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INGEGNERIA GENETICA E ANIMALI

di Stefano Cagno

Laureato in Medicina e Chirurgia, vive e lavora a Milano come Dirigente Medico Ospedaliero. Da quasi venti anni si occupa di problematiche animaliste soprattutto dal punto di vista scientifico. Autore di numerose pubblicazioni su tematiche quali l’ingegneria genetica, la vivisezione, i diritti degli animali e la bioetica.

Membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista è stato audito dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati in qualità di esperto sul tema dell’ingegneria genetica.  

Introduzione
Animali transgenici come modelli sperimentali
Animali transgenici come donatori d’organi
Alcune obiezioni alla creazione degli animali transgenici 
Discussione

 

Introduzione

L’ingegneria genetica o manipolazione genetica è una applicazione della genetica. Questa è la scienza che si occupa dei caratteri ereditari ed è relativamente recente, essendo nata alla fine del secolo scorso grazie alle acute osservazioni dell’abate boemo Gregorio Mendel. E’ stata però la scoperta nel 1953 della struttura del DNA, da parte dei ricercatori James Watson e Francis Crick, ad aprire la strada ad una reale comprensione dei fenomeni ereditari.

Soltanto però all’inizio degli anni ‘70 i ricercatori sono stati in grado di manipolare e quindi mutare artificialmente il DNA degli esseri viventi. Tutto ciò è stato reso possibile grazie alle scoperta degli enzimi di restrizione e delle ligasi, in grado, come se fossero forbici, aghi e fili, di tagliare e ricucire il filamento di DNA. Inizialmente gli esperimenti furono compiuti su organismi unicellulari, poi su quelli pluricellulari, fino ad arrivare agli animali più evoluti.

Come è facile immaginare, attualmente, sono moltissimi i campi in cui vengono compiuti interventi di ingegneria genetica; uno di questi è rappresentano dagli animali che vengono chiamati transgenici.

 

Animali transgenici come modelli sperimentali

Nel campo della ricerca, dal secolo scorso, i modelli animali sono ritenuti utili, da una parte della comunità scientifica, anche se non sono mai stati validati. Negli ultimi anni i vivisettori hanno sentito l’esigenza di modificare geneticamente alcuni animali al fine di renderli più simili all’uomo e quindi più validi per le loro ricerca. In tale modo gli stessi vivisettori riconoscono, nei fatti, che gli attuali modelli animali non sono validi, poiché se fossero scientifici non vi sarebbe alcun motivo di migliorarli.

Il primo animale transgenico è comparso il 22 dicembre 1982 sulla copertina della rivista Nature; era un topo gigante nei cui cromosomi i ricercatori Ralph Brinster e Richard Palmiter avevano inserito il gene per l’ormone della crescita dei ratti. La tappa successiva fu la brevettazione degli animali transgenici. Il primo caso avvenuto negli Stati Uniti risale al 13 aprile 1988 e riguardava un topo (oncomouse o oncotopo) in grado di produrre un tumore alla mammella. Altri animali transgenici furono brevettati in seguito e molti altri sono in attesa.

Rendere gli animali più simili a noi, non aumenta la loro validità come modelli sperimentale. Infatti l’animale transgenico si comporta, più o meno come vogliamo, solo per quella caratteristica che noi abbiamo modificato geneticamente, ma per tutto il resto continua a reagire secondo le proprie caratteristiche naturali. La prova più chiara di quanto affermo è data dal fatto che, a distanza di 10 anni dalla sua brevettazione, l’oncomouse non ha permesso un solo reale progresso nel campo della comprensione e della cura dei tumore alla mammella.

 

Animali transgenici come donatori d’organi

Tutti sono a conoscenza della carenza di organi per i trapianti. Alcuni ricercatori hanno quindi pensato di risolverla creando animali, modificati geneticamente, in grado di donare i loro organi per i trapianti umani. Tale intervento viene chiamato xenotrapianto e per alcuni rappresenta la speranza per il futuro. In realtà forse nessuna applicazione dell’ingegneria genetica racchiude tante incognite e tanti rischi come quella degli xenotrapianti.

E’ importante ricordare che il sistema immunitario di ogni specie animale (uomo compreso) è abituato a riconoscere alcuni tipi di virus con cui è venuto frequentemente a contatto. Questi virus possono essere poco o per nulla patogeni per la specie abituata a riconoscerli, ma possono invece diventare altamente patogeni e mortali per altre specie. La teoria più accreditata, per quanto riguarda l’origine dell’AIDS, ritiene che il virus responsabile della malattia derivi per successive mutazioni proprio da un altro virus simile trasmesso da una razza particolare di scimmie (cercopitechi verdi africani).

Nel caso degli xenotrapianti noi immetteremo direttamente nel corpo umano un organo di un animale e con esso anche i suoi microrganismi (virus e batteri). Inoltre se dovesse manifestarsi una nuova malattia, l’organismo non sarebbe in grado di contrastarla, poiché per preparare una persona ad un trapianto dobbiamo annullare il suo sistema immunitario, al fine di evitare il rigetto dell’organo. Quindi il rischio legato agli xenotrapianti è quello di provocare nuove e sconosciute epidemie, per contrastare le quali il genere umano si troverebbe completamente impotente.

Infine non dobbiamo nemmeno sottovalutare gli aspetti psicologici. Quando trapiantiamo un organo animale in una persona, noi realizziamo una chimera, cioè un essere, da un punto di vista biologico, in parte uomo e in parte animale. Ad esempio, nel caso del trapianto di un fegato di maiale, il trapiantato, biologicamente, sarà per il 93% uomo e per il 7% maiale. Come si possono, in questo caso, negare conseguenze psicologiche?

 

Alcune obiezioni alla creazione degli animali transgenici  

Gli animali manipolati geneticamente non hanno subito il vaglio della selezione naturale. Ogni mutazione genetica viene selezionata da meccanismi naturali che nei millenni hanno conservato le mutazioni favorevoli alla sopravvivenza degli organismi viventi ed eliminate le altre. Nel caso della manipolazione genetica vengono saltati i meccanismi di selezione naturale e quindi non sappiamo quali potrebbero essere le conseguenze. Inoltre, normalmente avviene una sola mutazione, mentre nel caso dell’ingegneria genetica vengono creati migliaia o milioni di organismi (vegetali o animali) contemporaneamente portatori di una o più mutazioni artificiali.

L’ingegneria genetica non è in grado di operare con precisione. L’inserimento artificiale dei geni nei cromosomi è spesso impreciso o addirittura casuale e quindi otteniamo animali con caratteristiche differenti da quelli desiderate. Inoltre vengono inserite in ogni cellula centinaia di copie del gene che vogliamo inserire. Ognuna di queste influenzerà i geni vicini al punto in cui andrà al inserirsi nei cromosomi.

Aumenteranno gli animali sacrificati nella ricerca. Gli animali che non presenteranno le caratteristiche desiderate verranno eliminati poiché non saranno utili alla ricerca. In questo modo agli animali impiegati nella sperimentazione dovremo aggiungere anche quelli uccisi prima.

Gli animali transgenici sono spesso deboli e malati. Oltre alle caratteristiche indotte mediante la manipolazione genetica, spesso si verificano malformazioni fisiche o malattie impreviste. Si è inoltre visto che moltissimi animali transgenici sono sterili. Tutto ciò danneggia gravemente il benessere degli animali.

E’ impossibile valutare le conseguenze a medio e lungo termine delle mutazioni artificiali. Non sempre le mutazioni manifestano le loro conseguenze immediatamente, a volte occorrono molti anni e molte generazioni. Non essendo quindi possibili studi così lunghi, ignoreremo quelle che saranno le conseguenze a medio e lungo termine.

Esiste un problema etico per quanto riguarda gli interventi sul genoma degli animali. Gli animali transgenici infatti possiedono caratteristiche innaturali che, oltre a modificare il loro corpo e i loro comportamenti, spesso provocano anche notevole sofferenza.  

 

Discussione

Se analizziamo le poche statistiche attendibili, ci rendiamo conto che in futuro, probabilmente, verranno impiegati solo animali transgenici negli esperimenti. Ogni anno infatti si evidenzia una costante diminuzione degli animali non manipolati e un rapido aumento di quelli transgenici. Nel complesso quindi non emerge una diminuzione significativa del totale degli animali impiegati.

Anche in questo caso, come ho cercato di dimostrare, quanti si battono contro la vivisezione lo fanno, non solo per difendere i diritti degli animali, ma anche per difendere la salute degli esseri umani. I soldi sprecati nella creazione degli animali transgenici e nei successivi esperimenti potrebbero essere meglio impiegati nel campo della prevenzione (l’80-90% dei tumori hanno una patogenesi ambientale) o nelle vere ricerche scientifiche che non impiegano animali (i cosiddetti metodi alternativi o meglio sostitutivi). E ancora l’opposizione agli xenotrapianti, se avrà successo, eviterà all’umanità il rischio, molto probabile, di gravissime epidemie.

Più in generale, risulta evidente come gli scienziati che applicano tecniche di ingegneria genetica siano depositari di un potere enorme: quello di creare esseri viventi con caratteristiche desiderate, oppure ibridi di specie differenti e forse, in futuro, anche esseri viventi completamente artificiali. Insomma sembra che l’Uomo sia molto vicino a raggiungere quello che era il vecchio sogno del pensiero positivista, cioè la possibilità di dominare la Natura grazie alla scienza. Ma ci troviamo veramente davanti ad un grande sogno o solo ad una tragica illusione? E’ indiscutibile che l’ingegneria genetica ha reso possibile interventi impensabili solo fino a pochi anni fa. Ha però anche messo il mondo davanti a rischi incalcolabili, poiché tutte le mutazioni artificiali non hanno subito il vaglio dei meccanismi di selezione naturale e quindi le conseguenze non possono essere prevedibili. La scienza insomma si trova in un campo minato dove può conseguire grandi progressi, ma anche provocare enormi catastrofi. Da oggi in poi gli scienziati, avendo a disposizioni strumenti tanto potenti, dovranno procedere con molta cautela ed accettare solo quegli interventi sicuramente privi di rischi. Nel dubbio invece dovranno astenersi, poiché i danni potrebbero essere molto superiori rispetto ai vantaggi, ma soprattutto potrebbero risultare irreversibili.

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