Istituto Superiore Statale "Angela Veronese" Montebelluna (TV)

Metallari

                   Passi tratti dal testo di Luca Signorelli                              HEAVY METAL -I Moderni

  Giunti, Firenze, aprile 2000

[…]Dal 1986 in poi, sono usciti ben più di mille nuovi dischi di cui varrebbe la pena parlare, e

 almeno 350 di essi sono fondamentali.[…]Il metal è genere che scatena passioni assai virulente, […] e le pallinature da noi assegnate andranno incontro al favore di alcuni e allo sdegno di molti altri.[…]

 

SOLO UNA QUESTIONE DI GENERE

 

L’anno spartiacque

Il metal che nasce dalla rivoluzione thrash del 1986 […] è apparentemente lontanissimo dal suo predecessore immediato, il metallo “classico”.[…] Ma l’importanza di quello che succede nel 1986 non deriva solo dall’immenso successo commerciale che le thrash bands, ma non solo, riscuotono in tutto il pianeta, ma anche e forse soprattutto dal fatto che il resto del mondo sembra accorgersi per la prima volta che “forse” il metal è qualcosa di più di un mucchio di capelloni ignoranti in spandex, presi esclusivamente da ossessioni macho o tardo-hippie.[…]

Si discute ancora se sia stato il metal a venire incontro al resto della musica oppure[…] il contrario. Forse sono vere entrambe le cose: nel giro di quattro anni (dall’86 al ’90) succede di tutto. Il metal e il punk, il metal e l’hip hop, il metal e il noise, il metal e il jazz o il progressive. Sono tutti matrimoni apparentemente disperati ma funzionano.[…]

 

Il trionfo dei “contenuti”

La rivoluzione metallara del 1986 non è solo di musica. È soprattutto di temi. Un eventuale elenco delle tematiche e degli spunti che ispiravano testi e copertine del metallo pre-thrash sarebbe stato molto ridotto.[…]

Il grosso del genere, […] a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, viveva di pochissimo arrosto: il sesso, i sogni della fantasy e di un Medioevo più o meno reale.[…]

Dopo i Metallica[…] si apre una porta che non verrà più chiusa.

Ne fluiscono, su un genere senza presentimenti, guerra, morte, spleen adolescenziale, tecnologia, religione, inferno mediatico, malattia, caos urbano e parecchia politica[…].

Con il risultato di rovesciare certe posizioni: il culto del sesso e della sbornia diventa un giochino per pochi eletti.[…]

Il livello di scrittura è[…] alto. Gruppi come Anthrax, Coroner, Voivod […] propongono un immaginario raffinato e complesso.[…]

Qualcuno dice che il metal è cresciuto, ma (fortunatamente) non è stato proprio così.

 

Morte

[…]Il tema principe dell’80% della produzione metal post-Metallica è la morte, e tutto quello che sta intorno ad essa. Dolore, decadenza, oscurità, oltretomba, sono costanti quasi inalienabili del metallo moderno. Ne nascono[…] due generi “specialistici”: il death, […] tecnico e aggressivo allo spasimo, […] e il genere “satanico” per eccellenza, in cui spesso la musica[…] è solamente colonna sonora di un’ossessione religiosa e […] ideologica di matrice “nera”.

[…] Le band[…], crescendo, hanno analizzato questa mortalità non solo nella carne, ma anche nello spirito[…].

 

Identità e angoscia

[…]Un altro tormentone metal di questi anni è stato la perdita di identità, il progressivo annichilirsi dell’Io, normalmente a causa dell’incomprensione del mondo (o delle pressioni di una società ostile).

[…] Il metal cerca di dare sempre e comunque delle risposte (qualche volta palesemente sbagliate) e che nel metal la dimensione […] adolescenziale non è, per paradosso, quella più importante.

Così una band come i Fates Warning si può permettere di impostare negli anni ’90 un disco […]sul tema della spersonalizzazione […].

Il segreto […] è che i musicisti che hanno fatto la storia del metallo negli ultimi quindici anni raramente sono stati adolescenti[…]. Raramente nel metal qualcosa si “butta via” per sempre.[…]

 

Inferno

[…]Dalla fine degli anni ’80 in poi non c’è stato più bisogno di passare ore a far girare i dischi alla ricerca dei famosi messaggi subliminali. Il satanismo in musica è infatti diventato spavaldo[…]. Merito […] dell’esplodere del black metal, una delle musiche più estreme e intransigenti del pianeta. Una musica che è riuscita a creare […] una vera mitologia parallela a cui le band hanno attinto, in un tentativo continuo di superarsi l’una con l’altra in morbosità , oscurità e ferocia.[…]

 

Fantasie

Detta così, sembrerebbe che il buon vecchio escapismo metallaro tutto spadoni e tette abbia da tempo tirato le cuoia.

[…]Quanto agli spadoni, godono, in realtà, di ottima salute. Merito della (contro?) rivoluzione power, che dalla Germania ha invaso il mondo di gruppi il cui unico scopo è stato quello di riportare in auge la “Rainbow-Priest connection”, il particolare genere di metallo epico e melodico che il thrash e i suoi prodotti sembravano aver cancellato.

[…]Il contesto estetico è stato chiaramente marcato a sangue dalle fantasie di Ritchie Blackmore e Ronnie James Dio.[…] Tutto è diventato più scuro e più confuso. Così i Blind Guardian (di gran lunga i migliori esponenti del genere) hanno trasformato il tutto in un tourbillon crepuscolare, dove si combatte poco e ci si immalinconisce molto.

[…]Gente come gli Hammerfall ha basato tutto il suo successo su una ricerca dell’epicità a tutti i costi, dove quello che conta é che “la mia spada sia più grossa della tua”[…].

Ciò che spesso lascia perplessi non è tanto il contenuto di queste fantasie […] quanto l’impressione di “catena di montaggio dell’immaginario” che questo genere lascia dietro di sé, al punto che i gruppi che sembrano rubarsi i testi l’un l’altro.[…]

 

Politica

[…]Gruppi di vario tipo sono stati associati a preoccupazioni ideologiche[…]. Per tradizione esiste una visione quasi stereotipata del metallaro di destra, visione corroborata da dischi come “2112” dei Rush[…], dai testi ambigui ma non troppo degli Slayer,[…] dall’ultradestra del black norvegese e da mille altri esempi.[…]

Perfino i Metallica […] hanno preso qualche volta posizioni che si possono definire politiche.[…] Facendo le somme, le uniche conclusioni che si possono tirare è che il metal molto spesso si occupa di politica, e quasi sempre lo fa ai margini dello schieramento. Quali margini siano, forse non ha tanta importanza.

 

Sesso

[…]I dischi che apparivano nello scaffale “metal” dei negozi avevano in copertina le curve di qualche fanciulla più o meno svestita.[…] Il sesso[…] è sparito completamente dai testi delle canzoni metal con la morte del glam, all’inizio degli anni ’90.[…] Ma la realtà è che l’heavy […] è sempre stato un territorio di esplorazione per anime moraleggianti, o comunque “serie”.

[…]Questo moralismo ha poi generato […] espressioni violentissime come death, black e thrash[…].

Non esiste nulla, nel metal attuale, che possa anche solo rivaleggiare in termini di ossessione erotica con il gangsta rap o la dance più lisergica.

[…]Il metallaro del 2000 […] è riflessivo, magro e con gli occhiali, e non ha più niente dello stallone alto due metri così ammirabilmente pubblicizzato da Pete Steele.

 

Una musica di genere

A metà degli anni ’90 […] le band metalliche che avevano raggiunto il successo all’inizio del decennio facevano a gara per “smetallizzarsi” lanciando proclami […] su come l’identità di ciascun gruppo fosse sempre stata altra.

Il più noto di questi proclami fu quello con cui il batterista dei Metallica, Lars Ulrich […], dichiarò […] che i Metallica non erano mai stati metal. […] Quando Ulrich disse queste cose, furono in molti a storcere il naso. Bastarono comunque un paio di anni per assistere a una precipitosa marcia indietro, non solo dei Metallica ma di […] altri […]; […] i gruppi metal “veri” ricominciavano a vendere.

Ed è forse la volontà […] di rimanere sempre e comunque metal, il vero motore di un’evoluzione che sembra […] continuare.

                                 

 

 

 

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