ambientali,
potesse "estendere" la sua
capacità di espressione fenotipica anche in
zone che non gli competono (in modo analogo
al comportamento dei geni
che, a seconda delle condizioni climatiche
regolano la distribuzione del colore nero nel
gatto siamese e nel coniglio hymalaiano nelle
parti più fredde del loro corpo, dato che il
nero assorbe calore e tende a non cederlo).
E’
da sottolineare che tale uccellino ha avuto
difficoltà di svezzamento legate
all'alimentazione e probabilmente all'ambiente.
Quindi,
come ultimo quesito ci si potrebbe chiedere se
tale "inscurimento" del
piumaggio di animali malnutriti, non abbia una
funzione ben precisa, come per esempio quella
mimetica, dato che tali soggetti sono
tendenzialmente più deboli, o sia solo un
errore metabolico che porta alla morte dei
soggetti allo stato selvatico.
Una
cosa é sicura; questo Diamante mandarino mi ha
fatto sognare che una mutazione fosse comparsa
nel mio modesto allevamento, ma si sa, il nostro
hobby a volte ci regala anche delusioni e "bastonate",
ma é proprio da queste cose che si impara.
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