Il Luogo "Eccellente"

 

 

  e-mail

Home Page

                           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La città    CAP  98065        Prefisso 0941        Quota slm. 900 ml        Distanza Capoluogo 82 Km        Abitanti 3419

Da terme Vigliatore a Montalbano Elicona conduce un bivio asfaltato, una strada che sale a giravolte, per oltre 27 chilometri, fra terreni scoscesi, in un paesaggio di oliveti, di vigneti e di piante di fichidindia.

Dopo Basicò, man mano che si sale, gli oliveti diventano noccioleti , i vigneti querceti, le piante di fichidindia castagneti, e alle ultime curve, alla sommità di un colle, Montalbano scopre la sua rocca di case, signoreggiate dalla vecchia chiesa Madre, e dagli avanzi dell'antico Castello.

Varie sono le opinioni, formulate da filologi e storici, sull'etimologia del nome "Montalbano".

Alcuni credono che il termine derivi dalle parole arabe "Al" e "Blank", che hanno il significato di luogo eccellente; altri ritengono che abbia origine dal latino "Mons: Albus", come ad indicare che le alture, su cui sorge l'abitato, sono, nei mesi invernali, quasi sempre coperte di neve. ma l'ipotesi più attendibile, è quella che ne attribuisce la derivazione alla voce saracena "Munt Alban" (da cui poi Montalbano).

E' pertanto da ritenersi probabile che un coraggioso commilitone musulmano, a nome Montalbano, sia stato il fondatore.

Il nome "Elicona" fu dato, al monte omonimo, nel 394 a. C. dai Dori, i quali credevano di ravvisare, in quell'altura, l'Elikon greco.

Attorno all'abitato, i monti hanno un respiro ampio e solenne.

I loro profili, le gole ripide e profonde, le valli risonanti di muggiti di mucche e di belati di pecore, i crinali lussureggianti di boschi di noccioli e di castagni, le innumerevoli sorgenti di acqua freschissima e purissima, ci danno talvolta l'impressione di trovarci al cospetto di un paesaggio alpestre.

Ogni forestiero, visitando Montalbano, non può non godere del suo silenzio, della sua quiete, della sua serenità e nello stesso tempo, non può non essere portato a dei pensieri, a delle riflessioni, che però cambiano da un posto all'altro, come del resto cambiano le scene, che si susseguono ad ogni minimo spostarsi, e che aprono l'animo ad un dolce incanto, ad un estatico abbandono, ad un bisogno di evadere dalle scorie della vita quotidiana.

E sta forse in quest'atmosfera di misticismo; sta forse in questo libero colloquio dell'uomo con la natura, il vero, l'autentico fascino di Montalbano, poiché, da qualunque parte si guardi, si godono spettacoli sempre nuovi, si aprono orizzonti spaziosi, estasianti.

Nei vecchi quartieri del paese, come nel quartiere "Serro", gli odori di certi prodotti caseari, che filtrano da certe viuzze scoscese e calde di sole, ci richiamano a serene immagini pastorali di dannunziana memoria, mentre lo spettacolo dei muli, che battono gli zoccoli sul selciato sonoro, ci riporta a lontane visioni di battaglie, su di uno sfondo di cavalli scalpitanti, di falangi alla carica, in un frammisto suono di buccine e di tamburi.

 

indice

 

La Storia

Montalbano sorse in epoca saracena, e precisamente nella prima metà del X secolo.

E' tuttavia ipotizzabile che anche Montalbano come Basicò, e per le stesse ragioni illustrate nelle pagine dedicate a quest'ultima località, sia stato colonizzato, dopo la scomparsa di Abacena, sul luogo in cui oggi sorgono il centro abitato e le frazioni, da gente Tindaritana. Nel 1177, Montalbano divenne terra feudale.

Nel periodo normanno, il paese fu alle dipendenze del Regio Demanio, mentre in età sveva, appartenne a Costanza d'Aragona, prima moglie dell'imperatore Federico II.

Nel 1233, in seguito ad un'insurrezione del popolo, che non vedeva di buon occhio la signoria degli Svevi, l'Imperatore Federico II di distrusse Montalbano dalle fondamenta, e ne mise al bando gli abitanti.

Il paese fu però presto ricostruito, e nel 1262, fu dato da re Manfredi a Bonifacio Anglona, sotto il titolo di contea.

Montalbano conobbe il suo maggiore sviluppo al tempo di Federico II d'Aragona, il quale, affetto da podagra, si recava spesso, seguendo i consigli di Arnaldo da Villanova, chiarissimo medico del tempo, a Montalbano, per curare questa sua malattia con l'acqua della Fonte Tirone, ritenuta validissima per cure del genere, perchè dotata di sostanze oleaginose.

Detta fontana esiste tuttora a 150 metri dall'abitato.

per render più comodo e confortevole il soggiorno montalbanese, il Sovrano aragonese si fece costruire un bellissimo castello, provvedendo a migliorare le fortificazioni arabe e normanne esistenti.

nel 1326, Federico d'Aragona, morendo lasciò Montalbano e il suo territorio al figlio Quartogenito Giovanni, duca di Randazzo.

Dopo la dominazione aragonese, Montalbano conobbe 21 Signori.

Montalbano ha dato i natali al Venerabile Fra Bartolomeo Buccheri, dei Minori Osservanti, figlio di contadini , vissuto circa quattro secoli fa, il quale, nel licenziarsi dai genitori per recarsi in convento, lasciò loro l'impronta del suo piede sopra una pietra, portata dai Montalbanesi, dopo i miracoli da lui compiuti, nella chiesa Madre, e murata accanto all'altare dell'Immacolata, ed il cui ritratto morale, risulta dalle testimonianze contenute nel processo diocesano di beatificazione: amava il silenzio, parlava poco, stava solitario, serbava l'incognito, era pronto ed obbediente; all'Arciprete Leonardo Saccone, Parroco del luogo dal 1645 al 1657, dottore in Teologia, autore della "Hesplanazione", insigne predicatore, ammirato dai maestri della Sorbona e dallo stesso Mongitore, che lo chiamò "dotto e santo"; all'avv. Placido Di Fiore, di nobilissima e ricchissima famiglia oriunda dalla Spagna, che nel 1644, fondò la Pia Opera del Peculio, oggi Monte Agrario Di Fiore;; al dott. Antonino Mastropaolo, di nobile famiglia oriunda dai Conti di Brienne, Ministro Segretario di Stato presso S.A.R. il conte di Siracusa e chiamato per i suoi altissimi meriti, "L'Aristide Siciliano"; all'avv. Benedetto Cernuto, cavaliere della Corona d'Italia, e per due volte, sindaco del Comune, il quale fece dono al paese di un teatrino, fatto costruire a sue spese nel 1856, che rappresentò un segno di progresso per l'abitato e che per circa un secolo, fu mezzo di svago per la popolazione; a padre Bonaventura Aloisio, della Compagnia di Gesù, che svolse intensa attività missionaria nell'isola di Sira, e a Costantinopoli; al dott. prof. Gaetano Parlavecchio, insigne chirurgo, fra i primi ad operare sul cuore presso l'Università di Palermo agli inizi del corrente secolo, il quale lasciò tutto il suo vistoso patrimonio al Comune, per la creazione di una Fondazione Culturale.

Fra i Montalbanesi di spicco di epoca più recente, segnaliamo: l'avv. Giovanni Mobilia, il quale, sebbene per breve tempo, tenne la carica di sindaco; l'avv. Domenico Chiofalo, uno dei sindaci più simpatici ai Montalbanesi; il prof. dott. Salvatore Rotella, sindaco per varie legislature, il quale legò il suo nome alla realizzazione della Rete Fognaria, Padre Alberto Mobilia, del Terz'Ordine regolare di San Francesco, per due volte Ministro Provinciale, il quale si distinse per le sue non comuni capacità organizzative, e sopratutto per il suo alto senso della missione sacerdotale; l'Arciprete Carmelo Seminara, il quale, anche se non nativo di Montalbano, molto s'adoperò per questo paese, al quale dedicò le sue migliori energie, specie nel campo dell'educazione e dell'istruzione dei ragazzi, di cui fu per lunghi anni, insegnante di Religione.

Montalbano vanta anche l'avv. prof. Francesco Faranda, di nobile famiglia, illustre penalista, docente universitario, autore di numerose pubblicazioni, fu chiamato per la riforma dei Codici Penali a Parigi, a Bruxelles, a Dusserdolf, ed a New York.

Il nome dell'avv. Faranda rimane leggendario non soltanto fra gli intellettuali, ma anche fra il popolino, il quale ricorda con orgoglio le battute, le parabole, le facezie, di cui egli spesso si serviva, per vincere i processi più gravi.

 

 

indice

Arte e cultura

Monumenti - Nei pressi del castello, quasi a stabilire armonia di linee architettoniche fra la semplicità delle case e la maestosità dell'antico maniero, è la chiesa Madre, del 1646, dedicata a San Nicolò da Bari.

nell'interno, oltre ad alcuni quadri antichi, appesi alle pareti, ad ornamento di certi altari, e ad un armadio settecentesco, con motivi rococò e con volute fogliformi, custodito in sagrestia, notiamo. i capitelli di stile dorico e corinzio, scolpiti da Antonio Lembo di Novara di Sicilia; il baldacchino ligneo dell'altare maggiore del 1737, dello scultore Francesco terranova di Sant'Angelo di Brolo; la statua e i bassorilievi marmorei di San Nicolò da bari, lavori del 1587, attribuiti a Giacomo Gagini, un bassorilievo della Samaritana al pozzo di Giacobbe, del 1680; due Crocifissi, opere di scultori d'età barocca, una tela del 1843, di Gaetano d'Angelo, raffigurante il già citato arch. Leonardo Saccone.

Poi c'è la chiesa di San Domenico, del 1622 (ora Santuario della Madonna della Provvidenza, nel cui interno si conserva, fra l'altro, la bella statua lignea della Vergine titolare, del 1730).

La Madonna della Provvidenza è molto venerata dai fedeli del luogo, per alcuni prodigi, compiuti nei secoli scorsi.

Per questi fatti miracolosi, la statua della Santa Patrona e Protettrice del paese è oggetto, specie da quando la chiesa in cui Essa è custodita è stata elevata a Santuario, di notevole richiamo di popolani, che da paesi vicini e lontani, in devoti pellegrinaggi di amore e di fede, accorrono spesso, a Montalbano, per rendere omaggio alla Vergine miracolosa, e nello stesso tempo, per implorare grazie e benedizioni.

Più modeste ma più antiche, le chiese dello Spirito Santo (1310), e di Santa Caterina d'Alessandria (1393).

In quest'ultima chiesa si conservano pregevoli dipinti, fra cui una "Cena Domini" della scuola di Guido Reni, e la bellissima statua e i bassorilievi marmorei della Vergine e Martire Alessandrina, opere scolpite nel 1530 da Antonello Gagini.

Un'altra chiesa antica, era quella tricora, del XIII secolo, che sorgeva in contrada Monacale, e che custodiva una statuetta in alabastro della Madonna del Salterio, vero capolavoro dell'arte classica gotica.

Di questo tempietto non restano che ruderi.

Belli, lungo la via Mastropaolo, i portali delle case Ballarino e Miligi, bello anche, nella piazza principale, il monumento ai Caduti (una pregevole opera in marmo, raffigurante un Angelo che bacia un soldato morente).

Infine abbiamo il Castello, fatto costruire, come si è detto, dal re Federico II d'Aragona, costituisce il monumento più ragguardevole di Montalbano.

L'edificio conserva poche delle strutture interne, andate in rovina nel secolo corrente.

Esiste ancora, nel suo interno, una cappella con cupola di stile bizantino, e con segni di pregevoli affreschi. Al centro di essa, davanti all'altura, si nota un sarcofago in pietra, dove si vuole fossero i resti mortali di Arnaldo da Villanova, illuminato medico di fiducia, ed amico e consigliere del grande monarca Aragonese.

Recentemente l'edificio è stato sottoposto a lavori di restauro e di conservazione, e sebbene rinnovato nelle strutture esterne, mantiene ancora la fisionomia di antico Maniero.

I lavori, resisi necessari per garantire la sopravvivenza del Maniero, che minacciava da anni di andare totalmente in rovina, sono stati realizzati per il fattivo interessamento del sindaco Giuseppe Rotella.

 

 

Zone Archeologiche - 

indice

Manifestazioni

Riti della Settimana Santa; 

Venerdì Santo; festa di S. Barbara (9-10 agosto); 

Festa patronale della Madonna della Provvidenza (22-25 agosto).

 

Il Venerdì Santo di ogni anno, ha luogo, a Montalbano, la cosiddetta "Discesa" 8una manifestazione che si perpetua da secoli, in un'atmosfera di raccoglimento e di fede).

La processione parte dalla chiesa Madre nel tardo pomeriggio, con in testa un gruppo di Angioletti bianco vestiti. Seguono la veronica e le Pie Donne, vestite di nero; le Confraternite, con le candele spente; i Giudei, con elmo e lancia, e con gli sgargianti costumi dell'epoca messianica; gli Apostoli con la tunica bianca, che portano la bara di vetro del Signore Morto, vuota.

Il mesto corteo si muove lentamente in direzione di Monte Calvario; e quando giunge alla sommità dell'altura, dopo aver percorso una ripidissima salita, si assiepa, assieme ai fedeli, sulla spianata, per ascoltare il discorso di circostanza, che il Frate cappuccino, ai piedi delle tre Croc9i illuminate, pronuncia.

Dopo l'orazione alcuni Apostoli staccano il Cristo Morto dalla Croce di mezzo, lo avvolgono in un bianco lenzuolo, e lo depongono nella bara di vetro.

Intanto sopraggiunge la sera, e la processione, dopo essersi ricomposta, scende dal colle, al mesto suono della musica, e procede al lume delle candele, fino a raggiungere la chiesa Madre, da dove riparte, con l'aggiunta di alcune "varette" illuminate ed adorne di fiori, sfilando per le principali vie del paese, fino a notte inoltrata.

 

 

indice

Prodotti Tipici

Agricoli: Uva, cereali, castagne, noci, nocciole, frutta secca, prodotti caseari( caciocavallo, provole).

indice

Trasporti

Autolinee: Catania, Messina, Patti.
Ferrovia: A Km. 28 stazione di Novara M. F. (linea Palermo - Messina).

 

 

indice

Numeri Utili

Municipio:

p. Plazo Municipale - tel. 0941-979120 - fax 679597.

 

Postali:
v. Messina - Braidi - tel. 0941-676004.

 

Guardia Medica:
v. Giardino, 34 - tel. 0941-679362

 

Carabinieri:
Comando stazione, v. Libertà - tel. 0941-679937.

 

 

indice

 

News

 

 

indice