Riserve naturali

Tomboli di Cecina

La Riserva Naturale dello Stato dei Tomboli di Cecina si trova lungo il litorale tirrenico tra Rosignano Solvay e Marina di Bibbona, in provincia di Livorno. La gestione statale è affidata al Corpo Forestale dello Stato.
La Riserva si estende per circa 15 km di lunghezza ed è divisa in tre tratti intervallata dagli abitati di Vada e Cecina. Le visite all'interno libere. Durante il periodo estivo, essendo l'area attrezzata con panchine e tavoli per pic-nic, è molto frequentata. I percorsi all'interno della riserva sono molto semplici. 
La zona protetta si estende fino alla spiaggia ove si trovano alcune specie tipiche come il giglio di mare, la ruchetta di mare o l'eringio marittimo. Di seguito, nella fascia dunale, è presente una macchia bassa a prevalenza di ginepro coccolone e ginepro comune, addentrandosi nell'interno troviamo una macchia alta di leccio, per trovare infine le pinete di marittimo e domestico, elementi tipici del paesaggio costiero. 
Le pinete del tombolo meridionale furono create nel 1839 per iniziativa di Leopoldo II di Lorena Granduca di Toscana, con la funzione di proteggere le colture agricole dalla salsedine e dai venti marini e per la produzione di pinoli.
Nella pineta trovano ospitalità caprioli, scoiattoli, volpi, istrici, tassi e cinghiali. Tra l'avifauna presente spicca la ghiandaia il merlo ed il picchio comune e lo sparviere.

LA MACCHIA DELLA MAGONA

A pochi chilometri da Casale Marittimo  si trova la Macchia della Magona, che si estende lungo alte colline in un vasto bosco di circa 1600 ettari. Essa è oggi foresta demaniale gestita dal Comune di Bibbona. Varie sono le componenti favorevoli di questo ambiente, tra cui il clima mite, la presenza di ambienti naturali diversi comprendenti mare, collina e bosco. All'interno della riserva vi sono diversi percorsi, percorribili a piedi o in mtb, segnalati con cartelli posti alla partenza, all'arrivo e nei punti d'incrocio con altri itinerari. Il percorso più vicino all'agriturismo Bellavista è il numero 1 che, dopo alcune centinaia di metri, confluisce nel percorso 2 conducendo alla località Le Casette da dove si può godere una splendida vista a180 gradi sulla Costa degli Etruschi permettendo agli appassionati di effettuare riprese fotografiche a tutto campo. Il percorso è molto panoramico e di notevole interesse naturalistico per la presenza di una fitta macchia di ginepri, lecci, corbezzoli ecc.  Un altro percorso interessante è il numero 6 che parte in prossimità della Casa Forestale e conduce alla Riserva Naturale Biogenetica. Dalla Casa Forestale s'imbocca il viale delimitato da cipressi e, dopo circa 100 metri, si prende il sentiero che sale sulla destra. Si cammina per 500 metri nella fitta vegetazione tra le specie endemiche della Macchia come il pino d'Aleppo, il pino domestico e il cipresso. I diversi tipi di vegetazione sono segnalati con un cartello che ne indica il nome, la provenienza ed altre caratteristiche. Giunti in loc. Fonte al Rame, nei pressi della ricostruzione di una vecchia carbonaia, si ritorna sul percorso n° 6 che rientra al punto di partenza (600 m).

 

OASI DI BOLGHERI

 Il rifugio occupa una superficie di 500 ettari e costituisce un'area di notevole valore naturalistico, meta di numerosi visitatori. Nel 1977 la zona denominata "Padule di Bolgheri" e' stata dichiarata con Decreto Ministeriale "Zona umida di importanza internazionale" poiché trattasi di un esempio rappresentativo di una categoria di zone umide. L'area, rifugio di molte specie animali,ed in particolare di uccelli acquatici, e' costituita da una serie di ambienti diversi che, procedendo dal mare verso l'entroterra, vede inizialmente il litorale sabbioso, caratterizzato dalla presenza di pianta colonizzatrici delle sabbie litoranee e dunali come la ruchetta di mare, il giglio e il cardo di mare. Subito dopo si trova la duna dove compare il ginepro coccolone, il corbezzolo le eriche. Verso l'entroterra divengono predominanti il pino marittimo e il pino domestico. In queste due prime fasce e' frequente rinvenire le tracce di tartarughe, conigli selvatici, volpi, istrici e caprioli. Dopo la duna sabbiosa l'andamento del terreno diventa pianeggiante e compare lo stagno retrodunale che costituisce un'entità' a sé stante con i frassini, gli olmi, gli ontani, gli aceri, i salici e altre specie igrofile con i tronchi immersi nell'acqua. Lo stagno rappresenta il cuore del rifugio; le sue acque ospitano anguille e cefali, rane e raganelle. In estate l'acqua scompare, sostituita da un tappeto erbaceo multi colore. 

 

 

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