FEDERTRASPORTI ANAV FENIT



        Roma, 24 luglio 2000
 
Sen.Cesare SALVI
Ministro del Lavoro e della
Previdenza Sociale
via Flavia, 6
00187 ROMA

On. Pierluigi BERSANI
Ministro dei Trasporti e della
Navigazione
Piazza della Croce Rossa, 1
00161 ROMA

e p.c.

Prof. Raffaele Morese
Sottosegretario di Stato
Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale
via Flavia, 6
00186 ROMA

On. Giordano Angelini
Sottosegretario di Stato
Ministero dei Trasporti e della
Navigazione
Piazza della Croce Rossa, 1
00161 ROMA

                                    

     Le scriventi Associazioni con riferimento alla riunione convocata dal Senatore Cesare Salvi, Ministro del Lavoro, congiuntamente all'On. Pierluigi Bersani, Ministro dei Trasporti, con gli assessori regionali al trasporto e con l'ANCI, ritengono utile fornire, in adesione ai contenuti espressi nel Protocollo d'intesa del 14 dicembre 1999, le seguenti indicazioni sulla situazione generale delle aziende autoferrotranviarie, nonchè sui più recenti sviluppi registrati al tavolo negoziale della trattativa per il rinnovo contrattuale.

     Com'è noto il settore è interessato da un profondo processo di trasformazione e di liberalizzazione ed in tale contesto le aziende necessitano di un quadro di certezze che consenta loro di portare a termine processi di riorganizzazione e di sviluppo allo scopo di conseguire efficienza e competitività di livello europeo.

     A tal fine si ritiene indispensabile che il Governo soddisfi pienamente gli impegni già assunti in sede di sottoscrizione di precedenti contratti, segnatamente riguardo all'allineamento delle aliquote previdenziali a carico delle imprese; si ricorda infatti che tale provvedimento è stato realizzato per il 1998 e per il 2000 ed è previsto per gli anni successivi, ma non ha trovato attuazione per il 1999.

     Inoltre, in un momento in cui la lievitazione del costo dei carburanti appesantisce il conto economico delle aziende del settore, si rende necessario prevedere per queste ultime interventi di sostegno che le pongano sullo stesso piano di prelievo fiscale (accisa sui carburanti) rispetto alla media europea, quest'ultima inferiore di circa tre volte quella in vigore in Italia. Analogamente si richiede un allineamento del costo dell'energia elettrica utilizzata per la trazione delle ferrovie attraverso la concessione di una tariffa agevolata per mantenere la competitività complessiva del comparto.

     Anche per quanto riguarda l'IRAP, si rileva che, nonostante i numerosi interventi delle scriventi associazioni indirizzati ai Ministri competenti (le aziende del settore con l'istituzione del tributo, hanno sostenuto un maggiore onere di circa 300 miliardi annui), alla luce della normativa vigente probabilmente si determinerà un pesante contenzioso i cui esiti potrebbero comportare conseguenti aggravi di costi per lo Stato. E' necessario, quindi, che l'Amministrazione Finanziaria ponga rimedio a tale grave situazione.

     A fronte, poi, della recente presa di posizione dell'INPS che riapre la problematica dell'assoggettamento a contribuzione delle agevolazioni di viaggio concesse dalle aziende del settore prima del 1 gennaio 1998, si rende ormai ineludibile un intervento legislativo definitivo promesso dal Governo in sede di rinnovo del CCNL del 1994 e successivamente convenuto con le amministrazioni competenti, anche al fine di eliminare un contenzioso oneroso, che tra l'altro ha visto fino ad oggi soccombere l'ente previdenziale.

     Un diverso ma non per questo meno significativo elemento di turbativa su cui si chiede un chiaro pronunciamento governativo a tutela della libertà d'impresa, è rappresentato dalla presentazione, nell'ambito della regolazione contrattuale FS recentemente avviata a Chianciano, del c.d. "CCNL delle attività ferroviarie" come stumento di fissazione di condizioni omogenee di trattamento per l'insieme del lavoro ferroviario in una prospettiva di unificazione contrattuale che coinvolge anche l'attuale contratto collettivo degli autoferrotranvieri.

     L'iniziativa non è condivisibile né sotto il profilo ordinamentale (confligge con il principio costituzionale della libertà sindacale) né sul piano dell'autonomia collettiva (predetermina aprioristicamente l'ambito di rappresentanza negoziale) né con riferimento alle nozioni di comune esperienza universalmente accettate (non esiste un mercato per modalità -"il mercato del trasporto ferroviario"-ma per funzione specializzata).

     L'operazione è inoltre contraddittoria rispetto al modello legislativo-contrattuale storicamente realizzatosi nel settore, dove a partire dalla legge 20 giugno 1906 n. 272 e successivamente attraverso la contrattazione collettiva, si è via via posto in essere un contratto di lavoro nazionale per il personale delle aziende ferroviarie -oltrechè tranviarie, filoviarie, automobilistiche e della navigazione interna- esercitate dall'industria privata e da comuni, province e consorzi.

     In questo contesto di oggettiva incertezza si colloca la trattativa per il rinnovo del CCNL che presenta, tra l'altro, alcuni aspetti di sostanziale criticità che contrastano la possibilità per il nuovo contratto di essere uno strumento capace di incidere positivamente per lo sviluppo e la prosecuzione delle azioni di modernizzazione del settore.

     Gli ostacoli posti finora dalle OO.SS. alla coerente e concreta traduzione dei principi sottoscritti con l'intesa preliminare del 2 marzo 2000, in materia di riforma dell'inquadramento professionale, impediscono, infatti, la realizzazione dei due obiettivi principali del progetto, e cioè la riduzione strutturale della dinamica dei costi e lo sviluppo della flessibilità di utilizzo della prestazione lavorativa. Al riguardo appaiono in contrasto con le premesse le richieste delle OO.SS. di mantenere più regimi classificatori nell'ambito delle stesse qualifiche professionali.

     Analoga resistenza delle OO.SS. si registra in materia di rapporti di lavoro flessibile (part-time, interinale, CFL, etc), che in un settore dove si assiste ad una sempre maggiore variabilità della domanda rappresentano indubbiamente una risposta organizzativa efficace.

     Altrettanto controproducenti si rivelano, inoltre, le rivendicazioni economiche aggiuntive (un'erogazione una tantum per il periodo gennaio 1998-giugno2000 è già stata concordata) avanzate dalle OO.SS. sulla base di un'interpretazione inadeguata del protocollo interconfederale del 23 luglio 1993, che viene inteso come una sorta di scala mobile automatica comunque garantita, mentre si trascura completamente che tale intesa vincola la dinamica degli effetti economici non solo "alla salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni", ma anche alle "tendenze generali dell'economia e del mercato di lavoro, del raffronto competitivo e degli andamenti specifici del settore".

     Al riguardo va osservato che tali principi sono stati condivisi dalle parti sociali per il rinnovo del CCNL FS e confermati dai criteri generali di riferimento contenuti nel predetto documento di Chianciano.

     Per quanto concerne, in particolare, il rinnovo del CCNL autoferrotranvieri si ritiene inoltre, che l'incremento economico a regime non possa non tenere conto e valorizzare i benefici comunque acquisiti dai dipendenti in materia di allineamento delle aliquote contributive previdenziali, pari mediamente a circa lit. 80.000 mensili.

     Si rende noto, infine, che il contenuto della presente nota è stato esteso, per doverosa informazione, agli Assessori regionali al trasporto invitati alla riunione del 28 p.v.

  FEDERTRASPORTI    ANAV    FENIT