Torna alla Home Page                                                                                     Torna a storia e arte di Urbania

 

 

Santuario di Battaglia

 

Poco fuori dal centro storico di Urbania, in direzione di Peglio, quasi nascosto tra le verdi colline che circondano la città, si trova il Santuario di Battaglia. Il nome, come in un primo momento può sembrare, non deriva dalla commemorazione di un particolare evento bellico ma da Marino Antonio Battaglia di Urbania che volle edificare nel 1634 un piccolo Oratorio dedicato al Crocifisso. L’immagine che vi si venera raffigura una Crocifissione con ai piedi la Vergine e San Giovanni, dipinta ad affresco, da un anonimo pittore locale. In seguito ad eventi miracolosi, verificatisi nel 1717, la devozione verso il SS. Crocifisso ebbe un grosso impulso tale da provocare un sempre più cospicuo afflusso di pellegrini, provenienti dalle vicine province. Fu, infatti, in seguito all’esigenza di avere un edificio più capiente e più adatto ad accogliere pellegrini, che il primo oratorio dovette essere ampliato quindi inglobato in una struttura più altisonante. Nel 1718 

Ex voto con veduta di Urbania (particolare)

Anonimo del XVIII sec., Ex voto con veduta di Urbania (part.)

  l’Arcivescovo di Urbino Tommaso Maria Marelli (1716-1739) diede l’incarico per la costruzione del nuovo edificio che venne disegnato da un frate del convento dei Carmelitani Scalzi di Urbino, fra Giovanni da Santa Teresa. Oltre ad inglobare il piccolo sacello, i propositi dell’Arcivescovo furono quelli di innalzare una casa parrocchiale ed una foresteria per i numerosi pellegrini. Il rettorato della nuova parrocchia, in cui confluì la più antica di San Zenone, venne affidato al parroco don Francesco Papi di Urbino il quale seppe amministrare egregiamente le entrate del Santuario tanto da poterlo terminare e solennemente consacrare il 3 luglio del 1731. Esternamente l’edificio si mostra, nella facciata, con classica imponenza. L’ingresso è preceduto da un piccolo pronao, ad interrompere l’andamento uniforme della muratura scandita da sei lesene. La parte superiore e culmine della facciata, è addossata su

 un lato del tamburo della cupola, quasi con l’inutile sforzo di contenerne la sua maestosità. L’andamento esterno del santuario è a pianta rettangolare ma l’ottagono formato dal tamburo lascia già intuire la pianta centrale interna decorata da eleganti archi in cui sono raccolti gli altari, decorati da colonne e angeli in stucco, e la cantoria. Nell’altare centrale è la venerata immagine, mentre in quelli laterali la Madonna con San Michele Arcangelo e San Zenone, dipinto di Domenico Giannotti di Urbino e San Francesco di Paola del veneziano Giovanni Bollani. Nella fascia del tamburo i finestroni sono alternati da medaglioni dipinti con la raffigurazione di Angeli che recano i simboli della passione, mentre in quello centrale è raffigurato il Cristo Risorto dipinti, anche questi, dal Bollani. Una interessante raccolta di ex voto in maiolica, testimonianza della fervida devozione verso il SS. Crocifisso, si può ancora ammirare presso il Museo Diocesano Albani di Urbino.