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Una ricerca MDA suggerisce il trattamento della SMA
attraverso la copia di un gene
dal comunicato stampa MDA del febbraio 2000
Il numero di febbraio della rivista Human Molecular
Genetics riporta la scoperta del dott. Arthur Burghes, professore associato
presso il Dipartimento di Biochimica Medica e Neurologia presso Ohio State
University, a capo di un gruppo di ricerca finanziato dalla MDA che già aveva
creato un nuovo modello animale per la SMA in parallelo con un gruppo di Taiwan.
Ora, usando questo modello, i ricercatori di OSU sono riusciti a correggere la
malattia attraverso l'incremento dell'azione di un gene coinvolto nella produzione
di un'essenziale proteina chiamata SMN.
"Questa elegante ricerca rappresenta una grande svolta", ha detto Leon I. Charash,
presidente della Commissione Medica della MDA. "Attraverso rapidi test su questo
nuovo modello animale potremo efficacamente determinare i farmaci più appropriati
per i trial terapeutici nell'uomo".
La degenerazione muscolare nella SMA è provocata da un'insufficiente quantità di
proteina SMN presente nei motoneuroni. Due geni identici e molto vicini - SMN1 e
SMN2 - producono questa necessaria proteina. Nei pazienti SMA il gene SMN1 è assente
o mutato e il gene SMN2 non produce la proteina in quantità sufficiente a compensare
la perdita di quella prodotta dal SMN1.
Diversamente che nell'uomo, i topi hanno un solo gene SMN. Per riprodurre la
situazione dell'uomo, i ricercatori hanno creato topi mancanti del gene SMN1 ma
con 1 o 8 copie del gene SMN2.
Si è così scoperto che i topi con una sola copia del gene SMN2 presentavano dei
sintomi della malattia simili a quelli della forma più severa dell'uomo e morivano
pochi giorni dopo la nascita. Invece quelli con 8 copie del medesimo gene apparivano
normali a 8 mesi di età.
"Questo significa", da detto Burghes, "che il gene SMN2 può compensare alla perdita
del SMN1, se presente in diverse copie. Potenzialmente potremmo dunque correggere
la malattia nell'uomo se trovassimo il modo di aumentare l'attività del gene SMN2".
Il gruppo di ricerca ha anche esaminato e contato le cellule nervose nel midollo
spinale dei topi affetti. Hanno appurato che alla nascita i topi apparivano
geneticamente normali. "Ciò è un punto veramente importante nella prospettiva di
una terapia preventiva", ha detto Burghes. "Il fatto che i motoneuroni non siano
perduti se non negli stadi più avanzati della malattia, può darci l'opportunità
di iniziare il potenziale trattamento prima che le cellule nervose siano
irrevocabilmente perdute".
Se sarà sviluppato un farmaco per il trattamento della malattia, Burghes prevede
un processo di screening per individuare i neonati a rischio, onde iniziare
precocemente il trattamento.
Un gruppo di ricercatori diretto da Hsiu Mei Hsieh-Li dell'Accademia Sinica di
Taiwan rende nota la creazione di un modello animale simile nella rivista
Nature Genetics.
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