COMUNICATO STAMPA Campobasso, 26 gennaio 2004


L'appello dei Giovani Udc nella Giornata della Memoria:
Dichiarazione sulla memoria del silenzio

L'UDC Giovani nella Giornata della memoria affida agli organi di informazione la seguente dichiarazione:
"Nella Giornata della Memoria, dedicata al ricordo delle cinque milioni di vittime prodotte dal regime nazista, il genocidio degli ebrei conserva un posto specifico per essere stato un'impresa ideologicamente giustificata ed accuratamente pianificata ed eseguita. Ma la giornata della memoria deve essere anche l'occasione per ricordare lo sterminio di altri popoli e per denunciare che esiste un'altra memoria, quella del silenzio. La memoria del silenzio è la mappa terrificante delle violazioni dei più elementari diritti umani, massacri, devastazioni, sparizioni, esecuzioni sommarie, violenze carnali, squadroni della morte, arruolamenti forzati, rapimenti, torture che ha prodotto:
- un milione e mezzo di vittime del genocidio degli armeni
- mezzo milione di vittime del genocidio degli tzigani
- mezzo milione di vittime del genocidio ruandese
- duecentomila vittime tra gli indios maya in Guatemala
- ottocentocinquantamila vittime del genocidio cambogiano
E' solo l'inizio di una lunghissima lista della vergogna, del grande male che attraversa la storia fino ai giorni nostri e che passa attraverso il significato profondo del riconoscimento.
Il riconoscimento restituisce dignità alle vittime. Il riconoscimento permette di non occultare l'origine culturale del massacro ed impostare una lucida azione preventiva e di contrasto, poiché ogni vergogna nella storia è suscettibile di riedizione. Il significato profondo del riconoscimento sta nell'allontanare la facile tentazione di individuare il colpevole, il capo espiatorio che ci libera dalla colpa e dai suoi effetti.
Il genocidio è da condannare perché è la manifestazione intenzionale attraverso la quale un popolo è mutilato, disperso, offeso. Il genocidio è un elemento che va riconsiderato da un punto di vista storico sia nella sfera individuale, così come in quella istituzionale e socio-politica. Aspettare che le grandi potenze, l'ONU od altri riconoscano, facilita ma non esime dal confronto con un continuo massacro non solo delle persone ma della storia e della cultura.
L'istituzione di una Giornata della Memoria rende evidente l'esigenza di tornare sugli eventi, di affermare una volta di più che ci sono delle responsabilità politiche. In primo luogo quelle dei governi che con una perfetta continuità ancora oggi continuano a negare, continuano a massacrare la verità sui genocidi. In secondo luogo occorre definire il quadro storico in cui certi eventi si sono collocati ma, finalmente, anche le gravissime responsabilità che il mondo occidentale ha avuto assumendo un atteggiamento di omertà.
Cosa ha insegnato ai giovani la lezione della storia? Forse stiamo ancora perdendo una straordinaria occasione culturale di creare un linguaggio comune, una piattaforma sulla quale far muovere delle convergenze? I giovani dell'Udc credono che esista un modo di parlarsi, un interesse comune, un linguaggio della ragione che possa esprimere cose possibili e comprensibili. L'unica possibilità per evitare i genocidi è quello di credere ancora ad una humanitas come a qualcosa di inalienabile, come a qualcosa che ci convinca che "ogni persona umana è mio fratello, mi appartiene, se muore, muore una parte di me". Ma per recuperare questo senso di umanità crediamo sia fondamentale la strategia dell'educazione, della formazione, della scuola e di tutte le istanze che possono formare. Anche la politca, se ritroverà la credibilità per formare.
La memoria del silenzio non ammette scappatoie teorizzate dai poteri di turno, non ammette l'inciviltà che ancora abita nelle società sviluppate e che trova sempre un intellettuale pronto a coprire la vergogna con abiti sontuosi. La memoria del silenzio ammette solo un risveglio delle coscienze."


L'ufficio stampa