Il Paese dalle 10 chiese e 2 Conventi

 

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La città    CAP  98070        Prefisso 0941        Quota slm. 428 ml        Distanza Capoluogo 150 Km        Abitanti 1227

Mirto sorge alle propaggini dei Monti Nebrodi, a 428 metri sul livello del mare, lungo la rotabile per Frazzanò, fra Castell'Umberto e Capri Leone.

Il paese (il cui nome deriva da mirteti, di cui un tempo era ricco il territorio), ci richiama alla mente una quartina dell'Orlando Furioso:

"Vaghi boschetti di soavi allori

di palme e d'amenissime mortelle,

cedri ed aranci ch'avean frutti e fiori

contesti in varie forme e tutte belle".

All'intorno è tutto un ampio scenario di monti boscosi, che chiudono l'orizzonte a Sud, come un fantasioso drappo di velluto verde - azzurrino. Verso Nord, nella lontananza aperta del Tirreno, il torrente Zappulla illumina di bianco vaste distese di oliveti e di vigneti, degradanti negli agrumeti della costa, disseminata di paesi e di villaggi. Ben visibili, sullo sfondo le Isole Eolie, vagamente sfiorate da tenui luci vaporose.

Mirto ha vie strette e tortuose, fiancheggiate da case alte, riposanti in una ricca flora di orti e di frutteti.

Questo il quadro d'insieme di Mirto, il paese dal nome suggestivo, che sa di selve e di boschi, il paese che un tempo conobbe le nobili famiglie dei de l'Archan, dei Branciforte e dei Filingeri, le quali anche se investite di podestà baronale, dimostrarono spirito di religiosità ed amore per l'arte, dotando l'abitato di 10 chiese, di due Conventi e di cospicui lavori di scultura e di pittura.

 

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La Storia

La prima notizia storica che interessa il centro di Mirto risale al III, cioè all'anno in cui re Ruggero donò il Casale di Mirto al Monastero di San Bartolomeo di Lipari.

Nel 1134, con Privilegio dello stesso re Ruggero, Mirto fu chiamato Myrti: fu chiamato anche Myirtus, Myrtium e Myrths.

Nel 1398, il re Federico II d'Aragona concesse la terra di Mirto al nobile Angelotto de l'Archam, il quale, nel 1408, diventò anche Signore di San Fratello, di Capre, di Frazzanò.

Sotto l'impero di Carlo V, la signoria di Mirto fu tenuta da Antonio Branciforte, e poi, per riscatto, dalla nobile famiglia dei Filingeri, i quali, nel 1643, ottennero il titolo di Principi di Mirto.

I Filingeri dimoravano in una sontuosa abitazione, di cui ancora oggi, si può ammirare lo stesso stemma gentilizio.

Mirto, in passato, possedeva 10 chiese, un Convento delle benedettine col nome di San Cosma e Damiano, e un Convento dei Cappuccini. Ciò è provato da alcuni versi, altamente descrittivi, del noto poeta Mirtese prof. Nino Anastasi, tratti dalla poesia:

 "Lu me paisi":

 

"Cincucentu casuzzi, du cunventi,

deci chiesi a cavaddu a 'na cullina,

'na funtana cu m'armuru piangenti,

e 'nfacci, 'nfundu, Alicudi e Salina".

 

Lo scrittore sampietrino dott. Giuseppe Argeri, nella sua opera, intitolata "Storia di San Piero Patti attraverso i principali avvenimenti della Sicilia", pubblicata da recente, si è occupato di questo poeta, a distanza di 36 anni dalla sua morte, trascrivendo una sua Ode in onore del Canonico Giovanni Paleologo, che lo stesso poeta recitò a San Piero Patti durante un pranzo in casa del medesimo Canonico, a cui egli era legato da sincera amicizia.

L'Ode si compone di 38 quartine, e celebra l'avvenimento più significativo delle lunga attività Pastorale del Religioso sampietrino, e cioè la promozione ad Arciprete e Decano della Chiesa Madre di San Piero Patti, non trascurando di mettere in luce la sua diuturna opera di apostolato, sorretta da un intenso fervore religioso, e da un'incrollabile fede in Dio.

Mirto ha dato i natali a Padre Francesco Cupani , dottore in Scienze Teologiche e celebre Botanico, appartenente ad una ricca famiglia baronale. Dopo gli studi umanistici, compiuti lodevolmente, si diede con amore a quelli della Medicina, speranzoso, forse, di appagare in qualche modo la sua innata e forte inclinazione verso le Scienze naturali.

Per lui "La Botanica non era soltanto una scienza ma anche un potente mezzo di spirituale elevazione a Dio, la cui infinita sapienza vedeva splendere anche nelle piante più umili", come dice un biografo. Da questo modo di innalzarsi a Dio, forse maturò in lui la vocazione al Sacerdozio. Infatti nel 1681, a 24 anni, entrò nel terzo Ordine Francescano.

Terminati gli studi di Filosofia e Teologia, come dice il Mongitore, "fu decorato, dato l'acume del suo ingegno, della laurea dottorale e di magistero"; ma non abbandonò mai i prediletti studi botanici. Spesso si rese benemerito dell'agricoltura siciliana, diffondendo la conoscenza di molti alberi fruttiferi, fra cui il mandorlo, che fu largamente coltivato per la preziosità e gli usi molteplici del suo frutto. nel 1692 assunse la direzione del famoso orto Botanico di Misilmeri, che rese uno dei più importanti d'Europa, attraverso la sua instancabile attività di studioso e di ricercatore. Da qui egli dava riscontro ad innumerevoli lettere che dalle più accreditate Accademie d'Europa e dai più noti scienziati riceveva, per consigli e notizie.

Il Cupani è autore di interessantissime e lodatissime pubblicazioni. La sua opera principale è "Pampilium Siculum", pubblicata nel 1713, tre anni dopo la sua morte.

Mirto ha dato i natali allo scultore Filadelfio Allò, autore della bella statua in legno di San Lorenzo Confessore e di altre pregevoli opere; a Francesco Cupani, eminente uomo di legge di vasta erudizione, che occupò cariche di Giudice, di Consultore, di Presidente, di Direttore di Vigilanza nella Sanità Pubblica e di Procuratore generale della Suprema Corte di Giustizia; a padre Girolamo Cupani, Abate dell'Ordine di San Basilio e maestro di Matematica, Filosofia e Teologia; ad Antonio Costanzo, Giudice della Gran Corte di Giustizia  in diverse province e delicato cultore di Poesia e di Letteratura, a cui si deve un ricco patrimonio di scritti in gran parte inediti; a Luigi Costanzo, Giudice della Gran Corte di Giustizia di Catania, delicato poeta ed illustre letterato; al sindaco Felice Magrì ed al figlio diciannovenne Luigi, caduti durante la rivoluzione del 1860; al prof. Nino Cassarò, laureato in Lettere Classiche, Provveditore agli Studi di Catania, ed autore di un'antologia latina dal titolo "Primi Vere", e di un "Commento alle Leggi di Platone"; a Padre Antonino, al secolo Ricevuto, detto "Il Provinciale", predicatore di chiarissima fama, conosciuto anche all'estero e fondatore si dice del Convento dei Cappuccini.

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Arte e cultura

Monumenti - All'entrata del paese, si apre la via "Umberto", con le sue case bianche e gialle, signoreggiate dalle chiese del Rosario e di Sant'Alfio.

In piazza "Vittorio Emanuele", centro geografico di Mirto, sorge la chiesa di Gesù Crocifisso, con un minuscolo campaniletto a cupola, che le conferisce una grazia tutta campagnola.

Caratteristico, a mirto, è il viale "della Rimembranza", diritto ed alberato, col suo bel monumento ai Caduti, simboleggiato in un bronzeo soldato in assetto di guerra.

Prospiciente al monumento, s'innalza la chiesa Madre, di stile gotico - normanno, dedicata a Maria SS. Assunta.

Belle le due colonne che sorreggono il timpano della porta maggiore, su cui è scolpito un Angelo; bello, più in alto, il bassorilievo, raffigurante il Padre Eterno; bello anche il portale, sul lato Est, su cui sono scolpiti in bassorilievo i tre Santi (Filadelfio, Alfio e Cirino), fra grappoli d'uva e ramoscelli di mirto.

Nell'interno, oltre ad alcuni quadri antichi (fra cui quello della "Cena", insigne lavoro del pittore Giuseppe Tomasi di Tortorici), notiamo una bella statua in marmo della madonna della Catena, della scuola del Gagini, e un Crocifisso, meravigliosamente scolpito in legno, che viene portato in processione il Venerdì Santo, ogni cinque anni, o quando si manifesta un'eccezionale necessità spirituale. Ne sarebbe autore Fra Umile da Petralia.

Nei pressi della via "Umberto", sorge la chiesa di Santa Maria di Gesù, nel cui interno si conserva un'altra bella statua in marmo della Madonna col Bambino Gesù, scolpita da Giuseppe Gagini nel 1500.

Nella contrada denominata "Loreto", eretta su un'altura, la chiesetta dedicata alla Madonna omonima, è di una semplicità tutta particolare, e contrasta con la ricchezza di verde disseminato all'intorno.

Secondo un'antica tradizione, il tempietto fu costruito verso il 1500 per voto di alcuni fedeli, scampati ad una tempesta di mare.

Zone Archeologiche - 

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Manifestazioni

Festa patronale di S. Tecla (24 settembre).

 

 

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Prodotti Tipici

Agricoli: Granaglie, olive, uva da mosto, castagne, nocciole, agrumi.

 

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Trasporti

Autolinee: Messina, S. Agata M.
Ferrovia: A Km. 11 stazione di Zappulla (linea Palermo - Messina).

 

 

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Numeri Utili

Municipio:

p. Municipio, 1 - tel. 0941-919226 - fax 919226.

 

Postali:
v. Vittorio Emanuele - tel. 0941-919095.

 

Guardia Medica:
v. Ugo Bassi - tel. 0941-919358.

 

Carabinieri:
Comando stazione - v. Provinciale - tel. 0941-919092.

 

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News

 

 

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