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Oratorio del Corpus Domini
"Profeta" di Raffaellino del Colle (Foto Archivio Soprintendenza Urbino)
"Sibilla" di Raffaellino del Colle (Foto Archivio Soprintendenza Urbino) |
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impresa dei Montefeltro, ed un secondo raffigurante lo stemma inquartato, con il leone rampante e la testa di cervo, emblema ubaldiniano. Sempre del medesimo autore è l’affresco dell’altare di sinistra: la Sacra Famiglia derivante dallo stesso tema realizzato da Raffaello Sanzio per Francesco I, nata da una splendida incorniciatura e sormontata da una lunetta con Padre Eterno. Sopra lo stesso altare è posta una Madonna in trono con Bambino del XV secolo. Negli anni immediatamente precedenti il 1533, Raffaellino del Colle dipinse, oltre gli affreschi, anche le due tele ai lati dell’altare maggiore: Il Redentore e gli angeli e La Madonna del velo, su committenza di Bernardino Ugolini, commissario della Massa, la cui famiglia abitava proprio di fronte alla chiesa. La pala dell’altare maggiore è opera di Giorgio Picchi (Roma 1550/1560 - 1605) commissionatagli dalla Confraternita per la ricorrenza del Corpus Domini del 1586: il tema trattato è quello dell’ Ultima cena dove il pittore riprende l’impostazione utilizzata da Giusto di Gand per l’omonimo oratorio di Urbino, attualmente conservata nella Galleria Nazionale delle Marche che ha sede nel Palazzo Ducale di Urbino. Sotto lo stesso altare è posto un Cristo Morto di legno scolpito, definito antichissimo già nella visita pastorale del 1620, risalente probabilmente al XV sec, e realizzato in una locale bottega. Oggetto di continua devozione, era in origine visibile dietro una grata di ferro, finché nel 1739 cominciò ad essere nascosto da un paliotto di legno scolpito, che veniva tolto solo nella settimana della Passione. |
Raffaellino del colle, Il profeta Amos
Raffaellino del Colle, Sacra famiglia (particolare) |