Viaggio nell'Umanesimo

Il valore dell'individuo, il rifiuto dell'individualismo

Questa civiltà globale sta annullando ogni possibilità di espressione autentica ad ogni singolo essere umano. Una riaffermazione del valore della persona che non sfoci in una celebrazione dell'individualismo diventa più che mai doverosa.

E' proprio vero, il fenomeno della globalizzazione sta riducendo gli insiemi umani in masse indistinte. Ogni singola persona è ridotta ad un numero. Nella migliore delle ipotesi, cioè quando ha qualche valore produttivo, ad un ingranaggio del meccanismo, altrimenti, quando non serve più, non e più utilizzabile, ad un esubero. Eppure sono in molti a schierarsi a favore dei diritti dell'individuo, ma dalle parole ai fatti c'è di mezzo un oceano, soprattutto quando i promotori del valore della persona sono politici o potenti che sostengono questo sistema disumano. L'esempio più evidente che potrei fare (ma ce ne sarebbero molti altri) è la Chiesa cristiana (non solo cattolica), che ha sempre sostenuto i valori dell'uomo rendendosi responsabile direttamente (ci sono tanti, troppi, esempi nella storia e nel panorama contemporaneo) e indirettamente del destino infelice di popoli interi.

Il singolo, l'esistenza individuale, con il suo mondo, le sue esperienze, le sue gioie e i suoi dolori, i suoi successi e i suoi fallimenti, la sua vita insomma, rappresenta la base per qualsiasi teoria sull'azione sociale che non sia astratta e inconcludente o persino dannosa per la vita delle persone. In fondo, ciò che importa, più che le teorie sull'azione politica e sociale, è chiedersi se vale la pena di vivere o no, se e come si può essere felici, come superare il dolore e la sofferenza, tutti temi che riguardano l'esistenza concreta di ogni singola persona, per i quali ne va di noi stessi. Cominciare a parlare di storia, di società, di natura, o di qualsiasi altro concetto che rimandi ad un'universalità che precede la riflessione sul singolo essere umano, rischia di cancellarne irrimediabilmente l'irripetibilità. Costruire delle teorie filosofiche che non considerino quale interesse fondamentale le condizioni di vita dell'uomo nella sua esistenza effettuale non è il modo migliore per mettersi al servizio dell'umanità, soprattutto in questo momento storico. Ciascuna persona è un mondo unico e ha un valore immenso, direi quasi infinito, non racchiudibile nelle categorie concettuali della logica, della scienza, della società etc. Ciascuna persona, che lo sappia o no, non è un anonimo membro di una massa indistinta, non un numero di una serie o un ingranaggio di un meccanismo, ma un essere libero che progetta il futuro trasformando il mondo che lo circonda e se stesso.

Non si deve pensare, però, ad una celebrazione dell'individualismo, vera malattia di questa società che conduce le persone all'isolamento e all'incomunicabilità, in conclusione, a far parte di una massa indistinta.

Se il singolo è unico e irripetibile, esso non è un mondo chiuso in se stesso ma è aperto verso l'esterno, è un microcosmo che rispecchia in maniera attiva e personale il macrocosmo storico e sociale al quale appartiene. Quindi non è e non può essere isolato dal mondo, solo che il suo starci non è anonimo e passivo come ci viene fatto credere dal sistema, e per sperimentare ciò, basta rendersene conto. Quest'affermazione è fondamentale per comprendere che fare un'apologia sul valore dell'individuo non deve prescindere dalla sua appartenenza ad un ben preciso contesto storico e sociale. Dimenticare ciò, considerare il singolo come una categoria a-storica scollegata dal tutto, rischia di far cadere nell'astrattezza tanto criticata prima la presa di posizione assunta.

Il macrocosmo cui darò il nome di umanità, non è la somma aritmetica di tutti gli individui, è qualcosa di più e di diverso. Una somma rimanda ad una composizione numerica arida che non dà conto dell'eterogeneità che la contraddistingue. Ogni numero di una serie è identico all'altro, ogni singolo uomo è diverso dall'altro ma non è isolato. Per sperimentare realmente l'appartenenza all'umanità il singolo ha bisogno di entrare in contatto e comunicare con altri uomini, altrimenti questa sua umanità rimane astratta e priva di senso, senza possibilità di trasformazione e di crescita.

Un'umanità composta da numeri, cioè una vera e propria massa anonima, dalla quale si distinguono solo quelli che hanno una certa quantità di potere o di soldi in banca, è destinata ad essere infelice e sofferente, è destinata al fallimento. Un'umanità che è un macrocosmo composto da microcosmi unici e irripetibili è destinata alla crescita senza limiti.