LA CHIESA DI S. FRANCESCO

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Dedicata a San Francesco e risparmiata dal terremoto del'76, ha comunque richiesto radicali interventi di consolidamento e restauro, eseguiti dall'impresa Della Schiava, su progetto dell'ing. Pierino Cedolin.

I lavori di consolidamento antisismico e di restauro architettonico hanno interessato sia la chiesa che il campanile. L'inaugurazione è avvenuta il 4 marzo 1994.

 

Veduta dell'assemblea dall'altare maggiore.

 

L'altare della Madonna della Salute.

 

 

 

 

Foto Elerani (S.Vito) per "da Renzo".

Abbiamo cercato di ricostruire la storia della Parrocchia di S. Francesco e della sua Chiesa, con il prezioso aiuto dell'Archivio Storico Diocesano di Concordia/Pordenone.

Quest'antica zona della Valle, un tempo conosciuta come "Cjanâl di Cuna", si è formata in seguito all'insediamento di pastori clauzettani (la vicina Pielungo lo fu da parte dei vitesi). San Francesco faceva capo a Clauzetto sotto l'aspetto religioso (Pielungo a Vito d'Asio) o meglio, per la precisione: agli inizi unica autorità per tutti era la pieve di S. Martino, successivamente si addivenne ad una prima separazione civile-religiosa: Clauzetto con il suo territorio, più la villa di San Francesco costituita da clauzettani; Vito con Pielungo (Canale di Vito) e Anduins. Una seconda separazione si ebbe più tardi, con la costituzione del comune di Vito e della parrocchia di Anduins. San Francesco ebbe una propria chiesa fin dal 1700, costruita dal comune con il contributo della confraternita intitolata al Poverello d'Assisi, e dal 1746 un proprio cappellano mansionario, che fu agli inizi un sacerdote appartenente alla ricchissima famiglia De Concina e in seguito un sacerdote eletto dalla stessa famiglia. Nel 1781 i capifamiglia di San Francesco chiesero al vescovo Bressa l'autorizzazione di costruire il cimitero e il battistero; il vescovo che allora si trovava a Clauzetto in visita pastorale, si mostrò propenso ad accogliere questo desiderio, ma dovette fare i conti con l'arciprete di S. Giacomo che fieramente vi si oppose. Il cimitero verrà costruito dal comune di Vito nel 1838; il battistero più tardi. La casa canonica fu costruita dalla famiglia De Concina, che costituì pure il beneficio per il sostentamento del sacerdote. La chiesa fu visitata la prima volta dal vescovo Gabrieli nel 1764 e successivamente dai vicari dei vescovi Ciani (1820) e Fontanini (1828) che, complessivamente, la trovarono ordinata e provvista del necessario. Aveva due altari: il maggiore dedicato a S. Francesco (in pietra fino alla mensa, in legno nella parte superiore) e quello dedicato alla Madonna della Salute (interamente in pietra). La chiesa fu dichiarata sacramentale con decreto 21 settembre 1875; smembrata da S. Martino d'Asio ed eretta in curaziale il 4 aprile 1891; parrocchiale con decreto del vescovo Vittorio D'Alessi in data 10 luglio 1945. Un cronista annota alla data 6 giugno 1794: "Ore 5 fu scossa grande di terremoto e alle 6 altra simile... Restarono atterrate le case la maggior parte di Canale di Cuna e Canale di S. Francesco. Orribile spettacolo, quattro persone restarono vittime sacrificate sotto le rovine". Lo stesso cronista ci parla della gravissima carestia che afflisse le borgate della vallata negli anni 1815-16. Disastroso il terremoto che colpì San Francesco nel 1928 e che abbatté anche la vecchia chiesa, sostituita nel 1929 dall'attuale, che fu benedetta nel 1930. Nell'ambito della parrocchia, al di là del confine provinciale, esiste la borgata di Pozzis, che ha una propria chiesetta (Madonna delle Grazie) con annesso cimitero: questa chiesetta è stata oggetto di contesa in passato tra i parroci di San Francesco e di Verzegnis (Udine).

 

  Terremoto del 1928

 San Francesco

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