Prefazione del prof. Pietro Giovanni Guzzo a " STABIAE " , guida agli scavi  edita da Nicola Longobardi editore,  Castellammare di Stabia 1998.

     

       La storia della ricerca archeologica a Stabia inizia in quella stagione felice per la cultura europea che vide la prima edizione dell'Encyclopédie e precedette, nel tempo, la scoperta di quella che poi divenne una sorta di sorella maggiore, Pompei.

Il tempo intercorso non ha portato tutti i frutti che quell'inizio avrebbe fatto sperare: anche se forse, già allora si intravedevano segni premonitori. Ad esempio nella mancata pubblicazione dello studio che Karl Weber aveva elaborato sulla scoperta della villa di San Marco e sulle eruzioni antiche del Vesuvio. Il distacco tra scoperte e loro pubblicazioni è proseguito fino ai tempi recentissimi: è di oggi, si può dire, l'edizione dei diari di scavo redatti da Libero D'Orsi, nei quali si leggono le vicende archeologiche poste alla ribalta della vita quotidiana nel contesto stabiano contemporaneo. Ma non diversamente di quanto si verifica a Pompei, i resti dell'antica magnificenza di Stabia soffrono per carenza di conservazione e per esser stati progressivamente circondati dai prodotti della contemporanea attività edilizia sui cui lavori, fra due millenni, si pronunceranno i
posteri, così come oggi noi valutiamo quelli antichi. Rendere comprensibile quanto si è conservato, tentando di colmare le
lacune di conoscenza e di prospettare nella maniera più semplice le informazioni necessario, rientra nelle responsabilità della Soprintendenza. Questo, tuttavia, riuscirà od ampliare il proprio raggio di sensibilizzazione se troverà alleati e consenso nel tessuto vivo della società anche allo scopo di funzionalizzare con maggiore precisione l'emissione dei messaggi, che potrebbero correre i rischio di disperdersi, di rimbalzare contro ostacoli opachi, di inabissarsi nella profondità del disinteresse.

Nessuna azione, per quanto in sé possa essere meritoria, giungerà a buon fine se viene svolta in solitudine: così insegnano Karl Weber e Libero D'Orsi. Questo libretto di accompagno alla visita delle antiche ville di Stabia, forse, è il segnale di una partecipazione più allargata: anche fosse solamente un auspicio, sarebbe comunque benvenuto.

prof. Pietro Giovanni Guzzo
Soprintendente Archeologo di Pompei

Stabiae

Liceo Classico "Plinio Seniore" di Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia



E-mail:    giuseppe.cesino@tiscali.it

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I testi sono delle dottoresse G. Bonifacio e A. M. Sodo

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