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VITTORIO-SILVESTRI

Note biografiche


Note biografiche.

Vittorio Silvestri è nato ne l1941 a Pa1ermo, dove vive ed opera. Dal 1961 espone in mostre persona1i e collettive ed in rassegne d'arte naziona1i ed intemaziona1i, in Ita1ia e a1l'estero. Presente in riviste, cata1oghi e pubblicazioni d'arte, a1la sua attività si sono interessati, tra gli a1tri: Claudio A1essandri, Francesco Carbone, Carmelo Cortese, Francesco Giunta, Franco Grasso, Pino Giacopelli, Alfredo Marsa1a Di Vita, Mario Monteverdi, Marce1lo Pa1minteri, Maria Grazia Paolini, Mario Porta1upi, Albano Rossi, Giuseppe Serve1lo, Sergio Troisi, Marce1lo Venturoli, Dino Villani.
Sue opere figurano inco1lezioni pubbliche e private ita1iane e straniere.

 

 Vittorio Silvestri o delle ipotesi di paesaggio.

Marcello Palminteri
Nel solco dell'allusione, o meglio, dell'intenzionale richiamo, Vittorio Silvestri rintraccia il proprio indirizzo nelle possibilità sempre nuove e moderne della pittura, cioè riflettendo sulle proprie capacità di applicazione e di reinvenzione della pittura stessa e sul senso del fare arte. Sicché Silvestri trasgredisce emotivamente i termini della rappresentazione, coagulando nelle sue opere, assieme ad un opulento natuta1ismo, una nascente occasione astratteggiante, dettata da1l' esigenza di una scomposizione spaziale in cui l'artista verifica la distribuzione del colore nel ca1colo di una precisa rispondenza tra i tagli orizzonta1i, vertica1i e diagona1i che riva1utano l'assunto figura1e. In questo contesto costruttivo si specifica il segno, incisivo e tagliente, un segno che accenna più che descrivere e che attesta la vocazione di Silvestri alla dilatazione del gesto e de1la penne1lata, avvertendo, se mai ce ne fosse bisogno, della rapidità intuitiva con la qua1e sono delineati spazi e forme.
Così l'artista perviene a1la formulazione de1le sue ipotesi di paesaggio esprimendo l'insopprimibile desiderio di cogliere la vera essenza delle cose: non imitando la rea1tà, ma trasfigurandola. Facendo effettualmente pittura.

Testimonianze critiche.

Pino Giacopelli.
Silvestri, con le sue immagini (rivelatrici di una strenua esperienza grafica), muove quell'anelito di libertà che, insopprimibile nell'uomo, è vissuto ne1l'artista senza retorica, e con accenti di credibilità ta1e che non possono lasciare insensibili neppure i meno provveduti. (...)

Franco Grasso.
Vittorio Silvestri condensa le esperienze fondamenta1i de1la più recente pittura di avanguardia, attraverso le qua1i e pervenuto ad un linguaggio decisamente caratterizzato dove preva1e il segno-colore, in immagini spesso collocate in scomparti geometricamente ritmanti gli spazi. ()

Giuseppe Servello.
In termini di chiarezza e fuori da oscuri sofismi, Silvestri riprende temi che ne1la struttura formale esterna si ricollega a1le vetrate de1le cattedrali gotiche (i riquadri qui diventano sbarre carcerarie) e li attua1izza su1la base de1le cocenti rea1ta. La sua e una dissezione instancabile, visiva e concettua1e, che si innesta a1 realismo e da1l'a1tro lato accumula materia1i simbolici. (