Associazione tutela del patrimonio storico della Val Divedro
Vecchi documenti
- Convocazione della Guardia-fuoco
Fedele Gatti, 17/4/1884
- Originale
certificato di nascita di Alleoli Maria del 26/10/1892 in Varzo
- Cosiderazioni sulle
commemorazioni per il centenario del Traforo del Sempione
- Le alluvioni di
San Giovanni
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Un esempio di quanto si puo' ricavare da un apparentemente banale pezzo di
carta.
Un curioso documento del primo dopoguerra, 1921: l'intestazione della polizza era
"Societa' di Mutua Assicurazione del bestiame
bovino fra gli Allevatori del Comune di Varzo, Polizza di Assicurazione pel Socio Sig Gatti Fedele".
Numero, nome, valore di stima dei due animali assicurati, una chiamata
banalmente Piccola, l'altra di tre anni, quindi classe 1918, dal nome
patriottico Gorizia, nome al tempo noto per il bombardamento e la
liberazione.
Il premio di assicurazione era pari all'1 % del valore di stima.
Considerando l'inflazione Istat, il valore di stima di Gorizia di 3750 Lire,
andrebbe moltiplicato per 1.500, dando 5.625.000 lire attuali, o circa 2.900
Euro. La stalla con lunga mangiatoia, selciato e canale di scolo, ancora
esistente nel nucleo storico di Durogna (o Lüvrogna), conservata integra
come all'origine, poteva contenere 5 capi.Orientata sud-nord, due finestrini
alle estremita' garantivano l'aerazione; sopra, al solito, il fienile.
Fedele Gatti, e' gia' stato ricordato nel 2003 sul Risveglio come uno dei
primi membri dei pompieri, o Guardia Fuoco, nel 1884; la sua famiglia,
abitante per secoli sul luogo, aveva anche dato nome alla sovrastante
frazione Casagatti.
Durogna e' quella frazione di Varzo al termine della Via Crucis o Calvario,
oggetto di qualche recente articolo sul Risveglio sullo spostamento delle
antenne ripetitrici. Nei secoli passati densamente popolata, ora una sola
famiglia vi abita per la maggior parte dell'anno.
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Incuriosito dalle origini del gergo di Varzo, del quale l'ex sindaco di
Varzo Piero Piretti e' un fine dicitore, ho avuto la fortuna di ricevere
dalla professoressa Florinda Morisetti ( autrice nel 1974 di una tesi di
laurea dal titolo "Commento a relitti folklorici della valle Divedro") un
manoscritto compilato da Vittorio D'Avino per il padre Albino,
"Glossario gergale ossia gergo dei calzolai e dei lattonieri varzesi" , che completa i
vocaboli del Savaglio. Allegata copertina e pagina su cibarie e utensili
casalinghi. Esempio "leiza" per acqua, comune in quasi tutti i gerghi,
"strubi" per pane, testimoniato anche dall'Alvazzi.
Inoltre le preziose informazioni di Guido Pedrojetta, docente di
dialettologia all'Universita' di Friburgo, mi hanno portato a conoscere
l'originale studio pubblicato nel 1932 su Italia dialettale da Gianfranco
Contini, ed ad accedere ai documenti del Centro di dialettologia e di
etnografia di Bellinzona. Infatti un secolo fa, fu condotta una ricerca sui
dialetti della Svizzera Italiana, che porto' a raccogliere tre milioni di
schede, riguardanti anche parecchi siti ossolani confinanti. In questo
momento 20 ricercatori stanno sistemando le schede nel Vocabolario (ora
giunto a Carnevale). Il problema era capire quanto il "gergo" fosse una
creazione originale (infatti pochissimi vocaboli sono riportati nel
monumentale studio di Ernesto Ferrero "Dizionario storico dei gerghi
italiani") , e quanto fosse semplicemente derivazione dal dialetto locale e
da quelli limitrofi. E gentilmente la signora Giovanna Ceccarelli del Centro
mi ha permesso di accedere al prezioso
"quaderno fonetico di Varzo" ,
compilato dal ricercatore Cerutti Giovanni, nato nel 1855 a Domodossola.
Questo documento fondamentale anche per ricerche sul dialetto varzese,
testimonia la situazione del dialetto 100 anni fa, e una verifica attuale
conferma che la maggior parte dei vocaboli esistono ancora e si pronunciano
nello stesso modo. Un esempio dello sviluppo della ricerca e' il vocabolo
"atan", dato come "padre" nel quaderno fonetico, lo stesso nel gergo del
Savaglio, da un antichissimo "atta" presente in numerose parlate anche non
indoeuropee, e non piu' conosciuto ora a Varzo: sarebbe quindi in origine
voce dialettale e non gergale.
Mi scrive inoltre per il materiale a Bellinzona: i nostri materiali
attestano, per la zona in questione, dati per Vanzone, Vogogna, Santa Maria
Maggiore, Crealla e Suna. Le informazioni, tuttavia, sono "sparpagliate"
nello schedario, e l'unica chiave d'entrata e' quella alfabetica, non
geografica. Un lavoro di spoglio di tutte le schedine (3 milioni e oltre)
richiederebbe, temo, settimane di lavoro.
Allegata la prima delle 28 pagine del quaderno fonetico 105, che riporta su
fogli prestampati, le voci dialettali di Domodossola e Varzo (Trasquera e'
menzionata ma non compilata). I vocaboli erano scelti appositamente per
evidenziare differenze di pronuncia, e i segni fonetici non sono standard,
ma facilmente comprensibili. Esempio di vocaboli assonanti: ramo, mano,
piano, rana, casa, naso (guardare l'immagine, perche' la grafia italiana
non rappresenterebbe esattamente la pronuncia).
L'attivita', il personale, e l'orario per il pubblico del centro di
dialettologia di Bellinzona si possono vedere su Internet. Hanno anche in
corso la catalogazione del fondo del fu Roberto Leydi, l'immenso materiale
che il famoso studioso di folklore e musica popolare ha loro lasciato.
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Riportiamo notizie estratte da rarissimi Bollettini del Club Alpino
Italiano. Il vol 3 a pag ix e seguenti riporta l'elenco generale dei 283
soci a tutto marzo 1870: essendo il bollettino stampato in copie pari al
numero di soci piu' quelle da regalare ai club stranieri, potete immaginare
quante poche ne siano rimaste. Tra deputati e senatori del regno, nobili,
professori, ingegneri, soci prestigiosi come John Ball, barone Bettino
Ricasoli, deputato, cav G.Schiapparelli, direttore Osservatorio Astronomico,
comm Quintino Sella, ministro delle Finanze, ben dieci ossolani: ing
Giovanni Belli (Calasca), Stefano Calpini (Domodossola), cav Giovanni
Gentinetta (Domodossola), avv Antonio Guglielmazzi (Masera), Francesco
Mellerio (Masera), geom Pietro Pirazzi Maffiola (Piedimulera), Giovanni
Protasi (Piedimulera), avv Angelo Rigoni (Domodossola), avv Lodovico Spezia
(Pontegrande), avv Giacomo Trabucchi (Domodossola).
Poco dopo, nel volume V 1870-71, pag 3-35 si trova la relazione della
Riunione degli Alpinisti in Domodossola nel 28 agosto 1870, con 200
convenuti, tra i quali l'abate Gorret. A pag 519 e' riportato l'elenco dei
69 libri appartenenti alla Sede succursale del Club Alpino di Domodossola.
Sul Bollettino nr. 27 , del 1876, a pag 310
e seguenti, relazione sul Veglia del Tenente della 10a compagnia alpina G. Bazeta, con alla fine
la tavola VII, splendida
cromolitografia sul Veglia ,
piu' volte ripiegata, di dimensioni 13 x 80 cm.
L'ormai raro
Bollettino del CAI num 48 , vol XV, del 1881, pubblico' in appendice l'elenco dei
3.585 soci, suddivisi per Sezioni. A quel tempo evidentemente non c'erano ne' problemi di
privacy, ne' leggi al riguardo, anzi era un onore appartenere a un'associazione prestigiosa
come il Club Alpino Italiano e il farlo sapere.
La sezione di Domodossola (con sede in via Galletti 250) fu la quinta ad
essere fondata, nel 1869, dopo
Torino (1863), Aosta, Varallo, e Agordo (il regno d'Italia e' del 1861).
Nel 1881 contava 88 soci, e le cariche direttive erano:
Presidente Guglielmazzi cav. avv. Antonio
Vicepresidente Calpini cav. avv. Stefano
Tesoriere Porta Antonio
Segretario Levatelli geometra Pier Ambrogio
Direttori Savaglio Della Colla Giorgio
Tabacco Pompeo
Cavalli notaio Giacomo
22 soci erano di Domodossola (tra i quali vi era il prof. Federico Ashton,
noto pittore), qualcuno sparso in Italia, il resto delle valli, e 5 di
Varzo, precisamente:
Allasia Gabriele, citato come Gabriel Alasa, socio fondatore della Sozieta'
Alpina Dverona, nel discorso di inaugurazione del Rifugio Monte Leone, nel 17 agosto 1884
Castelli dott. Giovanni (vedi nome del viale dal centro alla Stazione)
Mollo Pietro fu Agostino, comandante del Drappello Guardie-Fuoco nel 1884
Valdo Giovanni di altro (poi emigrato a Parigi, gia' proprietari del villone
a Cattagna, a sinistra prima della chiesa, che aveva le decorazioni in
ghisa)
Zanalda Giorgio (famiglia poi proprietaria dell'Albergo Tronconi)
Un altro possibile varzese potrebbe essere il "Savaglio Della Colla
Giorgio", da identificarsi con il Giorgio Savaglio autore a Masera nel 1911
del libretto "Vocabolo del Dvarun" (Della Colla dovrebbe riferirsi alla
frazione di Varzo ancora dello stesso nome), nato a Varzo il 28.2.1862 da
Savaglio Giuseppe e Paggi Giuseppina. La piu' bella casa de La Colla, ora
in fase di ristrutturazione, e' chiamata villa Savaglio.
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