Il tuffo non è una tecnica riservata a l'elite dei competitori. Essa dovrebbe essere affrontata sin dall'inizio dell'apprendimento ma spesso è tralasciata per altre priorità. Ecco qualche consiglio per colmare queste lacune …..

Non così semplice

In effetti, anche se questo sembra tanto naturale quanto divertente per alcuni, sicuramente per i più giovani, il tuffo è principalmente visto come una difficoltà tecnica di entrata in acqua per i nuotatori. Bisogna dunque evidenziare un aspetto psicologico e mentale importante: tuffarsi correttamente, è anche avere sicurezza in se, e dominare la propria apprensione, leggi paura.

Accettare lo squilibrio in avanti

Il tuffo è un entrata in acqua con le mani e non con i piedi, come in un salto. Bisogna dunque accettare di "far cadere" la parte alta del corpo verso l'avanti. Questa sensazione di caduta è a volte impressionante. Per dominarla, bisogna passare attraverso esercizi progressivi.

 



 

"Raggomitolarsi":
accovacciati sul bordo della piscina, mani sulle ginocchia, testa abbassata, lasciarsi cadere in acqua senza srotolarsi.


Iniziazione:
in ginocchio su di una tavola, testa posta tra le due braccia tese in avanti, pendersi verso la superficie, alzare i glutei e lasciarsi scivolare in acqua, le mani per prima, senza sollevare la testa


Prendere altezza:
ripetere l'esercizio precedente sulle gambe leggermente flesse (schema 3). In un primo tempo, l'azione delle gambe è relativamente limitata, ci si lascia semplicemente cadere in avanti. L'importante è di non avere riflessi di esitazione, di rifiuto della caduta, che si tradurrebbero in movimenti bruschi, la testa sollevata, le braccia allargate….

 

Andare più lontano: utilizzare le gambe

La prima tappa consiste effettivamente a non avere paura dell'ingresso in acqua, e di realizzare questo correttamente. Per questo, non essere frettolosi ed utilizzare degli esercizi molto progressivi, senza "accelerare i movimenti" ne bruciare le tappe, tecniche e mentali.

Questo non è sufficiente a realizzare un tuffo efficace: bisogna ormai andare più lontani e quindi utilizzare le gambe. La spinta deve essere possente, scattante al momento buono, e non deve far dimenticare il resto degli elementi tecnici del tuffo

Dopo il movimento verso l'avanti, spingere forte sulle gambe fino alla loro completa estensione. Nel momento dell'ingresso in acqua restare tonici, braccia nel prolungamento del corpo, testa a posto, gambe serrate. L'utilizzazione dinamica delle gambe permette di guadagnare in efficacia.

La tappa seguente consiste nell'utilizzare le braccia per provocare lo squilibrio verso l'avanti e per alleggerire il momento dello scatto

 

I dettagli delle regole

Si passera quindi ad affinare la partenza a tuffo secondo lo stile: una partenza a farfalla o a rana non è strettamente identica ad una partenza a stile libero, non fosse altro che per la ripresa dello stile della nuotata.

In seguito si può ottimizzare la posizione del nuotatore sul blocco di partenza (posizione dei piedi per esempio): le partenze stile atletica (piedi non allineati, uno in avanti e l'altro sulla parte posteriore del blocco) sono autorizzati.

Poiché la maggioranza dei nuotatori utilizza occhialini da nuoto, bisognerà allenarsi a tuffarsi senza perderli.

       (Fonte: Toute la natation (Maria Semerjian) + Nager. Schemi: Toute la natation )