le cose lontane



- Papà, papà, perché la luna ci segue? 

Così diceva Luigi, anni quattro, inginocchiato sui sedili posteriori di una vecchia Renault 5, mentre osservava attento le luci riflettersi sul lunotto posteriore. La strada di notte era un susseguirsi di curve dolci verso casa e niente, a parte il ronfare tranquillo del motore, niente rompeva il silenzio attonito delle cose, dell'asfalto che sotto le ruote scivolava via ancora lucido di pioggia recente. Scarni profili di nuvole, appena accennati dai bagliori dei lampioni della città lontana, s'accanivano all'orizzonte in una loro ostinata e vana lotta contro la dissoluzione. 

- Eh, papà? Perché? Perché la luna ci segue? 

- Ma non ci segue. Ti sembra e basta - rispose Anna. 

- Come no! Guarda, mamma, guarda: ci viene dietro. 

- Ma non è... 

- E sta' un po' zitta, per favore - disse improvvisamente Andrea, mentre si rosicchiava un'unghia. 

- Oh, ma ti sembra... 

- Zitta! Sto pensando. 

- Papà, è vero che la luna ci segue? 

Una curva larga, verso destra, nascose la luna dietro una collina. Il silenzio tornò a impadronirsi delle cose, e nel buio momentaneo Luigi affondò il mento tra le braccia incrociate sopra la spalliera del sedile. "Però ci segue", pensò imbronciato, "e gli alberi invece no, corrono via." 

- Non vedo l'ora di stendermi sul letto - disse Anna sbuffando e rannicchiando i piedi scalzi sotto le gambe. 

Andrea non rispose nulla. Continuò a rosicchiarsi l'unghia, gli occhi fissi sulla striscia della mezzerìa, il braccio sinistro teso contro il volante ad assecondare con movimenti fluidi il percorso. Sapeva che alla prossima svolta la luna sarebbe riapparsa, e con lei la domanda di Luigino.

 - Certo che tua sorella è veramente una stronza - disse Anna in un fiato, cercando di fare in modo che la sua voce non arrivasse dietro. 

Andrea non la sentì neanche. 

- Eccola, papà, eccola! Guarda, è ancora lì! 

- E smettila con questa storia! - sbottò Anna. 

Andrea scalò nervosamente marcia e accelerò per affrontare la salita: 

- E' perché è lontana. 

- Come? Che vuol dire "perché è lontana", papà? 

- Guarda gli alberi, le case, le strisce sulla strada. Vedi, le lasciamo dietro. E' perché sono cose molto vicine a noi, e noi corriamo veloci. Restano tutte dietro. Le vedi? 

- Sì... 

- E la luna no. Resta lì. Ma non ci sta seguendo, capito? 

- Ma se sta sempre lì vuol dire che ci segue... 

- No, Luigi, no: le cose lontane sono quelle che restano lì dove stanno. Non si muovono. Possiamo correre veloci quanto vogliamo: e loro rimangono sempre lì. Non si spostano. E noi crediamo che ci seguano. In realtà siamo noi...

 Andrea per un attimo voltò la testa quel tanto che sarebbe bastato per incontrare lo sguardo perplesso di Anna: ma vide solo guard-rail che schizzava via veloce al loro fianco. 

- ... siamo noi... Sono le cose lontane a seguirci. Sempre. Le cose vicine ci scappano via. Forse proprio perché sono troppo vicine. Le cose lontane... Hai capito? Sono le cose lontane quelle che ci seguono sempre. 

- Ma che stai farneticando? - chiese Anna. 

- Tu - rispose Andrea sottovoce, consapevole che quel che stava per dire gli sarebbe costato due giorni d'insopportabile muso - tu non capisci veramente un cazzo.