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Museo della cultura contadina

La nuova sistemazione degli attrezzi da lavoro e degli oggetti d’uso del mondo rurale ha cercato di individuare un allestimento che collocasse adeguatamente i materiali da un punto di vista scenografico in una sorta di continuità estetica con le suggestive e straordinarie strutture architettoniche della cantina del Palazzo Ducale in modo da sottoporre il visitatore a diverse sollecitazioni: da un lato coinvolgerlo sul versante artistico con la visione delle forme architettoniche del sito e dall’altro interessarlo sul piano storico attraverso particolari approcci che solo gli oggetti d’uso e gli strumenti di lavoro riescono a fornire. Si è diviso la raccolta in due sezioni: la prima destinata all’illustrazione del ciclo del grano e la seconda al ciclo della vite e del vino. Il percorso espositivo pensato per la nuova sistemazione degli attrezzi aggiunge all’obiettivo centrale di raccontare la storia dell’agricoltura dalle origini ad oggi attraverso le immagini, gli oggetti e le schede, un secondo obiettivo svolto a fornire una adeguata documentazione sulla didattica dell’attrezzatura rurale basandosi sulle esperienze realizzate in

Egidio Sadeler (Giugno - la mietitura)

Egidio Sadeler, Giugno, la mietitura

 

 passato in questa direzione dalla scuola media di Urbania. Una delle finalità dell’istituzioni del Museo, la più significativa, è quella, appunto, di accostare le giovani generazioni ad un mondo attualmente molto cambiato e dai ritmi differenti: il recupero e la conoscenza di una cultura profondamente legata alla terra ed  alla fatica dell’uomo non poteva trovare cornice migliore se non in un monumento carico di  storia come la  struttura del Palazzo Ducale.

Egidio Sadeler (Settembre - la vendemmia)

Egidio Sadeler, Settembre, la vendemmia

  La metodologia espositiva è quella di una successione di moduli, che percorrono le successive fasi dei due cicli, grano e vino. All’interno del modulo si intrecciano testi molto brevi, collocati su leggii per illustrare la storia e la funzione dei materiali esposti ed oggetti sempre corredati da didascalie e schede esplicative, collocati in appositi supporti. Sullo sfondo un pannello con un’immagine scelta all’interno dell’iconografia artistica o dei repertori fotostorici, per sottolineare la contestualizzazione dell’oggetto materiale, collocato sulla piattaforma del modulo. Il punto di arrivo di questo sistema di comunicazione è duplice: mantenere desto un interesse forte sugli aspetti didattici, nel contempo suggerire percorsi di lettura, non solo più semplificati sul piano concettuale, ma anche più godibili sul piano estetico per un pubblico più frettoloso. Le varie fasi dei cicli attraverso disegni e foto storiche consentono di leggere, oltre che la ricostruzione delle lavorazioni, anche informazioni sulle loro trasformazioni in seguito alla meccanizzazione della strumentazione e la modernizzazione dei sistemi agrari. Per quel che riguarda la ricostruzione del ciclo della vite e del vino, si è mantenuta integra una parte dei sotterranei ducali attrezzata da secoli come cantina che è così rimasta intatta nelle sue linee essenziali. Tini, torchi e botti fanno da sfondo alla ricostruzione del ciclo della vite e del vino e nel contempo porgono l’occasione per proporre un percorso e documentario.