la mappa

febbraio - marzo 2008



Sono stato a Dharamsala, nel distretto di Kangra, Himachal Pradesh. Erano anni che pensavo di visitare questi luoghi.

Dharamsala si sviluppò nell'800 come base militare inglese e come luogo di villeggiatura. Gli inglesi se ne andarono verso Shimla dopo il forte terremoto del 1905 che distrusse la città.


Dal 1960 ha offerto rifugio al XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, e a migliaia di tibetani in esilio, tanto da meritarsi il nome di 'piccola Lhasa'.
In realtà è a McLeod, detta anche Upper Dharamsala, che trascorrerò gran parte del mio tempo qui, con l'albergo che si trova a 1800 m. slm, a Bhagsu.



Il Norbulingka è un complesso di alloggi in stile tibetano, un tempio, uno shop, un museo, ristorante, un giardino con placidi canali d'acqua, uno stupa, un centro per le arti, un centro di ricerca. È un concentrato di Tibet, di come lo immagino, perfetto, silenzioso, un regno di vera pace e concentrazione.



Oltre l'algido albergo mi ritrovo nei pressi di una cascata e individuo anche un tempietto piastrellato di bianco con piscine limitrofe.
Poi arriva un anziano che regge piccole fronde in mano e porta un cestello da cui spuntano pochi flaconi con la scritta Back Massage. È il massaggiatore ambulante che offre i suoi servigi nella sfera energetica della cascata.

Mi piacciono le bancarelle costruite miracolosamente sullo strapiombo lungo la via che conduce da McLeod a Bhagsu. C'è anche un 'Momo burger'.
Poco oltre c'è il negozio di Rosa-n-Tosh. Già me li immagino: lui giamaicano erculeo e spaventoso, occhi da fumo e apelli iper-rasta, lei che potrebbe essere italiana o americana o anche scandinava, comunque diafana, altissima e bionda, caffettano rosa pallido e lungo, camminata sciolta, quasi sollevata da terra. Lui la guarda con ammirazione e possesso maschile, fumando una roba arrotolata dal profumo indescrivibile. Gestiscono un 'artistic shop', e dalla indicazione si intuisce che si occupano di paintings.



Durante la kora un monaco dipinge di bianco (calce) una piccola casa dall'aspetto poco stabile, poi dipinge anche le rocce del sentiero. Uno scandinavo mangia qualcosa insieme a una tibetana; sono seduti tra le rocce e le mucche li circondano. Sono bianche e nere o totalmente nere e occupano il sentiero tra gli abeti che conduce agli stupa e alle ruote di preghiera. Due monaci accovacciati leggono un giornale. Gruppi di tibetani si stupiscono vedendomi seduto - un po' istupidito - a contemplare le montagne.
Lungo questo sentiero trovo un altarino con sassi disegnati con le Om, la foto del Karmapa, immagini di Padmasambhava e Cenrezig, una spiga colorata di porpora, palline di Natale e fiori di rododendro.



Tutto sembra perfetto, e mutevole. Nulla mi tocca.


Mi dirigo verso le case dei meditatori, tsam khang. Salendo nel bosco silenzioso e tiepido, ricevo indicazioni da due giapponesi e dal barista del Tushita, che è un punto di riferimento a metà strada di questo piacevole cammino. Infine ad un monaco chiedo dove sia lo stupa. Non capisce. Dico chörten, sottolineando la ö. In questo modo comprende la mia richiesta e col braccio e un sorriso mi indica di andare avanti. È bello farsi capire, grazie alla lettura di libri sul Tibet, di saggi e viaggiatori vari (Tucci, Maraini, Alexandra David-Neel).
Immerse nel bosco trovo casette semplici coi panni stesi e bandiere di preghiera. Qui il tempo è stato annullato.
Il lavoro paziente di chi medita. Mi appoggio ad un albero macchiato di muschio. Sento una spinta verso il cielo come provai ponendo la fronte su una pietra a Machu Picchu. Proiezione verso sfere celesti.
Un uccello blu si posa sui rami del rododendro che col caldo recente ha fatto sbocciare i suoi carichi fiori rossi. Le campanelle del chörten mi fanno volare. È questo il luogo dove giustamente prendere rifugio. Immerso totalmente nella natura. È il luogo della visione corretta. Essere. Nel profondo silenzio, si dimentica tutto. Candele, immagini, bandierine, tutto mi conduce a me stesso. Alla pace nel cuore.






Visualizzazione ingrandita della mappa

se volete leggere di più circa questa mia esperienza indiana:
India 2008 (Delhi, Dharamsala, Dehra Dun)


Un soggiorno in India, pochi giorni a Delhi e un periodo più lungo a Dharamsala, per gli insegnamenti del XIV Dalai Lama. Molti spunti per osservare la realtà tibetana costituita da centinaia di rifugiati, momenti toccanti presso il Tibetan Children Village, un'udienza dal XVII Karmapa, nuove belle amicizie, tanto freddo e... molto altro.

un estratto




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