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Monastero delle Clarisse
Ex Convento dei Cappuccini
La chiesa di Santa Chiara, esistente già nel XIII secolo, fu rimaneggiata nel 1626; adiacente è l’ex convento delle Clarisse attribuito a Girolamo Genga. Pur non strettamente dipendenti dalla committenza Roveresca, la
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Strada di arrivo verso la chiesa di S. Chiara |
Ingresso chiesa di S. Chiara |
chiesa ed il convento delle Damianite o Clarisse sono di antica fondazione. Il soffitto fu eseguito nel 1623 a spese del Duca Francesco Maria II. Le vicende della chiesa sono tuttavia legate alla committenza ed alla pietà degli Ubaldini la cui presenza è testimoniata da numerosi stemmi e dalle tombe. Nella chiesa sono |
conservate importanti opere del periodo ducale tra cui l’affresco rappresentante il ‘Paradiso’ di G. Episcopi e L. Dolci. Da ricordare sono inoltre la pala dell’altare maggiore (Madonna in Gloria e Santi) di G. Cialdieri (1629), l’affresco raffigurante ‘La Crocifissione’ di G. Episcopi e, attribuito allo stesso, l’ "Ascensione". E tuttavia degno di menzione il curioso episodio accaduto nella chiesa e minutamente descritto nelle carte del 1601 della Busta 189 (fasc. 2 cc. 25 r.c. 80 r.) dell’Archivio della Curia Vescovile di Urbania. I documenti riguardano infatti un processo intentato nel marzo 1601 dal tribunale ecclesiastico di Casteldurante contro il pittore Giorgio Picchi, per avere manomesso gli affreschi dell’Episcopi. Il Picchi, parente della Badessa, notte tempo aveva cercato di distruggere il vecchio affresco dell’Episcopi raffigurante le Sibille, per sostituirlo con la sua opera più moderna e nuova. Tale azione negli atti non tanto per motivi di stile, anche questi specificati con attenzione, ma per questioni teologiche dottrinali addirittura non indicate dalle monache, ma suggerite dallo stesso pittore. (« Io non ho sentito dire che sia mai stato detto alle monache di Santa Chiara che quelle Sibille, poiché in quello altare sta il Santissimo Sacramento..... Et che le Sibille depinte nella Chiesa di Santa Chiara sono fuori del quadro nell’ornamento... ». Le Sibille erano inoltre, come apprendiamo dagli stessi atti, gradite al duca Francesco Maria II, «... ho inteso che questo sarà stato di gran dispiacere al Signor Duca nostro se fosse stata questa quella Sibilla, che ho inteso gli piacesse assai». Dalle stesse carte apprendiamo che il Picchi avrebbe dovuto dipingere al posto dell’opera dell’Episcopi: «Un’arme della loro religione, et dalle bande dei angeli grandi vestiti di variati colori; sotto la cornice dove è il putto che si è cominciato da fare l’angelo Gabriele, |
Madonna col Bambino, i santi Chiara, Bonaventura, Francesco, S.Orsola e le vergini (inizio sec.XVI) di Timoteo Viti |
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che saluta la Madonna.., sotto ... la natività della Madonna et l’altro quando nostro Signore appare ai discepoli, che gli presentarono inanzi il pesce arrosto...». L’affresco dell’Episcopi è oggi scomparso.
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Girolamo Cialdieri - Assunzione della vergine,(1631) |
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