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Progressi della terapia genica quale possibile trattamento della SMA
di Christine DiDonato, Robin Parks e Rashmi Kothary
La debolezza muscolare e la paralisi di cui soffrono i malati di SMA è dovuta ad una
ridotta quantità di una proteina assolutamente essenziale per la corretta funzione e
per la conservazione di muscoli e nervi. Questa proteina cruciale è sintetizzata da un
gene denominato survival motor neuron (SMN). A causa di un recente sviluppo evolutivo
della razza umana, l'uomo possiede due geni SMN quasi identici (SMN1 e SMN2). L'SMN1
produce soprattutto un trascritto RNA usato per la produzione di grandi quantità di
proteina SMN. L’SMN2, per contro, produce due specie di RNA: piccole quantità di un
trascritto RNA completo (uguale a quello prodotto dall’SMN1) e grandi quantità di un
trascritto RNA più breve.
Tutti i malati di SMA sono privi della copia funzionale del gene SMN1 ma posseggono
almeno una copia del gene SMN2 che è capace di produrre una piccola quantità di proteina
SMN. Questa piccola quantità di proteina sembra essere sufficiente per tutti i tipi di
cellule tranne che per le cellule motoneuronali del midollo spinale; da ciò la
degenerazione e morte dei nervi che controllano i movimenti volontari. Precedenti
studi di correlazione genotipo-fenotipo SMN2 e di complementazione genetica su topi SMN
hanno dimostrato che la severità della SMA è attenuata dal livello di SMN endogena.
Perciò i metodi che mirano ad aumentare i livelli intracellulari di proteina SMN sono
potenziali strategie per il trattamento della SMA.
Come mezzo per aumentare i livelli intracellulari di SMN stiamo studiando il potenziale
costituito dalla terapia di sostituzione del gene SMN. Il nostro lavoro, DiDonato ed Altri
(2003), pubblicato sul numero del 20 gennaio 2003 della rivista Human Gene Therapy è il
primo passo di questo processo. Sebbene i motoneuroni siano il bersaglio finale della
terapia, abbiamo verificato la possibilità di rimpiazzare il gene SMN in cellule
epiteliali (fibroblasti) prelevate da pazienti gravi con SMA di tipo I. Abbiamo scelto
queste cellule perché sono relativamente facili da coltivare, hanno bassi livelli di SMN
e mancano di una struttura nel nucleo che chiamiamo "gemma". Queste "gemme" nucleari
sono ricche di SMN e di altri tipi di proteine. Quando l’SMN è presente a livelli elevati
all'interno della cellula, le gemme sono in grado di formarsi. Le normali cellule della
pelle contengono gemme, mentre le cellule dei pazienti SMA tipo I hanno un numero
notevolmente inferiore di gemme o ne sono prive.
Abbiamo usato questa peculiarità per valutare il potenziale di trasferimento del gene
SMN alle cellule epiteliali dei pazienti SMA. I nostri risultati dimostrano che la SMN
può essere efficientemente espressa da un vettore virale e che la risultante proteina SMN
ricombinante può interagire con le altre proteine intracellulari. Quando abbiamo importato
nelle cellule dei pazienti la SMN tramite il nostro vettore adenovirus, siamo stati in
grado di aumentare i livelli intracellulari di SMN e far ricomparire le gemme nelle
cellule dei pazienti SMA tipo I. Inoltre, quando la SMN si è rilocata nelle gemme,
ha causato pure la rilocazione in queste strutture anche di altre proteine associate.
In base ai nostri risultati, crediamo che una strategia terapeutica basata sul
trasferimento del gene SMN possa essere efficace. Tuttavia, abbiamo solo iniziato il
processo di determinazione del potenziale di questa strategia. Il nostro prossimo passo
sarà quello di fare un test in vivo. In questo caso, useremo il vettore adenovirale
contenente SMN nei modelli murini della SMA. In tal modo verificheremo se, fornendo
SMN, si possono correggere i danni derivanti dai bassi livelli intracellulari di SMN,
cioè se i motoneuroni ed i muscoli scheletrici possono essere recuperati. Inoltre
capiremo se il trattamento richiederà una terapia cronica. Per risolvere questo problema
stiamo sviluppando un adenovirus privo di tutto il codice virale e contenente l'intero
locus genomico SMN1. Simili tipi di vettori si sono dimostrati in grado di fornire
per tutta la vita l'espressione del transgene, migliorando la patologia della malattia
in modelli murini di altre malattie dell’uomo.
Nel complesso il lavoro presentato da DiDonato ed Altri (2003) su Human Gene Therapy
dimostra la fattibilità del trasferimento genico SMN. Invitiamo altri ricercatori ad
unirsi a noi usando altri metodi per il trasferimento dell’SMN (sia virali che non virali)
in modelli animali della SMA. Così facendo sarà possibile disporre di una vasta base di
conoscenze che ci permetterà di progredire per impiegare il miglior trattamento di
terapia genica sui pazienti SMA. Questo è molto importante poiché una strategia globale
di trattamento della SMA può richiedere un intervento sia farmacologico che genetico.
Gennaio 2003
articolo originale
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