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Il duca Guidobaldo e il sec. XVI

Aveva soltanto dieci anni Guidobaldo quando assunse il bastone del comando. Il padre ne aveva affidata la tutela ad Ottaviano Ubaldini della Carda, parente ai Montefeltro, uomo abbastanza addottrinato e praticissimo negli affari di governo, ma di non poca ambizione. Dai teneri anni Federico aveva dato al figlio a precettore il padovano Lodovico Odasio esimio letterato di que’ tempi, ed il principino, sotto sì illuminata guida, cresceva di belle speranze, tanto che i popoli lo preconizzavano non degenere di tanto padre. Durante la minorità del Principe, Casteldurante vide sbocciare, crescere e fiorire nel suo seno l’arte leggiadra delle maioliche per la quale il paese nostro salì a fama veramente mondiale. Nel 1489 a 17 anni il Duca celebrò solenni nozze con Elisabetta Gonzaga; infausto connubio però giacché, per naturale impedimento di Guidobaldo, non ebbero figli. L’ onestissima Sposa, con animo forte e rassegnato, sopportò la sua disgrazia, mentre il Duca, che l’amò sempre con tenerezza, faceva di tutto per farla divagare procurandole divertimenti di cacce, di musiche, di spettacoli. Per questo Casteldurante l’aveva spesso fra le sue mura, dove la gioventù nostra recitava in suo onore commedie e componimenti poetici nei locali della Corte mancando un teatro, mentre il Comune ne curava l' illuminazione con torce sostenute da giovani paggi, sontuosamente vestiti. Nel nostro Parco, già ricco di selvaggina, la Duchessa prendeva parte nella caccia specialmente dei daini e dei cervi, dei quali poi si teneva come trofeo le teste che vediamo anche oggi nella nostra biblioteca. Ma più d'ogni altro, la memoria dell'angusta principessa, resterà fra noi eterna per l’erezione e dotazione del Monte di Pietà, al quale con atto del 23 luglio 1509, donò un vasto predio detto allora "il podere di Proverzo". Dal suo sorgere fino a questi nostri ultimi tempi il pio Istituto fu vera benedizione per la povera gente. Una lapide commemorativa adorna di semibusto ricorda la generosa benefattrice.