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piacevole, eccitante, eclettica, artistica Barcelona.
28 dicembre 2009 - 2 gennaio 2010
panorama della città dalla collina di Montjuïc, 213 metri. I Romani vi costruirono un tempio dedicato a Giove (Mons Jovis da cui il nome Montjuïc)
Església de Santa Maria del Pi, luce del tramonto
Santa Maria del Pino (XIV secolo), rosone del diametro di circa 10 metri, ricostruito dopo l'incendio del 1936
nel Poblenou: Torre Agbar, di 33 piani, dell'architetto francese Jean Nouvel. Oggi distretto alla moda, un tempo luogo di fabbriche e ciminiere.
casa Batlló sul Passeig de Gracia, terminata nel 1906.Creata da Antoni Gaudí (1852 - 1926, esponente guida del Modernismo catalano) su un edificio preesistente.
C'è chi sostiene che questo complesso di appartementi rappresenti la leggenda di san Giorgio che uccide il drago.
Palau de la Música Catalana (1908)
progettato da Lluís Domènech i Montaner e simbolo della nuova architettura modernista catalana, è sede dell'Orfeó Català, un coro amatoriale fondato nel 1891 da Lluís Millet e Amadeu Vives.Dal 1971 è monumento nazionale e nel 1997 è stato dichiarato dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità.
Mercat Boqueria
la Balena, Peix - Fish Sculpture / Pesque Escultura, balena di bronzo di Frank Gehry, realizzata tra il 1989 e il 1992, lunga 49 x 30,5 metri, in pietra, acciaio e vetro. Gehry (Toronto, 1929) ha progettato anche il Guggenheim Museum di Bilbao, realizzato nel 1997, definito come un ammasso di 33.000 lamine in titanio, pietra calcarea e 2.500 lastre di cristallo.
Barceloneta, barrio marinero de Barceloneta, quartiere tradizionale dei marinai e dei pescatori, dal 1753.
l'arte è un po' d'appertutto in città, qui siamo nella zona El Raval
e questo invece è un negozio in Plaça del Palau (zona del Born), sempre Dalì con le sue immagini indimenticabili
Rambla de Santa Monica
Prendendo una sosta durante la visita della Fundació Joan Miró, approfitto per fare alcune considerazioni.
Cos'è l'arte? Forse sentirsi a casa, come mi è capitato in queste sale, e ritrovare parti di sè, nonchè goderne.
Entrando nella sala dove sono esposti i quadri "Contadino catalano al chiaro di luna" (1968), olio su tela, 162x130, e "L'oro dell'azzurro" (1967), olio su tela, 205x175, ho registrato una sensazione molto particolare.
Avevo copiato il primo dei due quadri, diversi anni fa, e ora la mia piccola tela è appesa nell'ambiente della casa che maggiormente amo; è quindi a portata del mio sguardo praticamente sempre.
Avevo già visitato questo museo anni fa, forse era il 1993, e non ricordavo che questa opera fosse qui, che tra l'altro è anche molto più grande della mia modesta copietta.
L'impressione è stata netta e quasi violenta. Trovarmi a casa, con il corpo confuso, estremamente, per l'emozione inattesa, e quasi difficile da afferrare nella sua pienezza, da integrare.
Girando lo sguardo a sinistra osservo l'altra tela, la cui riproduzione è stampata su una delle mie tazze da tè preferite.
Di nuovo qualcosa da assaporare con estremo piacere.
Riconoscere, riconoscersi. Arriva al cuore. La capacità dell'arte di aprire la mente, il sentire (il cuore), e gli orizzonti.
Quando l'arte contiene la bellezza, giunge attraverso i sensi a colpire l'immaginazione di chi guarda, e se riesce a sfiorare determinate "corde" (la sensibilità), stimola il cuore. Pensieri inconsci e altre sensazioni nascono nell'animo.
Poco dopo, per terra, sul bordo di un marciapiede assolato, raccolgo una brochure con una frase di Picasso:
El arte no es nunca casto. [...] Sí, el arte es peligroso. O si es casto, no es arte.