|
Primo
modello animale per la SBMA
Nella
ricerca del trattamento contro l'atrofia muscolare spinale bulbare (SBMA),
ricercatori finanziati da MDA hanno creato il primo modello animale
della malattia. La SBMA, chiamata anche malattia di Kennedy, è
una forma ereditaria di SMA che attacca le cellule nervose (neuroni)
del midollo spinale e del cervello, con effetti particolarmente devastanti
a carico delle cellule nervose che controllano la muscolatura, chiamate
motoneuroni. La perdita di questi neuroni porta a fascicolazioni e progressiva
debolezza dei muscoli del volto, del collo e delle spalle. Questi sintomi
usualmente si manifestano spontaneamente in un'età tra i 30 e
60 anni.
La malattia è causata da una mutazione genetica che colpisce
il recettore androgeno (AR) - una proteina che permette alle cellule
di rispondere agli ormoni androgeni, come il testosterone. La mutazione,
chiamata "trinucleotide repeat expansion", caratterizza una
particolare sequenza del DNA. Nella maggior parte delle persone la sequenza
"CAG" è ripetuta circa 21 volte nel gene AR, ma i ricercatori
hanno rilevato che nei pazienti SBMA la stessa è ripetuta da
40 a 62 volte.
Non è ancora chiaro come queste ripetizioni possano causare la
malattia, ma i ricercatori hanno osservato che frammenti della proteina
mutata si accumulano vicino ai motoneuroni formando degli aggregati.
Per meglio comprendere i meccanismi della malattia e valutare i potenziali
trattamenti, la dott.ssa Diane E. Merry della Thomas Jefferson University
di Philadelphia ha cercato per anni di riprodurre nei topi la mutazione
del gene AR che causa la malattia, ma per qualche ragione i topi con
le ripetizioni nucleotidiche osservate nell'uomo non sviluppano la SBMA.
Ora la Merry e il suo gruppo hanno creato un gene gravemente mutato,
in grado di produrre solo un piccolo frammento della proteina AR (del
tipo di quella osservata negli aggregati), contenente 112 ripetizioni.
I topi con questo tipo di gene sviluppano i sintomi della SBMA.
Questi esperimenti sono riportati nel numero del 15 gennaio di Human
Molecular Genetics. Il gruppo di Diane Merry progetta ora l'utilizzo
del nuovo modello animale per sperimentare potenziali trattamenti per
la SBMA, volti alla riduzione della produzione dell'anormale proteina
AR.
|
|