Stabiae è l'antico nome di Castellammare di Stabia, città costiera del golfo di Napoli situata a circa 5 chilometri da Pompei II suo toponimo moderno deriva dal castello (Castrum ad mare de Stabiis] risalente al VII sec. d.C., ricostruito da Carlo d'Angiò nel 1266, ancora oggi visibile sulla v'a Panoramico. La posizione geografica, nonché le condizioni climatiche ed ambientali, particolarmente favorevoli, portarono ad una densa frequentazione del territorio già in età arcaica (Vili sec. a,C.). Infatti lo scoperta di una vasta necropoli, indagata a più riprese, formata da circa trecento sepolture in via Madonna delle Grazie, negli attuali comuni di Gragnano e S. Maria la Carità con corredi costituiti da ceramica locale e ceramica d'importazione corinzia, etrusco, calcidese ed attica, attesta l'importante ruolo strategico e commerciale svolto do questa città sin dall'età arcaica. L'abitato a cui era legato la necropoli non è ancora stato individuato, ma si può ipotizzare che non dovesse trovarsi molto lontano da essa, forse proprio sull'estremità settentrionale dell'altura di Varano, da dove era possibile esercitare un controllo sia sullo scalo marittimo, costituito dall'insenatura compresa tra lo scoglio di Rovigliano ed il promontorio di Pozzano, sia sullo sbocco viario della via pedemontana per Nuceria.
Infatti Stabiae dovè costituire, prima di Pompei, un avamposto sulla costa per i vari villaggi della valle del Sarno, essendo il luogo più favorevole per raggiungere dal mare l'entroterra verso Nuceria, da dove partivano le principali strade di collegamento verso Noia, l'Irpinia, la valle del Calore ed il Salernitano. In questi anni è testimoniata dai corredi tombali e da dati epigrafici una facies culturale mista etrusco ed indigena. Intorno alla metà del VII sec., la crescita urbana di Pompei ed il sorgere del suo pagus
maritimus in loc. Bottaro provoca un grave contraccolpo a Stabiae; infatti la necropoli subisce una fortissima contrazione e l'abitato sembra ora rivolto maggiormente verso l'entroterra, com'è testimoniato dalle tracce di un piccolo insediamento rurale in loc. Gesini (Casola). Tra la metà del V e la fine del IV sec. a.C., continua ad essere attestata la frequentazione del sito arcaico dalla persistenza della necropoli. Alla fine del V sec. a.C. il territorio è, ormai, in mano al "popolo dei Campani" e Stabiae continua a svolgere un ruolo di tramite commerciale tra Neapolis e Nuceria. Alla necropoli di Madonna delle Grazie, intorno alla metà del IV sec. a.C., si aggiunge la necropoli presso il Castello Medioevale, a Pozzano, sito di controllo per l'accesso alla penisola sorrentina. L'attività e la frequentazione del territorio nella seconda metà del IV sec. a.C. è attestata da un
santuario in loc. Privati, alle pendici di Monte Coppola, in posizione strategica per il controllo della via pedemontana verso Surrentum.

         Il periodo successivo, tra il III sec. a.C. e 1'89  a.C. , anno della distruzione di Stabiae, è scarsamente documentato: nel corso della primo metà del III sec. a.C. termina la frequentazione della necropoli di
Madonna delle Grazie; due insediamenti collinari, a Gragnano ed a Casola, testimoniano di una distruzione e di un abbandono nel corso del I sec. a.C. ed infine la più estesa testimonianza archeologica di un
impianto urbano di 45.000 mq., documentato dai rilievi borbonici, non è ancora stata riportata in luce. Pertanto resta solo ipotetico la data del suo impianto: se fosse antecedente all'89 a.C. saremmo di fronte ad
una realtà politicamente ed amministrativamente organizzata già prima dell'età sillana. Alla fine del III- II sec. a.C. il santuario di Privati venne completa mente distrutto ed abbandonato. Il 30 aprile dell'89 a.C.
Siila distrusse Stabiae
(id delevit quod nunc in villas abiit, Plinio N.H. 3,70); essa scompare dalle fonti come città ed è ridotta a pagus dipendente amministrativamente da Nuceria.


SEGUE

Cenni storici


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