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l'albero delle idee - the ideas tree

il mensile digitale delle idee - n° 0 dicembre 2001
La liccia 'intosa
Porto Cervo, Saturday 8 December 2001, 10:11 AM
La candida dimora dei pionieri sardi
Le vicende storiche della Sardegna furono segnate dalla contrapposizione tra pastori e contadini. Il regolamento di Eleonora d'Arborea, La Carta de Logu, definiva e sanzionava questi rapporti nell'ambito del regno. Da tempo i pastori scendevano in pianura e saccheggiavano i terreni agricoli.
I contadini organizzarono un sistema di difesa comunitario in campi aperti e difesi da coloro che si offrivano di coltivarli. Chi invece cercava un'occasione migliore di vita avrebbe potuto seminare nei salti, in un ambiente ostile, selvaggio e privo di ogni beneficio di protezione collettiva.

Documenti testimoniano che durante il dominio spagnolo la Gallura era quasi deserta di presenze umane. La popolazione era concentrata nelle biddas come Tempio, Luras e Calangianus, villaggi isolati ma autosufficienti, lontani dal mare e dai pericoli che questo portava. Contadini e pastori intrepidi si allontanarono dai villaggi spinti dalla miseria, per sfuggire al drenaggio fiscale implacabile dei potentes e nel tentativo di sfruttare i vasti spazi liberi nei salti delle regioni marittime. Nacquero i primi nuclei di possesso rigorosamente individuale, antiche orzaline divenute poi stazzi.


Lo stazzo è un tipo elementare di abitazione rurale dalla tipologia lineare; aveva una muratura granitica e il tetto di tegole e canne sostenuto da travature di ginepro. L'ingresso con serramento a due battenti era sempre disposto a levante o a mezzogiorno. Le caratteristiche architettoniche di questi edifici sono lu mitali (alto gradino d'ingresso), la trai tolta (architrave), lu pamentu (pavimento in terra battuta), la zidda (focolare incassato al centro e delimitato da un quadrato granitico). Tutto era semplice e funzionale e ogni cosa era ordinata e lineare senza elementi decorativi.


L'edificio in muratura, intonacato, era esaltato dai viaggiatori che restavano incantati: attraversato un fitto bosco o dopo aver camminato a lungo tra sentieri impervi, improvvisamente, in uno spiazzo o su un poggio si imbattevano nelle candide architetture. Le descrizioni dei viaggiatori ed escursionisti testimoniano di un pastore contadino soddisfatto del suo stazzo comodo, salubre ed elegante; della sua condizione, della sua prosperità ospitale, della sua famiglia dignitosa e laboriosa.


Bibliografia
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Tatiano Maiore, Quintino Mossa, "Stazzi di Gallura nel tempo", Altergrafica Olbia 1993