MARIO CECONI

 

Scultore e pittore (1893-1980)

Presentazione tratta dal volume "Giacomo Ceconi un impresario friulano" di Lucia D'Andrea e Alessandro Vigevani, edito dalla Camera di Commercio di Udine.

Busto di Emilio Girardini (1934) (Udine, Archivio Civici Musei).

Lo studio udinese di Mario Ceconi di Montececon
(Udine, Archivio Civici Musei).

   

 

 

Conte G. Ceconi 

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Mario Ceconi, figlio del Conte Giacomo e della sua quarta moglie, Giuseppina Novak, ancora adolescente, subì il fascino di Alfonso Canciani, lo scultore che nel 1906 realizzò le quattro statue che decorano la facciata principale del palazzo Ceconi a Pielungo.
Rimasto orfano nel 1910, interruppe gli studi liceali, ai quali era stato avviato per volontà paterna, al fine di dedicarsi, sotto la guida di Fragiacomo, alla pittura; solo in seguito scoprì da autodidatta la propria vocazione per la scultura. A Venezia, nel 1911 ebbe modo di conoscere Arturo Martini, con il quale strinse una sincera amicizia. Le sue prime esposizioni personali ebbero luogo a Firenze e quindi a Parigi. Alla mostra della Secessione del '15 si presentò con la Maschera del Padre, testa d'espressione dalla superficie drammaticamente scavata in relazione a un concetto della materia dialogante con lo spazio ma dominatrice attraverso una figurazione fortemente espressiva e ricca di pathos". La maschera del padre testimonia l'intenso ricordo che Mario aveva ancora del proprio genitore.
Risale al 1934 il busto, collocato in piazza Patriarcato a Udine, dell'insigne statista e giurista friulano Giuseppe Girardini (1865-1923).
Lo scultore risentì fortemente anche della produzione di Donatello, ma si spinse fino alla plasticità dell'arte etrusca e alla stilizzazione egizia, per poi rimeditare l'opera matura del Canciani.
Si spense l'11 aprile del 1980 a Milano, dove ormai risiedeva da anni.