La ricerca sulla SMA presso OSU
dott. Arthur Burghes, Ohio State University
Nella nostra ricerca del trattamento per la SMA si sono
avuti notevoli progressi. Negli ultimi anni è stato creato un modello animale per
l'atrofia muscolare spinale (SMA). Questo modello ci permette di rispondere a
domande critiche per lo sviluppo di un approccio terapeutico. La prima domanda è:
Dove e quando i livelli di SMN vanno ristabiliti? La seconda è: Quali
fattori - oltre al gene SMN2 - concorrono a regolare la severità della malattia?
L'identificazione di questi geni ci darà nuovi obiettivi per lo sviluppo della
terapia.
Il mio gruppo di studio ed altri abbiamo sviluppato altresì le tecniche di screening ad ampio spettro (HTS) per identificare dei composti in grado di incrementare
l'espressione del gene SMN2 (presente in tutti i pazienti SMA), siccome è ormai
nota la sua capacità di modificare la severità della malattia. Le sperimentazioni
HTS ricadono in due categorie. La prima è quella nella quale noi collaboriamo con
Aurora Biosciences, provvedendo alla fornitura dei reagenti di base e del programma
di sperimentazione che viene poi realizzato da loro. La seconda categoria è quella
nella quale sviluppiamo e realizziamo la sperimentazione in proprio, come
dettagliato più in basso nella sezione High Throughput Screening.
Dove e quando è necessaria la proteina SMN?
La SMA è causata da bassi livelli di proteina SMN nei motoneuroni del midollo
spinale. Tuttavia il basso livello proteico che causa la degenerazione dei
motoneuroni è presente nel corpo cellulare degli stessi oppure nel muscolo?
(In altre parole, dove è necessaria la proteina SMN?) L'opinione generale
è che il livello di SMN sia critico nei motoneuroni, ma non vi sono dati
sperimentali che indichino chiaramente che il tessuto in oggetto sia il motoneurone,
il muscolo oppure entrambi. E' molto importante per lo sviluppo di un approccio
terapeutico conoscere la risposta a questa domanda!
Ad esempio, un farmaco che attivi l'espressione dell'SMN2 dovrebbe funzionare a
livello del tessuto giusto, e se questo è il muscolo allora è importante provvedere
a un approccio che corregga il difetto muscolare, come il trapianto di cellule
staminali. Per focalizzare la nostra attenzione su questa questione abbiamo
sviluppato topi con alti livelli di SMN nei muscoli oppure nei motoneuroni. Questo è stato fatto grazie a tecniche genetiche che hanno indotto
una maggiore espressione di SMN nei tessuti muscolari o nervosi.
Questi topi sono stati quindi incrociati per ottenere infine topi SMA con bassi
livelli di SMN in tutti i tessuti tranne che nei muscoli o nei motoneuroni.
Attualmente stiamo creando e analizzando questi topi; in particolare cerchiamo
la sopravvivenza oltre il sesto giorno di vita. Se l'espressione della SMN nei
motoneuroni (ma non nei muscoli) correggesse o alterasse il fenotipo SMA allora
questo indicherebbe che le cellule critiche sono i motoneuroni. Correzioni nei
muscoli indicherebbero che questo è il tessuto critico. Questa sperimentazione
può anche mirare alla questione dell'importanza della SMN ad alti livelli in tutti
i tessuti, dal momento che la SMN non sarà corretta dappertutto. Il fatto di
conoscere quali tessuti necessitino di correzione potrebbe essere considerato
un fatto puramente accademico, ma non lo è! Tale identificazione può cambiare
l'approccio terapeutico, particolarmente per quanto riguarda la terapia con
cellule staminali e la terapia genica.
La seconda questione di importanza critica per gli approcci terapeutici alla
SMA è:- Quando sono necessari alti livelli di SMN per la correzione del
fenotipo? Ristabilendo precocemente i livelli di SMN dovremmo ottenere
la correzione della malattia, ma se il processo patologico è già in atto? Per
rispondere a questa domanda abbiamo creato delle linee di topi nei quali
l'espressione della SMN è inducibile attraverso la somministrazione agli animali
di un antibiotico. A causa della natura di questi topi e alla difficoltà di
ottenimento di topi con alta espressione proteica, abbiamo creato un gran numero
di linee genetiche in modo da essere sicuri di poter effettuare questi esperimenti.
Sinora siamo riusciti a controllare l'espressione della SMN attraverso un
"promoter" e un antibiotico repressore. Attualmente stiamo determinando in che
misura l'espressione della SMN possa essere controllata dall'antibiotico.
Questi topi sono poi incrociati con il topo SMA permettendo di "accendere" e
"spegnere" la SMN in fasi precise dello sviluppo e quindi di determinare quando
siano necessari alti livelli proteici. Questi animali possono essere utilizzati
anche per determinare che cosa avviene se riduciamo drasticamente il livello di
SMN su soggetti ad alto livello proteico. Ne può risultare un danno ai motoneuroni?
E se è così, dove inizia tale danno? Tutto ciò sarà cruciale per la determinazione
di quando e con quali effetti reintrodurre la SMN.
Attenuazione del fenotipo SMA nei topi
I topi SMA che abbiamo creato presentano un fenotipo relativamente severo
(equivalente alla SMA tipo I). Tuttavia, sarebbe molto vantaggioso avere anche a
disposizione topi con un più attenuato fenotipo, cosa che faciliterebbe il test
dei farmaci. Abbiamo affrontato il problema in due modi. In primo luogo, abbiamo
generato topi transgenici portatori di una mutazione riscontrata su pazienti con
forme leggere di SMA. Questa mutazione, chiamata A2G, si osserva infatti su pazienti
aventi una sola copia del gene SMN2. Questi topi sono stati poi accoppiati con topi
SMA e la prole viene ora analizzata per valutare la modificazione della severità
della malattia.
Il secondo approccio si occupa dei cosiddetti modificatori fenotipici
(sostanzialmente fattori genetici che rendono la malattia meno severa). Si è
recentemente stabilito che il numero di copie del gene SMN2 è un fattore
determinante della severità, ma non è l'unico fattore. Su pazienti, noi e altri
gruppi abbiamo riscontrato congiunti aventi un identico numero di copie del SMN2
con una severità fenotipica totalmente diversa. La spiegazione più semplice di
queste osservazioni è che ci sono dei geni che si trovano in altre parti del
genoma e hanno forme differenti, i quali influenzano la severità del fenotipo.
L'identificazione di questi geni è importante per due ragioni. La prima è che
forniscono obiettivi differenti da usarsi nello sviluppo di farmaci. La seconda
è che potrebbero farci comprendere il meccanismo per cui il livello di SMN influisce
sui motoneuroni. E' estremamente difficile mappare il locus di questi modificatori
nel genoma umano, ma nei topi è considerevolmente più facile.
Occorre innanzi tutto dimostrare che il fenotipo animale possa essere modificato
da differenti background genetici. Abbiamo così incrociato i topi SMA con topi
aventi diversi background genetici e ora stiamo analizzando gli effetti sulla
severità della SMA. Una volta identificati questi topi, essi potranno essere
usati per mappare i geni modificatori.
High Throughput Screening
Noi ed altri abbiamo iniziato la sperimentazione di farmaci attraverso vari
sistemi: il laboratorio del dott. Androphy alla Tufts University ha sviluppato
un elegante sistema per monitorare i livelli prodotti di SMN, attraverso il
conteggio del numero di particelle nucleari della SMN chiamate "gemme".
In cellule ricavate da pazienti con SMA tipo I il numero di tali particelle è
fortemente ridotto. Abbiamo prodotto linee genetiche di cellule con basso livello
di gemme, adatte all'uso negli screening ad ampio spettro. Attualmente stiamo
cercando di sviluppare linee analoghe di motoneuroni. Il conteggio delle gemme
è realizzato usando l'array scan II, capace di effettuarlo automaticamente.
Quindi le cellule vengono trattate con il composto, marcate e analizzate con
l'array scan II.
Usando queste tecniche abbiamo iniziato lo screening di librerie di composti
chimici. Abbiamo identificato dei composti che sembra incrementino la quantità
di SMN mRNA. Questi sono detti "primary hits" (risultati primari) e necessitano di
essere caratterizzati maggiormente per confermarne l'azione, ma per lo meno sono
incoraggianti. Per convalidarne l'attività, devono essere testati in sperimentazioni
secondarie.
Deve essere chiaro che questi primi risultati sono un precocissimo stadio dello
screening; essi dicono solamente che abbiamo un composto attivo. Ciò deve essere
confermato quindi da una sperimentazione secondaria e perfino dopo tale conferma
non è detto che avremo un composto utile per il trattamento di pazienti o animali.
A questo punto diventeranno critici i dati sulla tossicità e sulla disponibilità del
farmaco nel tessuto corretto.
E' estremanente importante disporre di molti "primary hits" in modo da massimizzare
la probabilità che uno di essi sia impiegabile. Per il momento non è questo il caso,
avendo noi soltanto dei risultati ancora da confermare e che probabilmente prima
serviranno a scoprire la strada per arrivare alla modifica dell'espressione della
SMN2. Ci sono ancora molti esperimenti da fare e dobbiamo essere molto accurati
per assicurarci l'identificazione del composto necessario.
Vorrei segnalare che quella sopra riportata è la ricerca che si sta svolgendo
a OSU, finanziata da numerosi soggetti come il National Institute of Health (NIH),
Families of SMA, e Matthew, Preston and Madison. Inoltre non lavoriamo da soli;
abbiamo molte collaborazioni con altri gruppi di ricerca impegnati nel campo della
SMA e si sta lavorando molto presso altri laboratori per identificare sia i
meccanismi della SMA che i composti chimici capaci di alterarne la patogenesi.
Tale ricerca sta entrando in una fase molto interessante ma non siamo ancora al
traguardo e restano molte cose da fare. Non sappiamo quanto lontano dovremo andare
nè quanto tempo ci vorrà; ci sono segnali incoraggianti ma non conosciamo quando
o da dove arriverà la svolta. Tutti speriamo che arrivi presto, ma sappiamo che
richiederà un accurato lavoro di conferma di ogni nostro passo.
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