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Ultimo eccidio di Castel delle Ripe

Fin dal 1213 l’imperatore Federico II a rimunerare le bellicose gesta compiute a suo sostegno dalla nobile schiatta dei Montefeltro, aveva loro concesso, come già si è detto, in feudo Urbino. Ma questo popolo, sentendo amaramente suonare l’ ultima ora di sua libertà, resistette per vent’anni alle imposizioni imperiali. Finalmente per l’intervento dei riminesi alleati, per la ferma volontà di Federico ed anche pel timore di maggiori ed imminenti guai, aperse le porte ai Feltreschi con trattato conchiuso in Rimini il 31 gen. 1234. Il nuovo signore di Urbino, Guido il vecchio, pertinace e feroce ghibellino più volte scomunicato dai papi, si era reso infesto più o meno larvatamente ai poteri ripensi. Ingolfato Guido nelle guerre di Romagna contro la parte guelfa, teneva in Urbino a suo rappresentante il cugino Galasso, anch’esso fiero ghibellino il quale come aquila, tendeva gli artigli contro il disgraziato paese nostro, aspettando propizia occasione per piombargli addosso. Qui cedo la narrazione ad un monaco che più tardi lasciò questa memoria: "Il sito ove oggi è Castel Durante apparteneva una volta alla nostra Abbazia, i monaci lo diedero a Mons. Guglielmo Durante. L’antico castello (di Ripe) fu distrutto nell’ anno 1277, il che avvenne per l’incuria degli uomini i quali in gran numero s’erano portati a S. Angelo, credendo di potervi goder pace. (Conosciuta la grande disgrazia) immantinente, impugnate le armi, rincorsero i nemici che a gran stento scamparono, da pagare molto cara la loro vittoria". Tranne questo appunto del religioso, nessun altro documento ci fornisce l’anno preciso della distruzione del Castello. Atti autentici del 1308 dicono e ripetono quanto appresso: "Al tempo della ribellione e inobbedienza del magnifico Galasso Conte di Montefeltro, degli uomini di Urbino e loro seguaci contro la S. Romana Chiesa e contro il Rev.mo Can.co Guglielmo Durante, il quale più tardi fu creato Vescovo Mimatense. Preside e Rettore generale di Romagna e città e distretto di Urbino, l’antico Castel delle Ripe sito nella diocesi di Urbino per la sua fedeltà ed ossequio alla detta S. Chiesa fu da questi ribelli invaso, abbattuto e distrutto". Spettacolo di profonda desolazione! Un paese intero, vecchi, donne, fanciulli, spogliati in poche ore d’ogni loro sostanza, scampati a miracolo dall’eccidio della patria, vaganti per lunga stagione per le campagne, costretti mendicare asilo e pane in qualche villa o castello dei dintorni! Ma quanti rifiuti! quanti stenti! quante lacrime! Molti e forse la maggior parte affollatisi attorno al turrito Monastero di S. Cristoforo imploravano difesa e pietà. I pochi religiosi col loro abbate aprirono subito le braccia alla più amorevole compassione, mettendo a disposizione dei ripensi tutti i locali monastici, la Chiesa istessa e la folta selva di cerri.