ANCHE LE MERCI SUI BINARI SE VOGLIAMO SALVARCI
DAL CAOS
Intervista ad Anna Donati (consigliere di amministrazione FS) pubblicata su
"REPUBBLICA" del 18.9.2000
ROMA- Fra il treno-salotto del futuro possibile e i trabiccoli d'antiquariato in servizio sotto
il parallelo Eboli c'è un abisso scoraggiante. Così la mancanza di un offerta adeguata spinge
tutti al volante e l'overdose di macchine garrota il rilancio del trasporto su ferro. Come si
esce da questa trappola?
"Facendo pagare a ognuno quello che consuma, senza sconti truccati per favorire un sistema di
trasporto a spese di un altro", risponde Anna Donati, consigliere d' amministrazione delle
Ferrovie e responsabile mobilità del WWF. "Secondo la stima più prudente, quella dell' Unione
europea, i trasporti generano costi esterni, cioè danni legati all'inquinamento e ai ricoveri
sanitari, pari al 4 per cento del prodotto interno lordo, secondo altre valutazioni si arriva
al lO per cento. E' una cifra enorme: gli Amici della Terra e le Ferrovie hanno calcolato che
in Italia sono 200 mila miliardi di lire l'anno. Ora il 97 per cento di questi costi è
prodotto dal trasporto su strada, cioè dal settore che continua ad essere difeso a spada
tratta attraverso sgravi e incentivi".
Il boom del prezzo del petrolio non frena questo meccanismo?
"No, perchè la pressione è bilanciata dalle facilitazioni per i camion. Si arriva all'assurdo:
se un Tir continua a girare sulle strade, inquinando e contribuendo all'aumento degli incidenti,
viene premiato. Se vuole allinearsi all'Europa e decidere di salire su un treno per superare
le lunghe distanze non riceve incentivi".
Eppure, nonostante tutto, l'emorragia che per anni ha sottratto merci e passeggeri al
trasporto su ferro è finita.
"Certo, perchè l'intasamento delle strade e dei cieli ha raggiunto un livello altissimo. Ogni
anno il traffico su gomma aumenta del 4 per cento e il trasporto aereo del 7 per cento. Non è
una crescita sostenibile calcolando che si tratta dei sistemi che producono il maggior impatto
ambientale e il maggior rischio per i passeggeri".
Come si regolano gli altri paesi europei?
"In Germania il trasporto di merci pericolose per un tragitto superiore ai 200 chilometri deve
avvenire su treno e anche sotto questa distanza l'uso del treno viene incentivato. E' solo un
esempio, ma dimostra che non basta investire sui binari se poi il sistema su gomma resta
privilegiato. E il fatto che il nuovo piano nazionale dei trasporti preveda dieci nuove
autostrade prioritarie mi sembra un grave campanello d'allarme".
Ma l'aumento della mobilità continua a crescere.
"E' questo il punto. Negli anni Sessanta un italiano faceva 2 mila chilometri l'anno, di cui
la metà su gomma. Oggi ne fa 15 mila e di questi 15 mila, 12 mila sono su gomma. Vogliamo
andare avanti così? Un raddoppio della mobilità ogni dieci anni è impensabile: mancherebbe
perfino lo spazio fisico. Dunque si tratta da una parte di premiare i sistemi più leggeri,
quelli che bruciano meno risorse e garantiscono maggior sicurezza. E dall'altra di scoraggiare
i viaggi inutili: con il gasolio a prezzi stracciati diventa conveniente far fare migliaia di
chilometri alle merci per risparmiare qualche lira sui costi della manodopera. Mentre
un'organizzazione molto efficiente, basata su veicoli elettrici computerizzati e controllati
via satellite, permetterebbe di ridurre sensibilmente anche la pressione sulle città: a Bologna
il 25 per cento del traffico deriva dallo spostamento di merci".
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