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Serramanna. Denuncia del Comune dopo l’ispezione ai box di un centro convenzionato di Olbia

«Quel canile è come un lager»
Animali denutriti e costretti a dissetarsi con il fango umido

Articolo di Valeria Putzolu tratto dall'Unione Sarda- 7 settembre 2002

SERRAMANNA - La visita al canile “Europa” di Olbia li ha sconvolti. «Animali denutriti e sporchi». Immediata la denuncia alla Procura di Tempio e la cancellazione della convenzione che il Comune aveva con l’“hotel”. Quando nei giorni scorsi un gruppo di volontari di Serramanna (Marcella Orrù, Dolores Locci, Ignazio Melis, Marina Caschili, Marina Pacini, Rosanna Spano, Simonetta Carboni, Antonella Aramu, Alessia Melis, Stefano Pilloni), il sindaco Alessandro Marongiu e il comandante della polizia municipale Rinaldo Frau hanno fatto un’ispezione a sorpresa al canile gallurese non si sarebbero mai immaginati di trovarsi di fronte a scene tanto penose. Dentro i box, cani morti ormai da giorni e sbranati dai loro simili. Un pastore tedesco con il cranio completamente squartato e circondato da una chiazza di sangue secco. Come dimostrano le fotografie scattate dai volontari, oltre agli esemplari smembrati, quelli vivi si troverebbero in condizioni igienico sanitarie precarie. «Lo scenario che si è offerto ai nostri occhi», dicono i volontari, «era a dir poco sconvolgente: in tutti i box c’erano escrementi, le ciotole vuote, secche come i cani ospitati . Alcuni di loro, fuori dai box, leccavano il fango ancora umido in corrispondenza di qualche piccola perdita d’acqua. In alcuni box giacevano cani morti, visibilmente sbranati dai compagni e non certo quella notte. Uno di loro, un maremmano, era gonfio. Questo stato, secondo i veterinari, si manifesta il quinto-sesto giorno circa dopo la morte». Il sindaco Marongiu: «Dopo il sopralluogo riteniamo sia un obbligo tutelare l’immagine del Comune. Quello che abbiamo visto non risponde agli accordi presi». Così il comandante Frau: «La visita dei volontari al canile potrebbe avere un’unica utilità, far rivedere a colori i vecchi filmati in bianco e nero sui i campi di concetramento, con una sola differenza: invece di esseri umani le vittime sono i cani». Nel canile, raccontano i volontari, un capannone interamente piastrellato e con una quindicina di box, “i cani scivolavano sui loro escrementi”. Nella cucina, “un pentolone con un po’ di brodaglia nauseabonda”. I volontari cercavano qualcuno dei trentuno cani serramannesi accalappiati. Di questi, ne hanno rintracciato soltanto due e solo grazie alla lettura dei microcip, poiché in un mese e mezzo di permanenza nel canile, erano diventati irriconoscibili. Magri, assettati (hanno bevuto per più di un quarto d’ora di seguito) pieni di zecche e pulci, come dimostra il certificato del veterinario che ha visitato gli esemplari appena giunti a Serramanna. Baffo, uno dei due cani salvati, la notte ha avuto delle violente convulsioni. «Il loro stato pietoso ci ha obbligati all’immediata adozione, ora stanno un po’ meglio», assicurano i volontari. Dal 19 settembre 2001 al 4 luglio, a Serramanna sono stati accalappiati 31 cani. Di questi ne sono stati adottati sei e dei 25 ospitati al canile “Europa”, 17 sono deceduti, uno dei quali durante il viaggio, mentre per gli otto restanti, un dipendente del canile, di origini senegalesi, garantisce che siano in vita. Non è la prima volta che il canile “Europa” di Olbia si trova nei guai. Già il 20 novembre di due anni fa ci fu un blitz della polizia, in seguito al quale il giudice per le indagini preliminari di Tempio, Antonella Cozzi, ne dispose il sequestro. Una misura preventiva disposta in seguito all’accertamento “delle condizioni igienico sanitarie e di nutrizione pessime”. La svolta il 1° ottobre, grazie, anche allora, al coraggio di alcuni volontari. Vennero fatte delle riprese televisive: alcune carcasse di cani venivano sbranate dagli altri esemplari inferociti e affamati.