SAN MARTINO D'ASIO

La scoperta dell'antica pieve d'Asio ha contribuito a fornire nuovi dati sulla comunità medioevale. Da modesto edificio a pianta rettangolare, la chiesa di San Martino si sviluppa in un edificio più ampio, munito di abside semicircolare, la quale, a metà circa del Trecento, subisce una radicale trasformazione, assumendo forma quasi quadrata. Intorno a questa chiesa, per secoli, la comunità cristiana d'Asio ha seppellito i propri morti.

La storia del recupero dell'area di San Martino è ripresa dal volume "San Martino d'Asio, un'antica pieve ritrovata", curato da Fabio Piuzzi e edito da Media House Editore, in associazione con la Pro Loco Valle d'Arzino, sezione di Vito d'Asio.

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Ciò che distingue la chiesa di San Martino, già sede della pieve del territorio d'Asio, dalla maggior parte delle sedi plebanali ad essa analoghe, è la possibilità di visitare i resti degli antichi edifici posti immediatamente dietro l'abside dell'attuale chiesa, ubicata in un suggestivo bosco fra Vito d'Asio e Clauzetto.
Questa singolarità è dovuta al fatto che nel 1503, dopo la demolizione dell'antico luogo di culto e il seppellimento di ciò che rimaneva, la chiesa viene ricostruita, traslandola dove oggi la vediamo, con dimensioni maggiori della precedente.
i resti, consolidati e resi visitabili, sono stati rimessi in luce con una serie di campagne di scavo attuata durante i mesi estivi dal 1990 al '92.
Curiosamente la memoria dei ruderi sepolti si era persa nei secoli.
Ciò spiega la sorpresa degli archeologi quando, durante la campagna di scavo iniziale - avviata con il patrocinio dell'università di Udine (Conservazione dei Beni Culturali) -, sono emerse le prime strutture murarie.
In realtà il motivo che aveva favorito l'avvio della ricerca era stato l'esigenza di chiarire in modo approfondito, la realtà archeologica di un cimitero abbandonato di epoca post-medievale.
Il terreno attorno a San Martino sembrava possedere io requisiti richiesti.
Con il secondo e terzo anno, la ricerca si concentra sia sull'edificio "ritrovato" sia sul recupero e studio delle sepolture, relative alla parte indagata dell'antico cimitero. E' così tornata alla luce la pianta completa della chiesa, con le sue trasformazioni che ne hanno mutato, nel tempo, la fisionomia.
non viene solo recuperata la memoria storica di un edificio che per secoli ha rappresentato il fulcro e il simbolo di una comunità, ma vengono anche recuperati e studiati i resti di alcuni membri della comunità stessa.
E' un'occasione speciale che contribuisce ancor di più a rendere storicamente importante e suggestivo questo sito. Tutto ciò ha favorito la decisione di finanziare, ai sensi della legge regionale n° 60/1976 (art. 37/1), il consolidamento dei ruderi e delle strutture dell'antica chiesa, rendendo comprensibili al visitatore, le sue fasi storiche di formazione e trasformazione. Affinché le generazioni che verranno, non dimentichino.

San Martino e il Poverello, particolare dell'altare maggiore (1525/1528) di Giovanni Antonio Pilacorte.

La placchetta dell'angelo (Centro di restauro di Villa Manin di Passariano). Si tratta di un reperto in bronzo a forma di "T", posto in origine all'estremità di un braccio di una croce astile, cioè di una croce processionale. Questo genere di croci aveva un'anima in legno rivestita di placchette metalliche, fissate tramite chiodi.