La Perla del Tirreno

 

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La città    CAP  98057        Prefisso 090        Quota slm. 1 ml        Distanza Capoluogo 33 Km        Abitanti 31972

Milazzo, l'antica Myle, sorge su di una penisoletta, protesa in mare con un piccolo promontorio. La sua posizione geografica, i fasti del suo passato, la cospicuità del suo patrimonio artistico ed archeologico, la spaziosità e la suggestività delle sue vedute, la ricchezza della sua flora mediterranea, fanno di questa località, da tempo definita "La Perla del Tirreno", un centro di primario interesse turistico - culturale.

Milazzo è Capoluogo di Mandamento, con sede di Pretura, di Tenenza di Carabinieri, di Ufficio Imposte e di Registro, e con giurisdizione sui comuni di Monforte San Giorgio, Pace del Mela, san Filippo del Mela, e Santa Lucia del Mela.

Milazzo è diviso in due parti: quella alta (la più antica), situata nel promontorio; quella bassa, moderna, sull'istmo della penisoletta.

Il promontorio dotato di un'ampia strada panoramica, lungo la quale sorgono ville signorili, bar, alberghi, ristoranti e ritrovi lussuosi, è un'alternarsi di rocce a picco sul mare e di piccole spiagge, ed offre panorami incomparabili per ricchezza, varietà e bellezza.

Particolarmente apprezzabile, lo scenario delle Isole Eolie, e la vista contemporanea dei tre vulcani (Etna, Stromboli e Vulcano). Nelle giornate di bel tempo e di perfetta visibilità, si può ammirare la costa sicula, da Cefalù a Capo Rasocolmo, e il litorale calabro fino al golfo di Policastro.

Belle le grotte in riva al mare, in una delle quali (grotta "Gamba di Donna"), si può entrare in barca.

All'estremità del promontorio, la chiesa di Sant'Antonino, è di una semplicità tutta particolare e contrasta con la veduta della baia sottostante. 

Di particolare richiamo, per chi visita Milazzo, è anche la zona di "Vaccarella". L'abitato si adagia silenzioso, ma ridente, nella soggiogante bellezza dei due mari, che lo cingono di azzurro diadema, quieto, ma civettuolo, nei colori bianco e giallo delle case, fiancheggianti le vie larghe ed asfaltate, ricche di alberi in filari.

Il centro di Milazzo è rappresentato dalla piazza "Caio Duilio", con la bella chiesa della Madonna del Carmine.

Bella la "marina Garibaldi", col suo monumento all'Eroe dei Due Mondi, e coi suoi Palazzi settecenteschi, riposanti sullo sfondo ceruleo del mare.

D'estate Milazzo è meta di innumerevoli bagnanti nelle sue belle spiagge, illuminate dal caldo sole mediterraneo.

"Riva Smeralda" e "Lido Cirucco", costituiscono la meta più ambita degli stranieri. Un'altra meta ambita dagli stranieri è la "Silvanetta": un locale elegante, lussuoso, dotato delle più moderne attrezzature, fra cui una meravigliosa piscina, servita da acqua di mare a ricambio continuo.

Riposante da secoli sull'immenso velluto dei due mari, così si presenta al visitatore Milazzo, l'abitato che da qualunque parte si guardi, incanta con le sue scene sempre nuove, coi suoi spettacoli estasianti, con le sue caratteristiche risorse naturali; l'abitato che si culla sognando nel ritmico sciacquio delle sue onde marine, che nelle notti calme, quando sono buone e pacate, sembrano ancora echeggiare non di miti e di leggende, ma di gesta e battaglie; l'abitato che guarda il mare, quello stesso mare che in tempi assai lontani, assistette al violento scontro tra la flotta romana e quella cartaginese: scontro che fu favorevole ai Romani, e che mise in luce le eccelse doti di condottiero del console Caio Duilio, segnando una tappa importante nell'inarrestabile marcia di conquista e di predominio di Roma nel mondo.

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La Storia

Per la sua posizione strategica, Milazzo, nel corso dei secoli, è stato teatro d'importanti avvenimenti bellici: e sono da ricordare le battaglie per l'espugnazione della città e quella successiva per il predominio dell'Isola.

Agatocle aveva espugnato la città di Abacena, per disperdere la fazione che gli era ostile e successivamente aveva guerreggiato contro il cartaginese Amilcare, che in quello scontro, aveva stretto alleanza con la stessa Abacena.

Diodoro Siculo, nel libro XIX della sua storia, parlando di Abacena, fa menzione dell'antico nome di Milazzo, dicendo che l'antica e famosa Abacena, sorgeva "vicino Myle, castello dei Messeni", ed enumera questi e gli Abacenesi fra i primi Siculi ad unirsi al cartaginese Amilcare.

In epoca più recente, e precisamente nel 1718, è anche da ricordare l'assedio degli Spagnoli alla Città, difesa dagli Imperiali, che ne uscirono vittoriosi.

da ricordare infine, la battaglia del 20 Luglio 1860 fra Borboni e Garibaldini, conclusasi con la vittoria di Garibaldi.

Quest'ultima battaglia, che segnò una tappa importante nella lotta contro i Borboni per la liberazione del Regno delle Due Sicilie, è stata preceduta dalle due battaglie di Corriolo, combattutesi il giorno 17 dello stesso mese.

ben poco hanno detto gli storici su queste due battaglie, facendole quasi passare sotto il silenzio, come se non si trattasse di due importantissimi fatti d'armi. Significativo, a questo proposito, è il giudizio che dà Santi Emanuele Barberini nel suo volume, intitolato "La battaglia di Milazzo del 20 Luglio 1860 in rapporto all'unità d'Italia, pubblicato nel 1961.

Milazzo ha dato i natali alla Beata Candida, il cui corpo incorrotto è custodito nel Santuario di San Francesco di Paola, assieme ad un'ampolla contenente il sangue, del quale si fa menzione in un documento del Settecento.

Il dott. Giuseppe Messina, nella sua monografia, intitolata "Il Santuario di San Francesco di Paola a Milazzo", così scrive di questa Beata:

"Candida, giovinetta di nobile famiglia milazzese della quale non è stato tramandato il cognome, fu fra le prime entusiaste discepole e collaboratrici di San Francesco. Fatto voto di castità e vestito l'abito monacale del Santo (monaca di casa), scrive il Perdichizzi, nel Melazzo sacro, che Francesco andava spesso nella casa di Candida. Prima che il Santo partisse da Milazzo, la giovinetta Gli si rivolse così:

"Orbene, nessun ricordo mi lascerai tu?", Ed egli:

"Lo avrai domani".

Il giorno dopo Candida vide sulla porta di casa sua l'immagine del Santo Frate.

Dopo una vita di mortificazioni e digiuni, dedicata alla carità e alla pietà verso il prossimo, nel 1470 si spegneva in fama di santità. Sia da Milazzo che da oltre i confini si rinnovò il culto e vi si attribuirono miracoli con conseguenti pellegrinaggi eccezionali. Oggi il culto della beata Candida è solo un ricordo.

Un altro cospicuo personaggio religioso, è Padre Vincenzo Majorana, ricordato come uno dei più illustri "religiosi minimi" di Milazzo e della Sicilia.

Nato attorno alla metà del secolo XV, da nobile famiglie milazzese, il Majorana non tardò a venire a conoscenza dello stile di vita di San Francesco, improntato a povertà ed a umiltà. Recatosi in Calabria per incontrare il Santo, rimase talmente colpito dalla sua grandezza, che decise di vestire lo stesso suo saio. Trascorse gran parte della sua vita in Calabria, dove si spense in fama di santità agli inizi del XV secolo. Nel 1621 papa Gregorio XV lo dichiarò "Venerabile".

Milazzo ha anche dato i natali all'ammiraglio Luigi Rizzo, una delle più prestigiose ed eroiche figure di Ufficiale della nostra Marina da Guerra. Partecipò al primo conflitto mondiale, soprattutto come comandante di squadriglia di siluranti, e per le sue numerose ed rischiose imprese, fu insignito di Due Medaglie d'Oro, e di Quattro d'Argento al Valore Militare. Durante l'occupazione di Fiume da parte di D'Annunzio, fu eletto, a scopo dimostrativo, deputato al Parlamento Italiano. In sua memoria, in piazza "Francesco Crispi", s'innalza un monumento in bronzo, opera pregevole della scultore messinese Antonio Bonfiglio. 

A queste tre glorie cittadine, fa riscontro un nutrito drappello di studiosi, onore e vanto di questa terra generosa: Giuseppe Pietro Flaccomio, Sacerdote, letterato e peritissimo nella musica, eletto dal cattolico Filippo III di Spagna a Maestro di Cappella nella sua chiesa, e dal Duca di Savoia a suo Elemosiniere; Francesco Flaccomio, dottissimo Sacerdote, erudito professore di Belle Lettere, particolarmente versato nella Poesia Latina, Canonico della Cattedrale di Messina, ed autore di pregiate opere, fra cui "La Sicelide", poema eroico, in cui sono descritte le lodi di Sicilia; Francesco Perdichizzi, cappuccino, di cospicua famiglia, autore della già citata opera "Melazzo sacro", pubblicata nel 1692.

Milazzo ha dato i natali a tanti altri illustri personaggi che noi per esigenze tecniche ci scusiamo di non poterli riportare tutti.

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Arte e cultura

Monumenti - L'abitato attuale andò formandosi nel basso Medioevo, e tenne distinti, fino al secolo scorso, i suoi tre nuclei urbani: la "Città murata" in alto, il "Borgo medievale" sul declivio del colle", e la "Città nuova" in basso.

Fra i monumenti della vecchia Milazzo, notiamo: il Castello di epoca arabo - normanna, che ci riporta ai secoli di lotte fra Angioini ed Aragonesi, e soprattutto all'epoca della dominazione spagnola, che segnò il decadimento della cospicua edilizia civile e religiosa della "Città murata", il Duomo Vecchio, della prima metà del Seicento, che si fa ammirare per la leggiadria delle sue linee architettoniche, in forme tardo - cinquecentesche, realizzate su progetto di Camillo Camillucci.

Milazzo ha il singolare privilegio di essere sede dell'unico Santuario di San Francesco di Paola esistente in Sicilia, e di avere dato ospitalità, per circa quattro anni, al Santo Calabrese. A San Francesco di Paola si attribuiscono, durante il suo soggiorno in Milazzo, diversi prodigi (il cambiamento dell'acqua salmastra in potabile del pozzo, da lui stesso fatto costruire nell'orto dei frati, per dissetare gli operai durante l'edificazione del Santuario; il prelevamento, da solo, di due massi marmorei che ostacolavano l'andamento dei lavori del pozzo, da lui posti successivamente a fondamento della chiesa, e così pesanti, che molti schiavi, inviati dal Cardinale Giannettino Doria, Generale delle Galere del Regno di Spagna, non riuscirono a sollevare; il dono di una delle campane in dotazione della chiesa, effettuato dal comandante di un vascello ancorato in porto e in procinto di salpare, il quale per ben tre volte, aveva negato al Santo la richiesta di donazione di quella campana, e per altrettante tre volte, aveva visto il naviglio rimanere immobile nelle acque, nonostante gli sforzi dell'equipaggio di prendere il largo; l'allungamento di una trave, da lui presa con le mani, durante l'esecuzione dei lavori alla volta della chiesa, di cui era ancora  visibile una piccola parte, indicata da una lampadina accesa perennemente).

Ma il fatto che conferì maggiormente al Santo, fama di Taumaturgo, è quello riguardante "Il passaggio dello Stretto di Messina sul proprio mantello". La chiesa e il Convento furono edificati dal santo durante la sua permanenza a Milazzo.

I due edifici, nel corso dei secoli, subirono profondi cambiamenti. Il Convento, attualmente diretto da Padre Giovanni Nuzzo, si presenta oggi con due ampie ali, e con la stessa monumentale facciata, realizzata nel 1595; però, ad eccezione delle prime celle a levante, adiacenti alla chiesa, non appartiene più ai frati, ma al Demanio Comunale, che sin dal 1860, in conseguenza della legge di soppressione dei beni ecclesiastici, lo ha adibito a servizi sociali vari. Nel 1963, per volontà del Padre generale Francesco Savarese, fu costruito un secondo piano, per una Scuola Apostolica e per il nuovo refettorio dei Frati.

Il vecchio edificio conserva ancora un affresco, raffigurante San Francesco che impone il silenzio. Negli archivi, sono custodite gelosamente le Reliquie del Santo (la "Berrettella", donata dal V Generale dell'Ordine Padre Francesco Cerdonis; un tratto del mantello, assieme a due bastoni, uno d'argento, l'altro rivestito da un bagno d'oro; la corona del Rosario, donata dalla baronessa Rosalia Ricciardi in Ryolo verso la metà del secolo scorso, tutta in pietre violacee semipreziose, con decorazioni in argento cesellato, e con un bel medaglione in maiolica con raffigurazioni di Santi e con ornamenti floreali argentei).

Il Santuario sorge in cima a due ordini di scalee, l'ultima delle quali, a rampe semicircolari e con balaustra a colonnine, costituisce un tipico esempio d'arte barocca. 

Sul primo pianoro della scalea inferiore, s'innalza una statua in marmo del Santo, eretta nel 1760 dal popolo Milazzese, in segno di profonda devozione verso il proprio Compatrono, come risulta dall'iscrizione della lapide, posta ai piedi della statua stessa.

Bella la facciata di epoca settecentesca, con un apparato di finestre e di balconi pregevolmente decorati.

L'interno della chiesa, ricco di affreschi raffiguranti episodi della vita del Santo, di marmi policromi, e di magnifici altari, custodisce, fra l'altro, una bella statua in legno del Frate Eremita, forse di epoca settecentesca, e una statuetta marmorea della Madonna col Bambino, forse opera dello scultore Domenico Gagini, donata dall'antica e nobile famiglia Ventimiglia a San Francesco, mentre era a Milazzo.

Meno antica, ma non meno importante, sotto il profilo storico - artistico, è la chiesa della Madonna del Carmine, di stile barocco, con l'annesso Convento (ora sede del Municipio).

D ammirare anche in questa chiesa, l'altare maggiore, in marmo pluricolore, ed i paliotti di squisita fattura.

Altre pregevoli opere, fra cui un polittico di Antonello De Saliba, una "Epifania" di Deodato Guinaccia, ed una "Annunciazione" del Giuffrè, si ammirano nella chiesa di San Giacomo.

Da segnalare ancora: degli affreschi del Paladino e di Scipio Manni nelle chiese del Rosario, di San benedetto, e di Santa Maria Maggiore; un Crocifisso di Fra Umile da Petralia, nella chiesa di San Papino, due statue gaginesche dell'Annunciazione, ed infine il monumento ai Caduti, dello scultore Geraci.

Zone Archeologiche - A nord del Castello: necropoli attribuibile ai sec. XIV - XIII a. C. (civiltà di "Thapsos" ); nella zona urbana: necropoli a incinerazione, con urne di tipo proto-villanoviano, dei secoli X - VIII a. C., e con tombe greche dei secoli VIII - VII a. C.

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Manifestazioni

Ogni anno, il martedì successivo alla festa di San Francesco di Paola, si celebra a Milazzo, la "Sagra del Mare", in onore dello stesso Santo, che risale al 1943, anno della proclamazione del Santo medesimo a Patrono dei Marittimi Italiani.

Particolare interessante di questa sagra è la processione in mare della Berrettella del Santo, unica, nel suo genere, in tutta la nazione.

la processione si compone del natante che ospita la Berrettella, e di altre imbarcazioni che gli fanno corona, e si snoda dal porto a Punta Luigi Rizzo, con l'intervento delle autorità Civili e Religiose, e di una folla festosa e plaudente.

Processione mattutina del "Bambinello" (6 gennaio); 

Riti della Settimana Santa; 

Processione a mare per la festa di S. Francesco da Paola (I Domenica di maggio); 

Regata storica (III Domenica di agosto); festa patronale di S. Stefano(31 dicembre);

 

 

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Prodotti Tipici

Agricoli: Uva da tavola, ortaggi, olive, primaticci, fiori.
Artigianali: Lavorazione del legno e del ferro.
Ittici: Pesce fresco.

 

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Trasporti

Autolinee: Barcellona, Messina, Catania, Tindari.
Ferrovia: Linea Palermo-Messina.
Porto: Peschereccio, turistico, scalo marittimo per navi ed aliscafi per le Isole Eolie, Messina, Napoli. Traffico commerciale e terminal-petrolifero.

 

 

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Numeri Utili

Municipo:

v. F. Crispi - tel. 090-92311 - fax 9284729.

Guardia medica:
v. Impallomeni, 45 - tel. 090-9281158.

Pretura:
v. Colombo - tel. 090-9281724.

Postali:
p. Carmine - tel. 090-9281140.

Carabinieri:
Comando Compagnia, v. G.B. Impallomeni, 6 - tel. 090-9281720/9286170.

Guardia di Finanza:
Comando Compagnia, v. XX settembre, 5 - tel. 090-9281509.

Marina Militare:
Capitaneria di Porto, v. Molo Marullo - tel. 090-9284423.

Polizia:
Commissariato di P.S., v. del Municipio - tel. 090-9281120.

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News

 

 

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