|
IL ritorno in aria del braccio a crawl
Prendiamo ad esempio i due nuotatori più forti del mondo a crawl: il neozelandese Pieter Van Den Hoogenband (a sinistra) e l'australiano Ian Thorpe (a destra): paragoniamoli, ed impariamo !
Seguite i consigli ...... ed infine provate....
Richiami sul movimento del braccio a crawl
Lo stile libero è un nuoto asimmetrico; i movimenti delle braccia sono dunque uno opposto all'altro in rapporto all'asse longitudinale centrale del corpo. I cicli sono caratterizzati da un percorso in acqua ed un'altro in aria.
Il percorso in acqua si divide in tre fasi:
1) L'entrata della mano in acqua, ricerca e presa d'appoggio, allungamento, entrata del braccio in acqua. A questo livello del movimento, l'orientamento del polso, l'apertura della mano e la sua posizione sono importanti.
2) La trazione: movimento che và dalla presa d'appoggio fino al livello delle spalle; rappresenta uno sforzo di trazione: si "tira" l'acqua da davanti il corpo fino a sotto il corpo.
3) Dopo un leggero ritorno della mano più vicino all'asse centrale del corpo (lavoro di gomito), si inizia la fase di spinta: questo movimento rappresenta uno sforzo di spinta: si "spinge" l'acqua da sotto il corpo verso la parte posteriore dello stesso.
Il percorso in aria, quello che qui ci interessa, permette di riportare la mano ed il braccio verso la parte anteriore del corpo, davanti la spalla.
Anche se alcuni rari nuotatori si permettono di lasciare il braccio teso, si osserva generalmente un ritorno del braccio con il gomito piegato. Il braccio deve essere il più disteso possibile, il polso e la mano completamente rilasciati. Questo per compensare lo sforzo realizzato durante il percorso in acqua, per rilasciare i muscoli e riossigenarli correttamente. Questa è la base degli stili asimmetrici, e la stessa cosa vale per le gambe: quando un lato del corpo lavora, l'altro riposa.
Posizione delle spalle, piazzamento della testa e della respirazione
A secondo dei cicli di respirazione (ogni 2 tempi, ogni 3 tempi, 4 tempi o più raramente come a volte osservato in competizioni a parte gli sprint puri), certi percorsi in aria si accompagnano ad una respirazione. In questo caso, si notano 3 elementi che intervengono, e che devono essere ben coordinati:
1) Apertura delle spalle: se il bacino resta stabile (le anche sono orizzontali ed alla stessa altezza in rapporto all'acqua, al fine di assicurare la stabilità delle sgambate), le spalle devono ruotare su se stesse alfine di consentire un posizionamento corretto della testa: la spalla del braccio sommerso affonda nell'acqua (scende), mentre la spalla del braccio emerso si alza: la parte superiore del busto del nuotatore è allora faccia al lato sul quale verrà effettuata la respirazione. In tal modo il collo deve realizzare semplicemente una leggera torsione.
2) La testa si posiziona a livello della superficie dell'acqua, il collo è leggermente girato. La bocca è sotto la superficie dell'acqua, ma beneficia di una depressione creata dall'onda frontale ( vedi l'articolo "le quattro fasi dell'avanzamento"). Visto di profilo, si ha l'impressione che i nuotatori hanno la bocca a metà sommersa, ma in effetti possono respirare in modo assolutamente normale ed aspirare l'aria a pieni polmoni.
3) L'ispirazione vera e propria deve essere la più rapida e la più potente possibile. Al fine di beneficiare di un tempo d'inspirazione sufficiente (vista la velocità alla quale girano le braccia lanciate in pieno sprint), la respirazione inizia al più presto del percorso in aria del braccio e termina al più tardi dopo il passaggio del braccio.
Pieter Van Den Hoogenband
Ian Thorpe
Similitudini e differenze
I due atleti in questione hanno una corporatura impressionante (grande e potente) e molto simile.
Cuffia e occhialini per entrambi, costume a sinistra e costume intero a destra. Si nota che la testa di Pieter Van Den Hoogenband è più disimpegnata in rapporto al busto. Il "fronte" e la conseguente depressione sono molto più pronunciate per lui.
E' al livello del braccio dove si notano gli aspetti più interessanti: movimento identico, ma molto più " in forza" dalla parte di Thorpe, (gomito più alto) allorché si nota un rilassamento del braccio e della mano molto più importanti in Pieter Van Den Hoogenband. Per i più pignoli, notate il volume e la forma dell'acqua che segue il ritorno del braccio: meno importante in Ian e quasi nullo al livello della mano.
Infine, al livello della cadenza, Ian "gira" un poco meno veloce ma con un'ampiezza più importante ed una potenza sviluppata impressionante.
(Fonte: Toute la Natation + Nager. Foto: Toute la Natation)