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La storia dell'US ALBA DURAZZANO SANT'AGATA
 
LA STORIA DELL'US DURAZZANO

Antonio CrisciUno dei più illustri rappresentati del passato calcistico di Durazzano, è stato indubbiamente il Dott. Antonio Crisci, zio dell'attuale presidente dell'US Alba Durazzano Sant'Agata, Alessandro Crisci, che ha smesso di giocare solo dopo aver compiuto i 50 anni.
Da calciatore ha giocato dapprima come attaccante e poi sul finire della carriera è stato un arcigno, ma mai falloso, difensore. Ha militato nell'Internaples, il Portici, il Casalnuovo, la Puteolana, il Giugliano, il Benevento per poi finire la carriera, all'età di 30 anni, nuovamente nella Puteolana, dove era considerato un beniamino dei tifosi.
Ed è stato proprio Antonio Crisci a portare il calcio dilettantistico a Durazzano, scrivendo le pagine più belle della storia calcistica di questo paese.

Questa è una delle prime squadre di calcio di Durazzano degli anni '70.
Nella foto si possono notare: (in piedi da sinistra) Abbatiello G. (assistente), Piscitelli Q., Laudando A., Crisci A. (Presidente e giocatore), Abbatiello C., Abbatiello V., Abbatiello G., Romeo A., Vacchio L. (dirigente), (seduti da sinistra) Crisci A. (attuale Presidente US Alba Durazzano Sant'Agata), Di Cecco R., Iadevaia F., Marletta P., Buoffolino A., Stasi A. (attuale Sindaco di Durazzano e Medico Sociale US Alba Durazzano Sant'Agata).

La foto, forse la prima di cui si ha conoscenza fotografica (tratta da un articolo pubblicato su un giornale dell'epoca), è stata scattata sul vecchio campo sportivo Comunale nei primi anni sessanta.
Spiccano nella foto il Dottor Crisci (il primo in alto sulla sinistra) che in quel periodo oltre ad essere il Sindaco di Durazzano, era anche allenatore e formidabile "regista alla Rivera" di quella formazione.
La squadra era formata da elementi locali e da alcuni rinforzi provenienti da altre Province vicine e tra i titolari che scendevano in campo la domenica a sfidare gli avversari, vi era anche il figlio maggiore del Presidente Crisci, Sandro.


AI GIORNI NOSTRI


La bella realtà dell'US Durazzano prende corpo una sera di alcuni anni fa, precisamente era il 7 luglio 1997, quando tre amici che condividevano la stessa passione per il calcio ritrovandosi a bere una bibita fresca ai bordi di un campo di calcetto di Durazzano decisero di allestire una squadra di calcio locale.
I tre amici erano i signori Alessandro Crisci, titolare di una grossa azienda locale, Gianclaudio Iannucci ex calciatore (tra le squadre in cui ha militato spiccano: Benevento, Messina, Paganese) con esperienze di allenatore in alcune squadre di calcio, Raffaele Maccarone titolare del campo di calcetto "tennis club L. Maccarone", giovane promessa del calcio locale.
Quella sera tra un commento e l'altro si creò il presupposto per una squadra di calcio senza grandi pretese con giocatori giovani e soprattutto locali che avessero una forte passione per il calcio, realizzando così un diversivo anche per gli abitanti di Durazzano che avrebbero potuto passare la domenica in modo diverso, facendo il tifo per la squadra del proprio paese.
Nei giorni successivi dopo aver ricevuto le prime adesioni al loro progetto, vedevano sempre più materializzarsi l'idea di iscrivere una squadra di calcio di Durazzano al campionato dilettantistico di Terza Categoria.
Alessandro Crisci, nei primi giorni di settembre, quando tutto era pronto per l'iscrizione al Campionato di Terza Categoria, seppe che il Moiano Calcio militante nel campionato di Prima Categoria, era intenzionato a cedere il proprio titolo.
Dopo varie consultazioni con i propri amici contattò i dirigenti del Moiano Calcio dai quali rilevò il titolo, riuscendo così ad iscrivere al campionato di Prima Categoria l'US Durazzano che avrebbe disputato il campionato di calcio 1997/98 in una categoria superiore e di gareggiare contro squadre di grosso calibro.
Il tempo necessario per mettere su una squadra competitiva per affrontare un campionato più impegnativo era poco e quindi tra mille difficoltà, in quanto erano pochi i giocatori liberi e quasi tutte le squadre si erano già allestite per affrontare il torneo di prima categoria, si cercò di prendere contatto i giocatori ancora liberi, spesso contattando gli atleti presso le proprie abitazioni o nei luoghi più disparati.
La formazione che ha disputato il campionato 1999-2000A pochi giorni dall'inizio del campionato l'allenatore della squadra, Gianclaudio Iannucci, si ritrovò con un gruppo di ragazzi che ben presto assimilò le teorie del bravo tecnico e con la speranza di affrontare il campionato nel migliore dei modi.
Ma l'US Durazzano iniziò il suo primo campionato in modo più che positivo, infatti alla sesta giornata era già primo in classifica e da allora non ha mai lasciato quella posizione.
Ogni partita era seguita da molti tifosi i quali avevano in dotazione per le trasferte un autobus affittato dalla società.
Dopo 30 giornate, in una domenica di maggio, un torpedone festoso rientrò dalla sua ultima trasferta: l'US Durazzano aveva vinto il suo primo campionato, conquistando così il diritto a partecipare, l'anno successivo al campionato di Promozione.
La squadra in quell'anno fu impeccabile riuscendo a violare i campi di squadre più blasonate e che miravano alla vittoria finale, proprio per questo tra i giornali locali la squadra bianconera era soprannominata la "Matricola Terribile".
  

LA STORIA DELL'ALBA SANT'AGATA

Il calcio a Sant'Agata ha inizio negli anni Trenta. Il primo "settebello" goto fu formato dai pionieri Domenico Picone (portiere), Giovanni Affenita, Amerigo De Blasio (terzini), Alfonso Abbatiello (centromediano), Lucio Mascia e Luigi Stanzione (ali) e Mario Mongillo (centravanti), quasi tutti studenti.
Terreno di gioco dei primi "sette uomini d'oro" del Sant'Agata fu l'ex piazza Mercato, il più vasto spazio aperto dell'epoca. Tra le prime imprese del Sant'Agata il blitz per 2-0 nel derby caudino a Montesarchio. La prima foto che ritrae una formazione del Sant'Agata 1949
Verso la fine di quel decennio del secolo scorso entrarono a far parte di quella formazione a sette anche Sabatino Pascarella (portiere), Giovanni Giordano (portiere), Emilio Truocchio (portiere), Ugo Ievoli (terzino), Ernesto Stanzione (terzino), Michele Iannotta (centromediano) e Giuseppe Iadevaia (centravanti).
Anche questa squadra riportò molte vittorie, tra cui quella famosa con il "Valle di Maddaloni" che, nonostante schierasse l'intera " Casertana", fu sconfitto per 3-1.
(La foto, la prima che mostra una formazione di calcio di Sant'Agata de'Goti, è del 1949 e ritrare i calciatori: Bove A., Cantiello G., Galdieri D., Vitagliano L., Maddaloni A., Izzo M., Di Donato S., Parlato P., Quinto L., Cuozzo L., Frogiero G.. La foto del Sant'Agata Calcio scattata sul campo "Ex Mercato")
Dopo il periodo bellico la squadra fu ricostituita e fu allestito un regolare campo di gioco dove attualmente sono ubicati l' edificio della Scuola Media "Oriani" e le palazzine dell'Ina casa.
Nella nuova squadra giocavano: Pasquale Atripaldi (portiere), Antonio Crisci (terzino), Ernesto Stanzione (terzino), Ciscognetti (mediano destro) De Pretis (mediano sinistro), Busiello (centro mediano), De Pretis (mediano sinistro), Di Costanzo (ala destra), Minardi (mezzala destra), Giuseppe Iadevaia (centravanti), Venditti (mezzala sinistra) e Dalia (ala sinistra). Questa formazione portò il calcio santagatese a livello internazionale. Si ricorda la partita con la nazionale militare polacca (conclusasi 2-2) e con una rappresentativa inglese, sconfitta per 2-1.
  Agli inizi degli anni Cinquanta ci fu un periodo di stasi.
Dal 1955, in concomitanza con l'inaugurazione del nuovo campo sportivo "Comunale" di Viale Vittorio Emanuele III il calcio ritornò ad essere praticato a livello dilettantistico e la squadra assunse la denominazione di "Alba Sant'Agata". Biancorossi i colori sociali della maglia, come quelli dello stemma del Comune.
Fino alla metà degli anni Sessanta giocarono nell'Alba tra gli altri i seguenti atleti santagatesi: Vincenzo Razzano (portiere), Fausto Desiderio (centravanti), Ettore Desiderio (ala sinistra), Lorenzo Iannucci (centravanti), Antonio Russo (mediano), Alfonso Ciaramella (terzino), Lorenzo Silvio (ala destra), Domenico Valentino (difensore) e i due "campioni nazionali universitari" del Cus Napoli Piero Farina (mediano) e Arturo Mongillo (mezzala).
Tra i rinforzi d'occasione si ricordano: Ribatti (centravanti d'origine pugliese, liceale, proveniente dal collegio La Salle di Benevento), Avino (idem, portiere), Fuschetto (Casertana), Broccoli (Casertana) ed Olindo (Casertana ).
La svolta avvenne nel 1966. E fu storia,mito, leggenda. Ed è ancor oggi storia, mito, leggenda.
Nel 1966 fu fondata l'Unione Sportiva Sant'Agata dal dott. Ugo Ievoli, dall' avv. Giovanni D'Onofrio Canelli, da Antonio Maddaloni, Domenico Vigliotti, Giuseppe Iadevaia, Gaetano Cantiello e Giuseppe Maddaloni (con mansioni di segretario). Allenata da "don" Antonio Peluso, ex dirigente del Napoli, la squadra santagatese iniziò l'escalation verso la gloria, verso i campionati semiprofessionisti partendo dall'anonimato della II categoria, con giocatori per la maggior parte santagatesi.
L'U.S. in cinque anni vinse cinque campionati di seguito, con atleti napoletani di valore, quali Antonio Rovani, Valentino (d'origine santagatese), i fratelli Carmine e Salvatore Vitolo, Esposito, Blanchi, Ciro Zobel, Viceconte, Pasquale Lucignano, e con prestiti ottenuti dal Milan -grazie all'intervento del sacerdote don Michele Sordillo, zio del presidente milanista - come Quarantotto, Scala, Stucchi, Brambilla, Fornasari e Margelli.
Dopo lo spareggio con la Bagnolese, sconfitta per 4-2, l'U.S. approdò in serie D. Era l'anno di grazia 1969.
Unico neo di quell'annata trionfale la mancata disputa della finalissima di Coppa Italia dilettanti nazionale, con il ko per 2-0 a Tricase nella semifinale di ritorno (all'andata, il 19 marzo, era finita 0-0).
E' il periodo d'oro del calcio goto, reso possibile soprattutto grazie ai notevoli sforzi economici, non supportati a dovere, di due autentici galantuomini, quali il presidentissimo don Ugo Ievoli e l'avvocato Giovanni D'Onofrio Canelli.
L'U.S. disputò due tornei di Serie D. Il primo campionato, 1969-70, culminò con la vittoria-salvezza per 1-0, con rete di Stucchi al 32', sul campo della neopromossa Turris nell'ultima partita.
Questa la formazione del Sant'Agata: Fornasari, Blanchi, Petrazzuolo, Prota, Piromalli, Bigoni, Stucchi, Russo, Lubrano, Scala, Zobel. 31 i punti finali, uno in meno del Benevento.
Si distinse allora uno dei più promettenti giocatori goti, Enrico Prota, centrocampista, destinato in seguito a calcare le scene di tornei semiprofessionistici.
Dal fertilissimo vivaio santagatese uscirono in quel periodo anche un altro centrocampista di valore quale Gianclaudio Jannucci (Benevento, Paganese, Messina alcune sue squadre in Serie C e Monza in B), ed un libero , Franco Stanzione, il primo beneventano a giocare in Serie A, nel Napoli di Di Marzio.
Il secondo anno di Serie D, 1970-71, si rivelò un calvario dopo i gravi incidenti con la Puteolana nella prima gara casalinga della stagione (era il 5 ottobre).
L'arbitro, un famigerato tal Massafra di Lecce, ne combinò di cotte e di crude , ad iniziare dall'espulsione di Zobel al 3'. Per far uscire la terna arbitrale e la Puteolana dovettero intervenire le forze dell'ordine da Benevento che dopo alcune ore convinsero gli arrabbiatissimi tifosi santagatesi a liberare il viale Vittorio Emanuele III.
In seguito, Massafra fu anche denunciato da alcuni tifosi. Ma oramai era avvenuto l'irreparabile.
Quella partita, terminata con il risultato di 1-5, fu decisiva non soltanto per il prosieguo del campionato, concluso con appena 8 punti (4 però conquistati nei due derby con gli stregoni della squadra del capoluogo di provincia…) dopo la maxisqualifica del Comunale per 7 giornate, ma anche per la prima eclisse del calcio a Sant'Agata.
Fu il mister napoletano Salvatore Saravo, goto adottivo, a guidare l'U.S.Sant'Agata nella parte finale di quel maledetto campionato.
L'U.S. Sant'Agata passò dalla Quarta Serie al nulla assoluto.
Dal 1971-72 al 1973-74 il calcio scomparve a Sant'Agata. Soltanto la Coppa Sant'Alfonso ricordava ai tifosi i tempi belli.
In una domenica d'agosto Ciccio Cordova, regista napoletano della Roma, portò a spasso dieci avversari e siglò un gol d'antologia in una semifinale dell'edizione 1971.
Intanto si faceva onore altrove un altro goto, il regista Pasquale De Rosa, ora allenatore nell'Eccellenza pugliese.
Si ripartì da capo, dalla III categoria e con altre denominazioni sociali, prima Concordia Sant'Agata e poi Polisportiva Sant'Agata dal 1978-79.
Fu un'altra escalation con promozioni in serie.
Al quarto anno di I Categoria il ritorno in Promozione (torneo 1980-81, allenatore Mario Amato, presidente Vincenzo Piccoli) dopo un'entusiasmante sfida a tre con Pesco Sannita e Maddalonese ed una serie di spareggi, prima a Nola con la Maddalonese e poi a Caserta con Rugg Masc e Casaluce.
Durò però soltanto un triennio l'esperienza in Promozione, con 3 presidenti diversi (Vincenzo Piccoli, Antonio Buonomo e Corrado Vigliotti) e 4 allenatori (Amato, De Prezzo, Terreri e De Capua).
Furono gli anni ruggenti dei santagatesi Sergio Della Ratta, Tonino Virelli, Pasquale Diglio, Andrea Piccoli, Mimmo Razzano, Giovanni Ferrara, Ugo Cioffi, Tonino Grasso, e di Gutner, Buonocore, Tonino Stasi, Cecere, Gagliardi, Cervone e Izzo.
Corsi e ricorsi storici si ripeterono nell'estate del 1984: per la cessione del titolo agli "odiati cugini" della Maddalonese andò in onda il replay dell'ecclisse.
La scomparsa-bis del calcio a Sant'Agata durò appena un anno.
Come l'araba fenice l'Alba nell'estate del 1985 risorse dalla ceneri ed iniziò l'era del presidente Angelo Amorizzo e del mister factotum Salvatore Augliese.
Il Sant'Agata sbaragliò il campo partendo dalla III categoria .
Due gli avvenimenti da ricordare nel torneo di II categoria del 1986-87 : le stracittadine con il San Michele a Capitone, entrambe vinte, e l'ultima partita al Comunale, il primo febbraio 1987 (3-1 al Casalnuovo, sotto un autentico diluvio).
Si sta ancora aspettando il nuovo stadio, da "appena" 15 anni.
Dal 1987-88 hanno fatto seguito 4 campionati di I categoria e 2 di Promozione.
Un'altra data nera per il calcio goto è il 14 giugno 1993: a Caivano si disputa lo spareggio-retrocessione con il Capua. I goti di mister Jannucci, in svantaggio di una rete e con un uomo in meno dal 10' per l'espulsione di Salvatore D'Angelo, riescono ad impattare, ma poi reagiscono ai colpi proibiti dei capuani ed entrambe le squadre vengono retrocesse in I Categoria.
L'Alba vi resta, tra alti e bassi, fino al torneo 1998-99, concluso a pari punti con il Montefalcone, che però è sconfitto nello spareggio di Montesarchio (8 Giugno 1999).
E' Andrea Piccoli, goto, il mister della promozione. Tra i suoi artefici anche Salzano, Sapone, Cinelli, Di Meola,Farina, Riccardi. Poi 2 campionati di Promozione: sugli scudi è il nuovo tecnico Andrea Ciaramella, durazzanese di nascita, goto d'adozione.
E dal 7 giugno 2001 è fusione con il Durazzano. Ma questa è storia di oggi. La sua parte più bella deve ancora essere scritta.


 

 

 

[la storia dell'Alba Sant'Agata è stata gentilmente offerta da GIUSEPPE PISCITELLI]
 

 

 

 Le squadre che hanno dato vita alla fusione
Lo stemma dell'Alba
L'US Durazzano
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