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Oratorio del Carmine

Di seguito sulla destra, quasi mimetizzato tra le case, è il piccolo e significativo oratorio del Carmine di antica erezione e ricostruito nell’assetto attuale nel corso del Cinquecento. Sulla parete di fondo si può ammirare uno stupendo altare costituito da una cornice in travertino decorata a candelabre sulle quali è

Madonna col bambino

Giuliano da Rimini - Madonna col bambino

 

ancora possibile vedere la traccia della doratura originaria: è indubbio che il manufatto eccheggi quelli consimili del Palazzo Urbinate, tanto che è avanzato il nome di Ambrogio B e della sua bottega. La cornice contiene un affresco eseguita nei primi anni del Trecento da Giuliano da Rimini raffigurante la Madonna in Trono con bambino, in origine collocato nella rocca durantina, ma trasportato con tutto il muro nell’oratorio quando la rocca fu abbattuta, pertanto era indicato come "majestà de porta de sopra". Documenti d’archivio riportano di come attorno al 1579 l’affresco fosse stato ritoccato da Giustino Episcopi, intervento identificato nei recenti restauri che gli hanno restituito piena leggibilità. Nel 1604, come è scritto nel libro sistemato accanto al profeta Isaia collocato sulla parete d’entrata insieme al re David, l’altro durantino, Giorgio Picchi,     decorò le pareti con le storie della vita della Madonna a cominciare dalla Natività, quindi la Presentazione al Tempio (parete di destra), la Visitazione a S. Elisabetta e l’Assunzione

Re David

Giorgio Picchi, Re David

 

 (parete a sinistra), mentre a lato della Madonna in Trono con i suoi brillanti colori che il pittore racconta l’episodio dell’Annunciazione. Di fronte all’oratorio sono collocati i giardini pubblici che rappresentano un qualificato luogo di socializzazione: vi campeggia una fontana decorata a motivi floreali che riporta la data del 1899, realizzata da Ruggero Piccini (1854-1937), allievo dell’Istituto d’Arte di Urbino, valente plastico e decoratore (attivo anche nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano). Vi si può ammirare anche il monumento ai caduti risalente al periodo fascista concepito come un colombario dove i caduti sono ricordati in piccole nicchie con i nomi e gli strumenti del lavoro della loro vita civile.