UDC GIOVANI RIBERA (AG)

 

Chi (e dove) siamo

Cosa vogliamo

I nostri ideali

I big del nostro partito 

I nostri rappresentanti nazionali

 

l coordinatore 
Matteo Orlando

Il senatore 
Giuseppe Ruvolo

Il consigliere provinciale Carmelo Pace

Libri 

Links utili

 

Ci rendiamo conto sempre di più, che c’è bisogno di un impegno concreto dei giovani nella vita politica italiana ed europea.

Nasce da questa esigenza un movimento fatto dai giovani per i giovani, che ci consenta tutti insieme di costruire, ognuno nella propria realtà locale , un nuovo modo di fare politica, una politica di centro.
Vogliamo dunque sensibilizzare i giovani alla politica e li vogliamo coinvolgere, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei mezzi di comunicazione, nelle scelte decisive per il futuro del Paese.
Vogliamo rappresentare le nostre istanze nella vita delle istituzioni, nel dibattito e nel dialogo tra le diverse realtà sociali e le diverse culture presenti sul territorio.
Desideriamo inoltre costruire una società che ponga al centro di sé la Persona ed in particolare i giovani, quali capitale irrinunciabile ed inestimabile per il futuro globale.
Aspiriamo ad una politica di tutti ma soprattutto ad una politica per tutti.
Crediamo nel federalismo e nella concertazione, volendo promuovere un progetto di società fondato sui principi dell’economia sociale di mercato, l’unica in grado di conciliare dinamismo economico e solidarietà sociale.
Noi giovani desideriamo essere protagonisti di una nuova stagione politica del Paese e pertanto, a nostro avviso la politica deve garantire:



- la centralità della Persona rispetto all’economia.
- il rispetto della Vita.
- la Pace come soluzione primaria alle controversie internazionali.
- Il sostegno alla Famiglia
- una maggiore equità sociale.
- la possibilità per tutti di accedere a livelli irrinunciabili di Istruzione e Cultura.
- la Lotta contro ogni forma di esclusione e discriminazione delle persone.
- il rispetto dell’Ambiente.
- un’Ospitalità degli immigrati generosa ma esigente.

 

Ci batteremo per far crescere il valore della politica moderata all'interno della Casa delle libertà, una grande alleanza di centro-destra a cui contribuiamo in modo decisivo.
Siamo in prima fìla contro ribaltoni e trasformismi, convinti che il dovere di fedeltà al mandato ricevuto dagli elettori è la prima regola di una politica lineare e trasparente di centro. Noi siamo quei Democratici di Centro che credono al modello europeo che vedono i moderati alternativi alla sinistra, sia essa socialdemocratica o ulivista. 
Siamo quei Democratici di Centro che si oppongono all'egemonia della sinistra e alla disinvoltura e al trasformismo che ne hanno consentito la nascita. È questa la parte migliore di quella tradizione democratica cristiana da cui proviene il Udc. 
Ma l' Udc non è un partito nostalgico ed è aperto a chi proviene da altre esperienze purché si batta per i nostri valori con tutta la forza della nostra coerenza. Siamo convinti che essi risulteranno decisivi per imprimere una svolta alla politica del nostro paese e riportare i moderati alla guida di una nuova Italia. 
Voltare pagina si deve, e si può, con l' Udc.

 

 

 La nostra politica estera

In una fase così delicata nel contesto delle relazioni internazionali, riteniamo quanto mai attuale l’ispirarci a quegli stessi valori e principi che stanno all’origine della costruzione europea e che hanno guidato l’azione dei suoi padri fondatori, a partire dall’iniziativa dei partiti popolari di De Gasperi, Adenauer e Schuman. Sono quegli stessi valori di europeismo, di solidarietà sociale tra i popoli, di cooperazione e sostegno internazionale che hanno mosso le strategie dei partiti d’ispirazione cristiana e di vocazione liberal-democratica che oggi in Europa sono confluiti nell’esperienza dello schieramento popolare europeo. Siamo dunque fermamente convinti che la politica estera del nostro Paese debba orientarsi rispettivamente verso due poli differenti ma al tempo stesso convergenti; da un lato, forte dell’inestimabile contributo politico-culturale donato alla causa europeista, l’Italia non soltanto rappresenta una delle quattro pietre angolari dell’edificio europeo, ma deve anche possedere la consapevolezza di quel ruolo di vera e propria porta tra il Nordafrica, il Medioriente e l’Europa; un ruolo di protagonista nonché di collante, dell’intera area mediterranea che da più di duemila anni occupa. Allo stesso tempo riteniamo sia fondamentale il rafforzarci continuamente su un piano globale al fianco dei partner Nato e non solo, contribuendo all’ulteriore allargamento della coalizione mondiale antiterrorismo, e sviluppando comunemente non soltanto indirizzi generali bensì anche misure concrete, idonee a debellare il terrorismo internazionale Riguardo a ciò un passo importante è stato il recepimento della risoluzione Onu 1390/2002 con la quale il nostro Paese ha potenziato con estrema tempestività le già robuste misure antiterrorismo, prevedendo “il congelamento di capitali ed altre attività finanziarie o risorse economiche delle persone che commettono o cercano di commettere atti terroristici, che partecipano alla loro esecuzione o che la facilitano”. Per la lotta al terrorismo internazionale vera e propria piaga dell’inizio di questo nuovo Millennio, condividiamo la fermezza con la quale il nostro Pese ha reagito, creando conseguentemente nuove strutture “ad hoc”, come il comitato di Sicurezza Finanziaria, presso il Ministero dell’Economia per la lotta al finanziamento illegale al terrorismo,ed il Coordinamento internazionale antiterrorismo, presso il Ministero degli Affari Esteri.  A nostro avviso questi sono stati passi importanti ma molto deve essere ancora fatto, come ad esempio destinare l’1,8% del Pil al Ministero della Difesa (suggerimento per altro richiesto al Governo dal Ministro della Difesa), nonché potenziare i servizi d’intelligence in senso di risorse umane e tecnologiche, rivedendo anche l’iter di reclutamento e di addestramento del personale destinato alle operazioni soprattutto sul piano internazionale; fondamentale risulterebbe inoltre un’ancor più stretta collaborazione con i servizi d’informazione degli altri Paesi facenti parte della coalizione mondiale antiterrorismo. Analizzando e ripercorrendo il sentiero della nostra politica estera, non possiamo di certo dimenticare come i mutamenti internazionali dell’ultimo decennio abbiano collocato i diritti umani e la spinta verso la democratizzazione al centro delle relazioni internazionali; a ragion di ciò, ribadiamo quanto mai la nostra vicinanza all’operato del Governo nella recente riforma del Ministero degli Esteri, nell’ambito della quale è stata confermata la centralità dei diritti umani nella politica estera italiana prevedendo per la prima volta una “Direzione Generale Affari Politici Multilaterali e Diritti Umani” e la creazione conseguente di un apposito Ufficio. Alla luce di ciò l’Italia che è attivamente impegnata per la tutela internazionale dei Diritti Umani, ha svolto un ruolo di primissimo piano nella lotta alla pena di morte e nell’approvazione a Roma dello Statuto della Corte Penale Internazionale, la quale una volta in vigore, sarà il fulcro di un sistema di legalità internazionale contro i più atroci crimini contro l’umanità. Crediamo che il ruolo del nostro Paese debba assumere sempre più una connotazione di sensibilizzazione, informazione e difesa di quel patrimonio assoluto dell’intera umanità quali sono i Diritti Umani, frutto delle lotte e del sangue dei nostri padri, e dei nostri nonni; tale azione non deve essere esclusivamente promossa in sede comunitaria o di rapporti internazionali tra Stati, bensì deve essere soprattutto sviluppata in sinergia con le Organizzazioni Non-Governative. Altro tema a noi particolarmente caro ed al quale non possiamo non dedicare qualche parola, riguarda la non proliferazione ed il suo diretto corollario che è il disarmo nucleare. L’esigenza di accelerare tale processo è divenuta ancor più impellente dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre, soprattutto dobbiamo concentrare i nostri sforzi affinché possano aderire al Trattato di Non Proliferazione già sottoscritto da ben 187 Stati anche Israele, Cuba, India e Pakistan. Parallelamente a ciò, di vitale importanza risulta sempre di più essere la lotta al traffico illecito di materiali nucleari, a nostro avviso da condurre rispettivamente verso due sentieri; da un lato tramite il potenziamento già accennato dei servizi di intelligence al fine di stanare i cosiddetti “supermercati per terroristi” dove sono facilmente acquistabili testate nucleari e materiali contingenti provenienti principalmente dagli arsenali sovietici, e secondariamente applicando un ferreo rafforzamento delle salvaguardie Aiea. Adesso desideriamo rivolgere uno sguardo alla politica estera giovanile che crediamo sempre più decisiva al fine di innestare quel processo di integrazione culturale europea che proprio dai giovani deve partire, un processo senza il quale la costruzione europea non potrà fare altro che implodere.
Pertanto diviene necessario istituire progetti e scambi non soltanto nella realtà lavorativa e formativa quanto nel settore politico, promuovendo contatti sempre più frequenti tra i movimenti giovanili dei partiti d’ispirazione democristiana protagonisti della scommessa europea fin dall’inizio. Altrettanto fondamentale appare l’istituzione di un osservatorio internazionale sul processo d’integrazione europea tra i giovani e sulla globalizzazione affinché diventi un vero e proprio passaggio graduale e progressivo verso un reale benessere per questo nostro piccolo, grande pianeta.

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