LA CHIESA DI VITO D'ASIO

Premi per ascoltare il suono delle sue campane

La chiesa è sempre stata un punto di riferimento e di orgoglio per la popolazione di Vito, che l'ha arricchita di opere preziose conservate con cura nel tempo.

Testi liberamente tratti dal volume del Comitato per il restauro di San Michele, redatto a cura della prof.sa M. Sferrazza e dell’ing. T. Pasqualis.

   

   

La navata centrale.

L'altare della Madonna del Rosario

L'altare di S. Gottardo.

Il Battistero.

La prima notizia sull'esistenza della chiesa di San Michele di Vito d'Asio risale al 1436 ed è relativa ad un lascito registrato nel catapano della Pieve d'Asio. Tuttavia, poiché in una pergamena della fine del secolo XV è rilevata la necessità di procedere ad una riparazione sostanziale dell'edificio perché ormai troppo angusto e pericolante, è da ritenere che la sua fondazione debba risalire a qualche secolo prima. Il presbitero Giovanni Arbese iniziò i lavori di ricostruzione e di ingrandimento della chiesa di San Michele, essendo cameraro Giacomo Blarasin e podestà Giacomo Maseris, dopo aver ottenuto regolare licenza dal vicario del vescovo di Concordia Nicola Chieregato e dopo che tutti gli abitanti della villa, riuniti in vicinia (assemblea) generale, avevano preso tale risoluzione. Della vecchia chiesa rimase soltanto l'altare maggiore, dedicato a San Michele, e la campanella. Fino al 1520 nella chiesa di San Michele si eseguirono lavori di pittura e di ornamento: il pittore ed intagliatore udinese Giovanni Martini intagliò e dorò per essa un'ancona in sei campi con figure diverse. Nel 1544 il pievano Leonardo Fabricio costruì il battistero e provvide la "campana pizzola". Il curato Peverino, nonostante la sua miseria, riuscì a costruire nel 1625 la sacrestia e provvide ad alcuni lavori di miglioramento dell'edificio con un pulpito e dei dipinti. Nel 1655, per interessamento del cameraro Antonio Sabbadino, ai lati dell'altar maggiore, furono posti due angeli fatti dal maestro Alvise Fasten. Nel 1687 le campane furono fuse in loco, per mancanza di strade atte a farle venir da fuori e nel 1718 le tolsero dalle nicchie sulla facciata della chiesa per sistemarle definitivamente sul nuovo campanile, che gli abitanti di Vito, in concorrenza con quelli di Clauzetto, nel frattempo avevano costruito. Nel 1727 il vescovo Erizzo benedisse la campana grande "havendoli posto il nome di Maria Michele, qual andò sopra il campanile per le scale interiori a far le funzioni sopra questo campanile di Vito con vento et neve tempo pessimo". Nel 1719 ebbero inizio i lavori di ampliamento della chiesa alla quale si diede un nuovo assetto planimetrico con la facciata principale volta a ponente. Nel 1858 fu installato il prezioso organo, opera del friulano Valentino Zanin. Nel 1869, sopra l'altar maggiore, al posto dei due angeli in legno, furono collocate due statue in marmo, scolpite dal prof. Luigi Ferrari, rappresentanti San Michele e San Vito martire. Il 24 settembre 1890 la chiesa fu eretta a parrocchia e smembrata dalla Pieve di San Martino d'Asio. Venne così realizzata l'aspirazione degli abitanti di Vito che da secoli si erano battuti per ottenere la propria indipendenza. Questa lotta annovera anche episodi poco edificanti, se rapportati al fine spirituale dell'iniziativa, ma ogni fatto deve essere sempre interpretato nel contesto storico in cui si sviluppa, contesto di aspri dissidi fra potere spirituale e temporale, non disgiunti da certi aspetti campanilistici e da interessi materiali. Il primo parroco della chiesa di San Michele Arcangelo fu don Gabriele Cecco, che ne prese possesso il 28 ottobre 1894. Nel 1895 la chiesa si abbellì con l'artistico lampadario in vetro di Murano, dono di alcuni operai emigrati in Russia per lavori sulla ferrovia transiberiana. La facciata dell'edificio fu ultimata nel 1922 su disegno del prof. Rupolo, realizzato da mons. Cecco. Nel 1978 venne restaurato il campanile dopo i gravi danni subiti con il terremoto del 1976. Dopo il sisma, per sicurezza, le campane furono rimosse dai loro sostegni ed appoggiate sul piano inferiore della cella campanaria. La più piccola, con notevole difficoltà, fu prelevata ed installata su un traliccio di emergenza in Ciurida, vicino alle casette prefabbricate del villaggio provvisorio eretto per coloro che avevano perso la casa. Nel 1984 ebbero finalmente inizio gli impegnativi lavori di restauro della chiesa, che si conclusero nel 1987.

 

 

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