Oltre alle divinità appartenenti alle stirpi degli Asi e dei Vani, esistono anche diverse divinità minori. Alcune tra queste sono:

Eir, dea abilissima nella medicina; Gefiun, dea che secondo il mito creò il lago Mälaren presso Stoccolma; Lofn, dea che unisce in matrimonio anche coloro ai quali ciò è vietato; Irpa, dea legata al mondo ctonio; Njörun, probabile dea della terra e della fecondità; Sjöfn, dea dell'amore; Snotra, dea descritta da Snorri come saggia e nobile; Syn, dea che funge da avvocata nelle assemblee; Vár, dea che si vendica degli uomini e delle donne che spezzano i giuramenti; Vör, dea estremamente attenta e saggia; þorgerðr Hölgabrúðr, dea abile nella magia nera che sembra più che altro un demone.


Tratto da: "I miti nordici" di Gianna Chiesa Isnardi, edizioni Longanesi&C., 1991; 1997

Altri esseri sovrannaturali.

•Dísir: Possono apparire come dee della fecondità, spiriti protettori, o anche norne e valchirie. [...] Sebbene nelle fonti manchi un'indicazione precisa sulla funzione delle dísir, il significato di queste divinità va cercato nel concetto di Sippe (=stirpe), nell'ambito delle sue necessità e del suo funzionamento. Le dísir sono infatti legate alla fecondità: in una fonta (di area nordoccidentale) si allude al fatto che i riti in loro onore avevano luogo alle «notti d'inverno», a metà ottobre circa, periodo in cui cadevano di regola i sacrifici alle divinità della fecondità; altrove si afferma che esse soccorrono le partorienti. [...] Se le dísir, come appare probabile, sono spiriti tutelari della fecondità della stirpe, esse incarnano forse le anime delle donne morte della famiglia e costituiscono dunque una sorta di confraternita femminile di spiriti tutelari. [...] Una funzione collegata tanto alle norne che alle valchirie paiono avere anche le figure delle «dísir profetiche» (spádísir) che compaiono in talune saghe ad annunciare il destino.

•Norne: Sono le dee del destino, incarnazione di un fato superiore e ineluttabile che tutto sovrasta. [...] Rappresentano il legame tra l'uomo e il cosmo nelle diverse manifestazioni dell'esistenza. Il mito conosce perciò norne buone e norne cattive, dal cui volere imperscrutabile e inappellabile dipende la sorte degli uomini. [...] è ricordato anche che le norne accorrono alla culla di un eroe per preparargli un felice destino. [...] Le norne appaiono dunque come un gruppo numeroso di divinità dal carattere indistinto (così le dísir e le valchirie con cui esse hanno diversi punti in comune). Snorri tuttavia, come del resto già la Predizione dell'indovina, parla in particolare di tre di loro che hanno dimora presso l'albero cosmico, accanto alla «fonte del destino»: Urðarbrunnr. Esse hanno il compito quotidiano di irrorare i rami dell'albero con acqua e argilla, affinchè non secchino nè marciscano. Le tre norne che dimorano presso l'albero cosmico [...] hanno nome Urðr, Verðandi e Skuld. [...] L'interpretazione di queste figure come immagine del passato, del presente e del futuro non pare molto lontana dal vero.

•Valchirie: Sono le dee che stabiliscono il destino degli eroi nella battaglia, situazione estrema in cui è messo alla prova tutto il significato dell'esistenza. [...] Esse possiedono e trasmettono i segreti celesti, sono simbolo dell'epifania del divino; per questo sono dette bianche e luminose, fanciulle del Sud che appaiono talora in aspetto di cigno. Per la loro qualità di divinità guerriere appaiono anche armate di tutto punto [...] La loro qualità divina risalta inoltre nel fatto che esse sanno cavalcare nell'aria e sull'acqua. [...] Una valchiria che trasmette all'eroe la sapienza divina è senza dubbio anche Brunilde (Brynhildr o Brynhilldr) «valchiria (lett. «battaglia») della corazza», la quale, con l'appellativo di Sigrdrífa (o Sigrdríf) «[colei che] spinge alla vittoria», dona a Sigurðr la coppa colma dell'idromele della sapienza, con cui gli trasmette le rune che simboleggiano il possesso del segreto della vita. Brunilde è colei che Sigurðr ha liberato dall'incantesimo che la teneva addormentata in un bastione di scudi: a ciò era costretta dal volere di Odino per avere largito la vittoria a un guerriero anzichè ad un altro. [...] In realtà, tranne quando sono legate a un mito particolare, le valchirie appaiono prive di una distinta individualità.

•Elfi: Formano un gruppo distinto di esseri sovrannaturali ai quali è attribuita natura divina. [...] Il carattere del culto degli elfi richiama per certi versi quello delle divinità femminili dette dísir [...] Nella sua descrizione Snorri distingue tra «elfi chiari» (ljósálfar) ed «elfi scuri» (døkkálfar) o «elfi neri» (svartálfar). Dei primi si dice che d'aspetto sono più belli del sole: abitano in Álfheimer «Paese degli elfi», luogo che altrove è detto appartenere al fio Freyr, il quale lo ebbe come regalo per il primo dente. Un'altra dimora bella e luminosa più del sole abitata dagli elfi chiari è Gimlé. Gli elfi scuri, che sono «più scuri della pece», abitano invece sottoterra: questa è una delle caratteristiche che li avvicinano ai nani.

•Giganti: Sono gli esseri delle orogini, i primi abitatori del mondo, le forze del caos e dell'oscurità, i nemici degli dei e al contempo i loro progenitori, i possessori d'una saggezza antica e profonda. [...] simboleggiano infatti la manifestazione e l'esuberanza delle forze della terra e della materia [...] sono anche simboli del tempo che trascorre e distrugge [...] il primo essere fu il gigane Ymir, nato agli inizi dall'incontro di due polarità: freddo e calore. Dal suo corpo sacrificato gli dei trassero il cosmo, la terra su cui ebbero dimora gli uomini. [...] Altre famiglie di giganti incarnano e posseggono la materia delle origini. Così i giganti del ghiaccio e del fuoco.

•Nani: Secondo il mito, la loro stirpe risale alle origini del mondo allorchè spuntarono nel fango e nella terra come vermi nella carne. E poichè la terra era stata tratta dalla carne del gigante primordiale Ymir, essi ebbero origine dal corpo di costui. Per decisione degli dei ebbero tuttavia aspetto e intelligenza umani. [...] A una relazione dei nani con le origini e l'ordinamento del cosmo fa riferimento anche il mito che riferisce come quattro di loro, Austri «Est», Vestri «Ovest», Norðri «Nord» e Suðri «Sud», stiano agli angoli del mondo e sorreggano il cielo. I nani dimorano sottoterra e nelle rocce; sono dunque esseri del mondo ctonio. [...] La connessione dei nani con le pietre e le rocce li mette in relazione con il mondo dei morti che si ritiene dimorino nelle pietre e nei tumuli. [...] Il carattere ctonio dei nani li rende depositari dei segreti della terra simboleggiati dai tesori in essa contenuti. Essi sono perciò i guardiani di quei tesori.

•Landvættir: Sono gli «spiriti del Paese» che sotto diverse forme dimorano in un luogo prima che vi giungano gli uomini; hanno in un certo senso potere sulla natura del luogo e possono dunque soccorrere chi vi si stabilisca senza dare loro disturbo. Nel Libro dell'insediamento, che dà conto della colonizzazione dell'Islanda, essi sono nominati diverse volte. A proposito della legislazione del Paese dettata da Úlfjótr si dice ad esempio che essa conteneva una disposizione secondo la quale chi si recava là non dovesse avere una polena sulla nave [...] per non spaventare le landvættir.

•Demoni: Assumono forme diverse, tutte di carattere orrendo e tormentoso. Sono legati alle forze che dimorano nell'oscrutà. In aspetto di demoni si manifestano talvolta gli spiriti dei morti malvivi che lasciano le loro tombe dopo il tramonto (draugr m.), tal altra i maghi e le streghe.

•Draugr: E' lo spettro del morto che abita nel tumulo e può talora tornare sulla terra con grave pericolo per gli uomini. L'ordinamento del cosmo esige che ciascuno dei mondi sia separato dagli altri: così, in particolare la dimora dei morti, governata da Hel, ha muri straordinariamente alti e robusti cancelli. [...] E' nota nel folclore la credenza che nel cuore dell'inverno, nel periodo della festa della jól (n.pl.), gruppi di anime morte ritornino sulla terra. [...] Più spesso il morto che torna a tormentare i vivi è lo spirito di una persona che fu malvagia in vita.