98 gradini conducono alla chiesa dedicata a San Giacomo, testa
di ponte verso la pianura, primo avamposto ad essere baciato dal sole del
mattino.
La prima costruzione risale ai secoli XIII-XIV, riedificata nel
1618, fu consacrata nel 1727.
Di particolare pregio al suo interno un esemplare battistero di
Giovanni da Gemona, con episodi della vita di Giovanni Battista e completato
dalla copertura lignea capolavoro di Vincenzo Comuzzo (1672).
La Chiesa conserva altari eseguiti da Francesco Sabbadini di
Pinzano (1773) e da Giuseppe Mattiussi (1769), nonché gli angeli dell'altar
maggiore opera di Giacomo Pisciutti (1770), (Peschiutta da Gemona nei 1660,
secondo Don Venanzio Savi, articolista di "Pagine Friulane").
Degni di menzione i dipinti di Odorico Politi ed Giuseppe Angeli
(sec. XVIII) oltre ai recenti affreschi di Giuseppe Modolo.
La chiesa ha sette altari tutti marmorei, due dei quali lavorati
nel marmo delle cave del paese: questo presenta uno sfondo scuro cinericcio
allumato da macchie bianchissime che danno un ottimo effetto, duro e
massiccio.
All'interno c'č anche un organo opera di De Lorenzi, vicentino e
offerto dai fratelli Fabrici, mercanti in Trieste.
Ciņ per cui la chiesa di San Giacomo č andata famosa nei secoli
passati e fino a qualche decina d'anni fa, č la reliquia del preziosissimo
sangue che, secondo la credenza, aveva il potere di liberare gli indemoniati
dagli spiriti malvagi.
Il giorno della Festa del "Perdon Grant", la prima
domenica dopo l'Ascensione, il paese si riempiva di pellegrini provenienti
dal mondano, ma anche dalla Slovenia e dalla Carinzia.
Essi salivano in ginocchio, fra riti e preghiere, la scalinata
della chiesa e poi sul sagrato assistevano alla funzione religiosa.
Veniva esposta la reliquia che cacciava gli spiriti e fra fede e
magia i "spiritāz"' credevano di essere liberati.
Avevano lasciato il diavolo a Clauzetto, ma anche consistenti
offerte e un nome significativo al paese: "Il Paīs dai Spiriz".
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