UDC GIOVANI RIBERA (AG)
Ci rendiamo conto sempre di più, che c’è bisogno di un impegno concreto dei giovani nella vita politica italiana ed europea.
Nasce da questa esigenza un movimento
fatto dai giovani per i giovani, che ci consenta tutti insieme di costruire,
ognuno nella propria realtà locale , un nuovo modo di fare politica, una
politica di centro.
Vogliamo dunque sensibilizzare i giovani alla politica e li vogliamo
coinvolgere, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei mezzi di
comunicazione, nelle scelte decisive per il futuro del Paese.
Vogliamo rappresentare le nostre istanze nella vita delle istituzioni, nel
dibattito e nel dialogo tra le diverse realtà sociali e le diverse culture
presenti sul territorio.
Desideriamo inoltre costruire una società che ponga al centro di sé la Persona
ed in particolare i giovani, quali capitale irrinunciabile ed inestimabile per
il futuro globale.
Aspiriamo ad una politica di tutti ma soprattutto ad una politica per tutti.
Crediamo nel federalismo e nella concertazione, volendo promuovere un progetto
di società fondato sui principi dell’economia sociale di mercato, l’unica in
grado di conciliare dinamismo economico e solidarietà sociale.
Noi giovani desideriamo essere protagonisti di una nuova stagione politica del
Paese e pertanto, a nostro avviso la politica deve garantire:
- la centralità della
Persona rispetto all’economia.
- il rispetto della Vita.
- la Pace come soluzione primaria alle controversie internazionali.
- Il sostegno alla Famiglia
- una maggiore equità sociale.
- la possibilità per tutti di accedere a livelli irrinunciabili di Istruzione e
Cultura.
- la Lotta contro ogni forma di esclusione e discriminazione delle persone.
- il rispetto dell’Ambiente.
- un’Ospitalità degli immigrati generosa ma esigente.
Ci batteremo per far crescere il valore
della politica moderata all'interno della Casa delle libertà, una grande
alleanza di centro-destra a cui contribuiamo in modo decisivo.
Siamo in prima fìla contro ribaltoni e trasformismi, convinti che il dovere di
fedeltà al mandato ricevuto dagli elettori è la prima regola di una politica
lineare e trasparente di centro. Noi siamo quei Democratici di Centro che
credono al modello europeo che vedono i moderati alternativi alla sinistra, sia
essa socialdemocratica o ulivista.
Siamo quei Democratici di Centro che si oppongono all'egemonia della sinistra e
alla disinvoltura e al trasformismo che ne hanno consentito la nascita. È
questa la parte migliore di quella tradizione democratica cristiana da cui
proviene il Udc.
Ma l' Udc non è un partito nostalgico ed è aperto a chi proviene da altre
esperienze purché si batta per i nostri valori con tutta la forza della nostra
coerenza. Siamo convinti che essi risulteranno decisivi per imprimere una
svolta alla politica del nostro paese e riportare i moderati alla guida di una
nuova Italia.
Voltare pagina si deve, e si può, con l' Udc.
La nostra politica estera
In una fase così delicata nel contesto
delle relazioni internazionali, riteniamo quanto mai attuale l’ispirarci a
quegli stessi valori e principi che stanno all’origine della costruzione europea
e che hanno guidato l’azione dei suoi padri fondatori, a partire
dall’iniziativa dei partiti popolari di De Gasperi, Adenauer e Schuman. Sono
quegli stessi valori di europeismo, di solidarietà sociale tra i popoli, di
cooperazione e sostegno internazionale che hanno mosso le strategie dei partiti
d’ispirazione cristiana e di vocazione liberal-democratica che oggi in Europa
sono confluiti nell’esperienza dello schieramento popolare europeo. Siamo
dunque fermamente convinti che la politica estera del nostro Paese debba
orientarsi rispettivamente verso due poli differenti ma al tempo stesso
convergenti; da un lato, forte dell’inestimabile contributo politico-culturale
donato alla causa europeista, l’Italia non soltanto rappresenta una delle
quattro pietre angolari dell’edificio europeo, ma deve anche possedere la
consapevolezza di quel ruolo di vera e propria porta tra il Nordafrica, il
Medioriente e l’Europa; un ruolo di protagonista nonché di collante,
dell’intera area mediterranea che da più di duemila anni occupa. Allo stesso
tempo riteniamo sia fondamentale il rafforzarci continuamente su un piano
globale al fianco dei partner Nato e non solo, contribuendo all’ulteriore
allargamento della coalizione mondiale antiterrorismo, e sviluppando comunemente
non soltanto indirizzi generali bensì anche misure concrete, idonee a debellare
il terrorismo internazionale Riguardo a ciò un passo importante è stato il
recepimento della risoluzione Onu 1390/2002 con la quale il nostro Paese ha
potenziato con estrema tempestività le già robuste misure antiterrorismo,
prevedendo “il congelamento di capitali ed altre attività finanziarie o risorse
economiche delle persone che commettono o cercano di commettere atti
terroristici, che partecipano alla loro esecuzione o che la facilitano”. Per la
lotta al terrorismo internazionale vera e propria piaga dell’inizio di questo
nuovo Millennio, condividiamo la fermezza con la quale il nostro Pese ha
reagito, creando conseguentemente nuove strutture “ad hoc”, come il comitato di
Sicurezza Finanziaria, presso il Ministero dell’Economia per la lotta al
finanziamento illegale al terrorismo,ed il Coordinamento internazionale
antiterrorismo, presso il Ministero degli Affari Esteri. A nostro avviso
questi sono stati passi importanti ma molto deve essere ancora fatto, come ad
esempio destinare l’1,8% del Pil al Ministero della Difesa (suggerimento per
altro richiesto al Governo dal Ministro della Difesa), nonché potenziare i
servizi d’intelligence in senso di risorse umane e tecnologiche, rivedendo
anche l’iter di reclutamento e di addestramento del personale destinato alle
operazioni soprattutto sul piano internazionale; fondamentale risulterebbe
inoltre un’ancor più stretta collaborazione con i servizi d’informazione degli
altri Paesi facenti parte della coalizione mondiale
antiterrorismo. Analizzando e ripercorrendo il sentiero della nostra
politica estera, non possiamo di certo dimenticare come i mutamenti
internazionali dell’ultimo decennio abbiano collocato i diritti umani e la spinta
verso la democratizzazione al centro delle relazioni internazionali; a ragion
di ciò, ribadiamo quanto mai la nostra vicinanza all’operato del Governo nella
recente riforma del Ministero degli Esteri, nell’ambito della quale è stata
confermata la centralità dei diritti umani nella politica estera italiana
prevedendo per la prima volta una “Direzione Generale Affari Politici
Multilaterali e Diritti Umani” e la creazione conseguente di un apposito
Ufficio. Alla luce di ciò l’Italia che è attivamente impegnata per la tutela
internazionale dei Diritti Umani, ha svolto un ruolo di primissimo piano nella
lotta alla pena di morte e nell’approvazione a Roma dello Statuto della Corte
Penale Internazionale, la quale una volta in vigore, sarà il fulcro di un
sistema di legalità internazionale contro i più atroci crimini contro
l’umanità. Crediamo che il ruolo del nostro Paese debba assumere sempre
più una connotazione di sensibilizzazione, informazione e difesa di quel
patrimonio assoluto dell’intera umanità quali sono i Diritti Umani, frutto
delle lotte e del sangue dei nostri padri, e dei nostri nonni; tale azione non
deve essere esclusivamente promossa in sede comunitaria o di rapporti
internazionali tra Stati, bensì deve essere soprattutto sviluppata in sinergia
con le Organizzazioni Non-Governative. Altro tema a noi particolarmente caro ed
al quale non possiamo non dedicare qualche parola, riguarda la non
proliferazione ed il suo diretto corollario che è il disarmo nucleare.
L’esigenza di accelerare tale processo è divenuta ancor più impellente dopo i
tragici avvenimenti dell’11 settembre, soprattutto dobbiamo concentrare i
nostri sforzi affinché possano aderire al Trattato di Non Proliferazione già
sottoscritto da ben 187 Stati anche Israele, Cuba, India e Pakistan. Parallelamente
a ciò, di vitale importanza risulta sempre di più essere la lotta al traffico
illecito di materiali nucleari, a nostro avviso da condurre rispettivamente
verso due sentieri; da un lato tramite il potenziamento già accennato dei
servizi di intelligence al fine di stanare i cosiddetti “supermercati per
terroristi” dove sono facilmente acquistabili testate nucleari e materiali
contingenti provenienti principalmente dagli arsenali sovietici, e
secondariamente applicando un ferreo rafforzamento delle salvaguardie
Aiea. Adesso desideriamo rivolgere uno sguardo alla politica estera
giovanile che crediamo sempre più decisiva al fine di innestare quel processo
di integrazione culturale europea che proprio dai giovani deve partire, un
processo senza il quale la costruzione europea non potrà fare altro che
implodere.
Pertanto diviene necessario istituire progetti e scambi non soltanto nella
realtà lavorativa e formativa quanto nel settore politico, promuovendo contatti
sempre più frequenti tra i movimenti giovanili dei partiti d’ispirazione
democristiana protagonisti della scommessa europea fin dall’inizio. Altrettanto
fondamentale appare l’istituzione di un osservatorio internazionale sul
processo d’integrazione europea tra i giovani e sulla globalizzazione affinché
diventi un vero e proprio passaggio graduale e progressivo verso un reale
benessere per questo nostro piccolo, grande pianeta.