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I Globi di Gerardo Mercatore

La sfera terrestre (1541) e la sfera celeste (1551) di Gerardo Mercatore sono forse una delle principali attrattive delle collezioni. La rarità dei globi (in Italia ne esistono solamente altre tre coppie) e la fama del Mercatore, il più grande geografo del Rinascimento, fanno dei mappamondi di Urbania forse la maggior attrattiva del Museo. La sfera terrestre porta la dedica a Nicola Perrenot e la sfera celeste (1551) è dedicata a Giorgio d’Austria. Nel globo terrestre a circa mezzo secolo dalla scoperta dell’America sono già delineate le coste del nuovo mondo con ricchezza di nomi e di località. Il geografo fiammingo poco dopo le scoperte geografiche della fine del ‘400 introdusse innovazioni molto importanti di cui la più nota è la proiezione detta, appunto, del Mercatore.

Sfera Celeste (particolare sagittario)

Gerardo Mercatore - Sfera Terrestre

Gerardo Mercatore, Sfera Celeste (part. sagittario)

Gerardo Mercatore, Sfera Terrestre

 

Mercatore

Gerard Kremer latinizzato Mercator, (Rupelmonde, 1512 - Duisbourg, 1594), conosciuto principalmente dalla storiografia per i suoi lavori di cartografia, rappresenta una figura essenziale di esperto senza pari nel campo della scienza matematica applicata agli studi cartografici. All’Università di Lovanio conosce Gemma Frisio, professore di matematica e medicina, di cui diventa presto il discepolo più attivo, finché la sua fama cresce tanto da ricevere l’incarico da Carlo V di costruire apparecchi matematici e topografici. Diventerà così un importante umanista scientifico del Rinascimento. Mercatore costruisce strumenti geomatematici e diversi globi terrestri e celesti che in coppia vengono contesi dai potenti dell’Europa. In Italia se ne trovano oggi coppie a Roma presso l’Osservatorio e Museo Astronomico, a Cremona presso la Biblioteca Statale, a Prato presso la Biblioteca Roncioniana e a Urbania presso la Biblioteca Comunale. I globi di Urbania sono curatissimi, secondo le più aggiornate conoscenze 

Sfera Celeste e Sfera Terrestre

Gerardo Mercatore, Sfera Celeste e Sfera Terrestre

  matematiche del tempo. Vantano anche disegni superbi, che avevano lo scopo di colmare lacune in attesa di nuove acquisizioni geografiche, ma anche utili a soddisfare la curiosità su genti e terre lontane; inoltre decorazioni ed elaborati cartigli con informazioni varie impreziosiscono l’opera e ne arricchiscono il contenuto scientifico. La sfera celeste risale al 1551, misura una circonferenza di cm. 131. Poggia su un sostegno ligneo costituito da quattro colonnine di cm 23,5 che si innalzano su piccoli piedistalli posti alla periferia di un disco sempre in legno. La sfera presenta due cartigli uno con la dedica e l’altro alla sua destra con il privilegio. La sfera fu infatti dedicata a Giorgio d’Austria Vescovo di Liegi, figlio naturale dell’imperatore Massimiliano I. Nel secondo cartiglio si riporta il divieto di imitazione e di vendita per dieci anni, un arco di tempo breve, ma sufficientemente lungo per far perdere di attualità i globi bisognosi di continui aggiornamenti per il costante apporto di novità geografiche e cosmografiche. Sono rappresentate le stelle con  

Sfera Celeste (particolare)

Gerardo Mercatore, Sfera Celeste (part.)

 

 denominazione latina, greca e araba e in particolare i dodici segni dello zodiaco disegnati secondo le descrizioni della mitologia greca. Mercatore fonda la sua opera cosmografica sul trattato astronomico di Tolomeo ignorando o deliberatamente rifiutando le nuove ipotesi enunciate in quegli anni da Copernico, il che sembrerebbe indicare che la sua apertura verso le nuove scoperte geografiche non fosse accompagnata da una pari disponibilità verso le realtà celesti. La sfera terrestre possiede caratteristiche tecniche del tutto simili: circonferenza di cm 131, quattro colonnine di sostegno, una base che reca ancora l’incavo dove era sistemata la bussola. Frequenti sono le figurazioni di mostri marini. Si tratta di animali mal conosciuti, per lo più semplicemente avvistati da marinai nelle loro peregrinazioni e pertanto avevano assunto nell’immaginario popolare forme e dimensioni inverosimili.

 Compaiono tre cartigli di particolare importanza. Il principale sormontato dallo stemma dei Signori di Granvella indica la dedica  a Nicola Perrenot, cancelliere di Carlo V. Il secondo cartiglio reca la firma e la data del 1541. Il terzo riporta su tre  colonne le denominazioni di sessantacinque città europee raggruppate per nazioni. Colpisce in particolar modo la precisione con cui è rappresentata  l’America già allora anche se

   quella  settentrionale presenta alcune malformazioni. Tra le varie rappresentazioni sono presenti anche Los Romeros insulae, dove, citando Marco Polo, volerebbe il gigantesco uccello Ruc così grande da trasportare un elefante. Queste opere sfuggirono fortunosamente alla spoliazione della biblioteca urbaniese ordinata da Papa Alessandro VII nel 1667 per fondare la Biblioteca Alessandrina di Roma, forse per lo scarso interesse suscitato da due globi superati per aggiornamento e ricchezza di particolari e per la difficoltà di trasporto di oggetti ingombranti, fragili e comunque obsoleti. Le sfere potrebbero essere state procurate da Guidubaldo II, grande mecenate e amante delle lettere, delle scienze e delle arti oppure da Francesco Maria II Della Rovere appassionato studioso di geografia e cosmografia, che le avrebbe fatte acquistare dai suoi agenti presso la libreria Plantin di Anversa o dal cardinale di Granvella (Antonio Perrenot, amico e protettore di Mercatore) con cui il suo rappresentante a Madrid aveva intrattenuto rapporti diplomatici.

Sfera Terrestre (particolare)

Gerardo Mercatore, Sfera Terrestre (part.) con dedica a Nicola Perrenot