Le scriventi Associazioni con riferimento alla riunione convocata
dal Senatore Cesare Salvi, Ministro del Lavoro, congiuntamente all'On. Pierluigi Bersani,
Ministro dei Trasporti, con gli assessori regionali al trasporto e con l'ANCI, ritengono utile
fornire, in adesione ai contenuti espressi nel Protocollo d'intesa del 14 dicembre 1999, le seguenti
indicazioni sulla situazione generale delle aziende autoferrotranviarie, nonchè sui più recenti
sviluppi registrati al tavolo negoziale della trattativa per il rinnovo contrattuale.
Com'è noto il settore è interessato da un profondo processo di
trasformazione e di liberalizzazione ed in tale contesto le aziende necessitano di un quadro di
certezze che consenta loro di portare a termine processi di riorganizzazione e di sviluppo allo
scopo di conseguire efficienza e competitività di livello europeo.
A tal fine si ritiene indispensabile che il Governo soddisfi pienamente
gli impegni già assunti in sede di sottoscrizione di precedenti contratti, segnatamente riguardo
all'allineamento delle aliquote previdenziali a carico delle imprese; si ricorda infatti che tale
provvedimento è stato realizzato per il 1998 e per il 2000 ed è previsto per gli anni successivi,
ma non ha trovato attuazione per il 1999.
Inoltre, in un momento in cui la lievitazione del costo dei
carburanti appesantisce il conto economico delle aziende del settore, si rende necessario prevedere
per queste ultime interventi di sostegno che le pongano sullo stesso piano di prelievo fiscale
(accisa sui carburanti) rispetto alla media europea, quest'ultima inferiore di circa tre volte
quella in vigore in Italia. Analogamente si richiede un allineamento del costo dell'energia
elettrica utilizzata per la trazione delle ferrovie attraverso la concessione di una tariffa
agevolata per mantenere la competitività complessiva del comparto.
Anche per quanto riguarda l'IRAP, si rileva che, nonostante i numerosi
interventi delle scriventi associazioni indirizzati ai Ministri competenti (le aziende del settore
con l'istituzione del tributo, hanno sostenuto un maggiore onere di circa 300 miliardi annui),
alla luce della normativa vigente probabilmente si determinerà un pesante contenzioso i cui esiti
potrebbero comportare conseguenti aggravi di costi per lo Stato. E' necessario, quindi, che
l'Amministrazione Finanziaria ponga rimedio a tale grave situazione.
A fronte, poi, della recente presa di posizione dell'INPS che riapre
la problematica dell'assoggettamento a contribuzione delle agevolazioni di viaggio concesse dalle aziende
del settore prima del 1 gennaio 1998, si rende ormai ineludibile un intervento legislativo definitivo
promesso dal Governo in sede di rinnovo del CCNL del 1994 e successivamente convenuto con le amministrazioni
competenti, anche al fine di eliminare un contenzioso oneroso, che tra l'altro ha visto fino ad oggi
soccombere l'ente previdenziale.
Un diverso ma non per questo meno significativo elemento di turbativa su cui
si chiede un chiaro pronunciamento governativo a tutela della libertà d'impresa, è rappresentato dalla
presentazione, nell'ambito della regolazione contrattuale FS recentemente avviata a Chianciano,
del c.d. "CCNL delle attività ferroviarie" come stumento di fissazione di condizioni omogenee di
trattamento per l'insieme del lavoro ferroviario in una prospettiva di unificazione contrattuale
che coinvolge anche l'attuale contratto collettivo degli autoferrotranvieri.
L'iniziativa non è condivisibile né sotto il profilo ordinamentale
(confligge con il principio costituzionale della libertà sindacale) né sul piano dell'autonomia
collettiva (predetermina aprioristicamente l'ambito di rappresentanza negoziale) né con riferimento
alle nozioni di comune esperienza universalmente accettate (non esiste un mercato per modalità
-"il mercato del trasporto ferroviario"-ma per funzione specializzata).
L'operazione è inoltre contraddittoria rispetto al modello
legislativo-contrattuale storicamente realizzatosi nel settore, dove a partire dalla legge
20 giugno 1906 n. 272 e successivamente attraverso la contrattazione collettiva, si è via via
posto in essere un contratto di lavoro nazionale per il personale delle aziende ferroviarie
-oltrechè tranviarie, filoviarie, automobilistiche e della navigazione interna- esercitate
dall'industria privata e da comuni, province e consorzi.
In questo contesto di oggettiva incertezza si colloca la trattativa
per il rinnovo del CCNL che presenta, tra l'altro, alcuni aspetti di sostanziale criticità
che contrastano la possibilità per il nuovo contratto di essere uno strumento capace di
incidere positivamente per lo sviluppo e la prosecuzione delle azioni di modernizzazione del
settore.
Gli ostacoli posti finora dalle OO.SS. alla coerente e concreta
traduzione dei principi sottoscritti con l'intesa preliminare del 2 marzo 2000, in materia
di riforma dell'inquadramento professionale, impediscono, infatti, la realizzazione dei due
obiettivi principali del progetto, e cioè la riduzione strutturale della dinamica dei costi e
lo sviluppo della flessibilità di utilizzo della prestazione lavorativa. Al riguardo appaiono
in contrasto con le premesse le richieste delle OO.SS. di mantenere più regimi classificatori
nell'ambito delle stesse qualifiche professionali.
Analoga resistenza delle OO.SS. si registra in materia di rapporti
di lavoro flessibile (part-time, interinale, CFL, etc), che in un settore dove si assiste ad
una sempre maggiore variabilità della domanda rappresentano indubbiamente una risposta
organizzativa efficace.
Altrettanto controproducenti si rivelano, inoltre, le rivendicazioni
economiche aggiuntive (un'erogazione una tantum per il periodo gennaio 1998-giugno2000 è già
stata concordata) avanzate dalle OO.SS. sulla base di un'interpretazione inadeguata del protocollo
interconfederale del 23 luglio 1993, che viene inteso come una sorta di scala mobile automatica
comunque garantita, mentre si trascura completamente che tale intesa vincola la dinamica degli
effetti economici non solo "alla salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni",
ma anche alle "tendenze generali dell'economia e del mercato di lavoro, del raffronto competitivo
e degli andamenti specifici del settore".
Al riguardo va osservato che tali principi sono stati condivisi
dalle parti sociali per il rinnovo del CCNL FS e confermati dai criteri generali di riferimento
contenuti nel predetto documento di Chianciano.
Per quanto concerne, in particolare, il rinnovo del CCNL autoferrotranvieri
si ritiene inoltre, che l'incremento economico a regime non possa non tenere conto e valorizzare
i benefici comunque acquisiti dai dipendenti in materia di allineamento delle aliquote contributive
previdenziali, pari mediamente a circa lit. 80.000 mensili.
Si rende noto, infine, che il contenuto della presente nota è stato
esteso, per doverosa informazione, agli Assessori regionali al trasporto invitati alla riunione
del 28 p.v.
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