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POESIA


ANTONIO M. DI FRESCO

 


 

Il tuo pennello è un flauto
che narra la legenda di Sicilia
"c'erano tanti monti nell'isola
aprica e misera a un tempo e il pastore
fuggì col suo gregge, un mattino"
e resta sola questa terra
col suo sposo Sole
i figli gridano vendetta
con te che accordi la tua rapsodia
con diapason di solfuro di piombo
e t'inoltri in conchiglie senza musica
o tenti cime dove la rabbia
fischia fra gli spazi.
Amico, nella sera si scioglie
la quiete delle stelle
e la luna ulula i suoi misteri
ai boschi
tu traduci armonie con prodigi
colorati: è l'anima d'emiro - forse - rassegnata
ad antichi splendori.

Antonio Maria Di Fresco

 

 

 

Là dove il sole, il suo coltello
vibra, fra le cime dei monti,
e uccide l'orma antica dei sogni
ho visto un uomo cogliere fiore e fiore
cicatrici d'uccelli su destrieri pettinati
dal vento afoso delle estati
e improvvisare i giochi della terra
con noci di colore su paesaggi
che della morte hanno il mistero
e dell'aurora il muto prodigio
di credere a nuove stagioni
di splendore.


Antonio Maria Di Fresco