IL SALUTO DEL PRESIDENTE

Cari Paesi, ma vorrei dire cari amici, sono passati dieci anni da quando, quasi per scherzo o per scommessa, nasceva questa manifestazione. La soddisfazione viene da sola se penso che allora le squadre erano la metà di quelle che sono oggi: è come un sogno che si avvera e la tenacità nel perseguire questo intento deve essere ascritta a merito di tutti quanti, calciatori, arbitri e dirigenti si sono succeduti negli anni, credendo in questo prestigioso traguardo. Chiarisco subito che non ci sentiamo arrivati, tantomeno imborghesiti, anzi gestire sportivamente tante persone e realtà fa sì che siamo sempre aperti al consiglio e alla critica costruttiva, nella stessa misura in cui siamo sordi verso chi cerca solo un futile pretesto per attaccarci. Il pensiero all’inizio di un campionato ormai sconfinato fuori dal circondario va, per cominciare, alle nuove Società che hanno creduto nel nostro progetto dedicandoci la loro fiducia e le loro risorse, umane e materiali. Nel ringraziarle, il mio grande obiettivo è che alla fine di questa manifestazione possano essere proprio loro il più adatto veicolo pubblicitario verso una provincia che, con l’avvento del nostro sito web (a proposito: grazie di cuore a Giovanni Ciaramella che lo cura con passione e professionalità), diventerà una scatola sempre più stretta. Un ringraziamento a tutti coloro che, come fedelissimi, ogni anno attendono solo la fine della bella stagione e un cenno per iniziare una nuova avventura. Soprattutto vivo riconoscimento va a chi, settimanalmente, ragazzo e meno ragazzo, sceglie l’arbitraggio non come simbolo di perfezione, ma come modo per distogliere il pensiero dal proprio quotidiano. Un avvertimento doveroso, invece, va fatto a tutti, vecchi e nuovi, giocatori e arbitri: il motto della UISP è molto chiaro e non parla di un calcio fatto di classifiche e di numeri, piuttosto della sola e sana passione che deve animare gli attori del nostro spettacolo. Magari piccolo e fino a ieri semisconosciuto, ma che ci vantiamo di conservare gelosamente. Proprio per questo non permetteremo a nessuno di inficiarlo con comportamenti discutibili o, peggio ancora, contrari allo spirito di amicizia e di aggregazione che deve animarci. Non so se alla fine vincerà il migliore: me lo auguro ma, da vecchio frequentatore dei campi di calcio, so che potrebbe non essere così per mille motivi che non si chiamano certo malafede degli arbitri o simpatia della Lega Calcio. Inseguiamo prima di tutto un sano divertimento: quando lo troveremo, ci scopriremo tutti improvvisamente vincitori.

Mario Marrone