Torna alla Home Page                                                                                          Torna a storia e arte di Urbania

 

Sala Federico Melis

 

Il ceramista ha una sala a lui intestata nella parte del palazzo che fu anche attiva come Ceramica Albani nel secolo scorso dal titolo: "Federico Melis: opere e vicende di un ceramista tra Sardegna e Marche" che costituisce un capitolo per la storia della ceramica di Urbania. Federico Melis (Bosa (NU) 1891 - Urbania, 1969) si trasferì in Urbania all’inizio degli anni ‘40 in cerca di un luogo propizio per approfondire e svolgere la sua arte di scultura ceramica nella quale come ha scritto il poeta Carlo Betocchi "...il grido della antichissima ma non estinta civiltà ha una sua autenticità ed una vorrei dire propria barbarie ..." Il Melis viene considerato un pioniere della ceramica, recupera i temi e i motivi della Sardegna folklorica e nuragica pur dialogando

Opera di Federico Melis

 con le avanguardie storiche del ‘900. Nel suo lungo soggiorno in Urbania, di cui fu cittadino onorario, si rese animatore instancabile per tutte le giovanili vocazioni alla ceramica; infatti in questa sala una vetrina è riservata a coloro che in un modo o nell’altro si avvantaggiarono del rapporto con questo tenace ed autentico artista. Fra questi può considerarsi anche Isa Casano Melis, allieva e moglie del maestro, che ha fatto donazione al Museo di Urbania di gran parte della produzione del marito, compresi la biblioteca e gli archivi. Un suggerimento che il Melis ha portato all’ambiente dei ceramisti di Urbania, proposto con il suo esempio e la sua opera, è stato quello di togliere alla ceramica il sigillo esclusivo dell' antico e di aprire comunicazioni con la pittura moderna. Tra gli allievi di Melis è almeno da ricordare Vittorio Salvatori, già insegnante di foggiatura all’Istituto Statale d’Arte di Urbino, figura antica di ceramista pur vivendo nel nostro tempo. Foggiatore a titolo principale, ma esperto in tutte le fasi di lavorazione, dopo avere per  innumerevoli volte compiuto esperienze di foggiatura alla Ceramica Piccolpasso e al Museo Civico, ha voluto donare cento opere di ceramica realizzate soprattutto nell’ultimo decennio. Sono pezzi 

 eseguiti con la consueta maestria del foggiatore, (ritenuto già dagli anni sessanta uno dei principali maestri italiani) ma nei quali ha introdotto un gioco libero con le forme, applicandovi, con libertà inventiva, colori sinceri e squillanti.