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Cellule staminali iniettate nel midollo spinale di topi
paralizzati ripristinano il movimento
Dal Johns Hopkins Hospital di Baltimora
Scienziati del Johns Hopkins riferiscono di aver ripristinato
i movimenti di alcuni topi paralizzati attraverso un'iniezione di
cellule staminali nel liquido cerebrospinale degli animali. I risultati del loro
studio sono stati presentati al congresso annuale della Society for
Neuroscience a New Orleans.
I ricercatori hanno introdotto le cellule staminali nel liquido cerebrospinale
di topi e ratti paralizzati da un virus animale che specificamente attacca i
motoneuroni. Normalmente gli animali infettati dal virus Sindbis perdono
permanentemente la capacità di movimento degli arti, per la degenerazione dei
neuroni che dal midollo spinale portano ai muscoli.
Il 50% dei roditori trattati con cellule staminali tuttavia hanno ripristinato
la capacità di poggiare a terra una o entrambe le zampe posteriori.
"Questa ricerca può portare in tempi brevi dei vantaggi nel trattamento di
pazienti con malattie degenerative dei motoneuroni, come la sclerosi laterale
amiotrofica (ALS) e l'atrofia muscolare spinale (SMA)", ha detto il ricercatore
dott. Jeffrey Rothstein.
"Nella migliore delle ipotesi," ha aggiunto, "le cellule staminali potranno
essere usate in trial terapeutici entro due anni."
"Questo studio è molto importante perchè è uno dei primi esempi nei quali
le cellule staminali operano la rigenerazione di un'ampia regione del sistema
nervoso centrale" ha detto il neurologo dott. Douglas Kerr che ha diretto
il gruppo di ricerca. "Finora l'uso delle cellule staminali si è limitato a un
ristretto gruppo di problematiche, come il morbo di Parkinson, che interessano
piccole e specifiche aree," ha spiegato Kerr.
In questo studio sui topi invece le cellule staminali iniettate si sono
trasferite in ampie zone danneggiate del midollo spinale. "La migrazione delle
cellule staminali sembra sia stimolata fortemente da qualcosa legato alla morte
cellulare" ha detto Kerr. "Se queste cellule sono iniettate in topi normali
non si verifica alcuna migrazione verso il midollo spinale".
Nella ricerca su 18 roditori gli scienziati hanno iniettato cellule staminali
nel liquido cerebrospinale degli animali attraverso una specie di rubinetto
rovesciato posto alla base del midollo spinale. Nel giro di poche settimane le
cellule sono migrate verso il corno, una regione del midollo spinale che ospita
le cellule nervose motorie.
"Dopo 8 settimane, abbiamo riscontrato un sensibile miglioramento della
funzionalità motoria in metà dei topi e ratti," ha detto Kerr. "Dal 5 al 7% delle
cellule staminali migrate nel midollo spinale si sono differenziate in cellule
nervose". "Hanno assunto tipiche caratteristiche di cellule nervose adulte.
Ora stiamo cercando di spiegare come un così apparentemente piccolo numero di
cellule nervose possa portare a un così rilevante aumento della funzionalità
motoria".
"Potrebbe darsi che siano necessarie meno cellule nervose di quante noi
pensiamo. Un'altra spiegazione potrebbe essere che le cellule staminali non
abbiano in effetti ripristinato il numero necessario di motoneuroni per riacquistare
il movimento ma che piuttosto abbiano protetto o stimolato le cellule nervose
intatte che ancora esistevano. Attualmente stiamo cercando di rispondere a
questo interrogativo".
I roditori infettati con il virus Sindbis sono un modello animale sperimentale
per la SMA, ha fatto notare il dott. Kerr. La SMA è la più comune malattia
neurologica ereditaria e la più comune causa ereditaria di mortalità
infantile, colpendo da 1 su 6.000 a 1 su 20.000 nati vivi. Nella malattia le cellule nervose
che conducono gli stimoli dal midollo spinale ai muscoli si deteriorano. I bambini
colpiti risultano deboli e hanno problemi nella deglutizione, respirazione e
deambulazione. Molti muoiono nella prima infanzia, altri raggiungo la fanciullezza.
Nell'ALS, che colpisce circa 20.000 persone solo negli Stati Uniti, i
motoneuroni che vanno dal cervello al midollo spinale e da questo ai muscoli si
deteriorano, provocando estese paralisi e la morte.
La ricerca è stata finanziata con fondi della Muscular Dystrophy Association
e del Project ALS. Altri scienziati sono i dottori Nicholas Maragakis e John D.
Gearhart, dell'Hopkins e Evan Snyder di Harvard.
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