SUOLO | ||
SINTESI DEL QUADRO LEGISLATIVO ATTUALE SULLA DIFESA DEL SUOLO |
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La
normativa del settore suolo è incentrata sui seguenti temi: ·
aree
protette ·
bonifica
di siti inquinati; ·
boschi
e foreste; ·
cave
e torbiere; ·
difesa
del suolo; ·
zone
umide. Scheda
informativa Legge 18 Maggio 1989 n°183 Indice tematico delle leggi settore suolo Aree
protette
- Prima dell'ultimo conflitto mondiale la tutela del paesaggio era
realizzata dallo Stato attraverso la creazione, con specifici atti
legislativi, di parchi nazionali e con l'apposizione di vincoli
paesaggistici su determinate zone del territorio nazionale. Bonifica
di siti inquinati
- Il Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997 n°22 definisce, all'art.17, le
procedure per stabilire i limiti di accettabilità della contaminazione
dei suoli, delle acque superficiali, delle acque sotterranee in relazione
alla specifica destinazione d'uso dei siti; le procedure di riferimento
per il prelievo e l'analisi dei campioni; i criteri generali per la messa
in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati
non chè per la redazione dei progetti di bonifica. Possiamo
così riassumere la struttura della norma:
La
diretta conseguenza dell'applicazione della norma è che gli oneri
finanziari necessari a sostenere gli interventi di risanamento ambientale
finiscono per gravare sulla parte pubblica, con esigue possibilità di
esercitare efficaci azioni di rivalsa e di recupero delle spese sostenute,
dato che moltissime situazioni di inquinamento rilevate nel territorio non
sono riconducibili ad un soggetto determinato vista la grande diffusione
di attività abusive ed illecite. Boschi
e foreste
- La legislazione italiana sugli incendi boschivi si basa sulla Legge
Quadro 1 Marzo 1975 n°47. Ciò che emerge è la diarchia, decisamente
marcata, tra i compiti del Ministero dell'Interno (CNVVF) e l'ex Ministero
Agricoltura Foreste (ora MIPA) con il CFS. Cave
e torbiere
- Le cave rappresentano un notevole fattore di deterioramento ambientale
del territorio. Fino alla sentenza della Suprema Corte le cave erano
rimaste praticamente in uno stato di estraneità rispetto alla Legge 28
Febbraio 1985 n°47 (Norme in materia di controllo dell'attività
urbanistico-edilizia, sanzioni recupero e sanatoria delle opere edilizie)
esistendo la procedura autorizzativa regionale. La Suprema Corte, con la
sentenza, ha sancito che le cave rientravano nel regime della concessione
sindacale e le violazioni rappresentano reato. Difesa
del suolo
- La Legge 18 Maggio 1989 n°183 si pone lo scopo di "assicurare la
difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e gestione del
patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale,
la tutela degli aspetti ambientali ad esso connessi". Zone
Umide
- Con questo termine tutto un insieme di particolari habitat (stagni,
paludi, bacini naturali ed artificiali, aree marittime, piccoli e grandi
laghi, delta ad altre aree ancora). Macrosettore SUOLO Scheda informativa Legge 18 Maggio 1989 n°183. Testo della Legge Inquadramento generale La Legge 18 Maggio 1989 n°183 si pone lo scopo di "assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruzione e gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad esso connessi". Lo strumento per ottenere tali risultati è il Piano di Bacino "strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa, alla valorizzazione del suolo e la diretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato". Criteri per la redazione dei piani di bacino I criteri per la redazione dei piani di bacino sono precisati dal D.P.R. 18 Luglio 1995, ove sono indicate tre fasi che, anche se da non realizzare necessariamente in sequenza, vanno correlate tra di loro in un processo interattivo. Nella prima fase si devono raccogliere e riordinare le conoscenze esistenti sul bacino; nella seconda vanno individuate le situazioni di squilibrio ovvero le situazioni di rischio idraulico, geologico ed ambientale, le insufficenze nella disponibilità qualitativa-quantitativa delle risorse, l'inquinamento delle acque e del suolo. La terza fase più decisamente propositiva, riguarda le proposte di intervento organizzate secondo una scala di priorità; inoltre una documentazione di sintesi dovrà fornire un quadro completo ed esauriente delle situazioni di squilibrio e di rischio riportate su carte tematiche ove saranno anche localizzate le soluzioni progettuali proposte sia distribuite sia puntuali. Carta della vulnerabilità degli acquiferi all'inquinamento - si distingue fra vulnerabilità intrinseca e vulnerabilità integrata di un corpo idrico sotterraneo all'inquinamento. La vulnerabilità intrinseca è definita come la suscettibilità dei diversi sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche e idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un inquinante fluido o idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell'acqua sotterranea. La vulnerabilità intrinseca dipende essenzialmente da tre fattori, il tempo di transito dell'inquinante dalla superficie alla zona satura dell'acquifero, la dinamica all'interno della zona di saturazione e la concentrazione residua dell'inquinante al suo arrivo a contatto con le acque sotterranee. La valutazione della vulnerabilità intrinseca è effettuata raccogliendo ed elaborando un gran numero di parametri idrogeologici, idraulici, chimici, fisici, topografici e climatologici che controllano più o meno direttamente i tre fattori sopra menzionati. I dati sono vagliati con diverse metodologie da scegliere in funzione della morfologia e della idrogeologia dell'area di interesse non chè della copertura e qualità dei dati esistenti. Qualunque sia il metodo impiegato, la valutazione viene restituita sotto forma di cartografia tematica operativa, la carta della vulnerabilità intrinseca. Quando poi vengono introdotti anche gli elementi di pericolosità e di mitigazione esistenti sul territorio, si ha la carta della vulnerabilità integrata, vero e proprio strumento di piano, previsione e prevenzione dell'impatto specifico. Ai metodi per la difesa a tutto campo si affiancano quelli per la difesa di punto, che riguardano la definizione delle fasce di salvaguardia delle opere di captazione. Tali aree devono avere geometria ed estensione legale attraverso i tempi di propagazione di un eventuale inquinante, alla velocità di deflusso delle acque sotterranee e di conseguenza alla tipologia ed ai parametri idrodinamici dell'acquifero, che devono essere valutati sperimentalmente. Quindi le fasce di rispetto sono dei settori delimitati da una curva o perimetro che rappresenta il luogo dei punti ad ugual tempo di ritardo o tempo di sicurezza: ovvero, ogni molecola di acqua, che si trovi lungo il perimetro dell'area di protezione, caratterizzata da un certo tempo di ritardo o di sicurezza, impiegherà quel determinato tempo per giungere ad una delle opere di captazione esistenti, qualunque sia la traiettoria percorsa. La sola esistenza delle fasce di rispetto rappresenta grazie ai vincoli in esse imposte, una protezione di tipo statico evitando l'infiltrazione di eventuali inquinanti al loro interno: questo non garantisce che le opere di captazione non siano raggiunte da un inquinante se questo proviene dall'esterno delle fasce stesse. E' indispensabile perciò anche una rete di sorveglianza che utilizzerà pozzi o piezometri esistenti o appositamente predisposti, aventi la funzione di permettere di segnalare l'eventuale contaminazione prima che questa raggiunga la captazione (protezione dinamica) |
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DIFESA DEL SUOLO |
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Legge Regione Piemonte 5 Dicembre 1977 n°56 | ||
Legge Regione Liguria 28 Gennaio 1980 n°20 | ||
Direttiva CEE 12 Giugno 1986 n°278 | ||
Legge 18 maggio 1989 n° 183 | ||
Legge 18 Maggio 1989 n°183 | ||
Legge 7 Agosto 1990 n°253 | ||
Decreto Legislativo 27 Gennaio 1992 n°99 | ||
Legge Regione Liguria 28 Gennaio 1993 n°9 |
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Legge 5 Gennaio 1994 n°37 | ||
Decreto Ministeriale 4 Febbraio 1999 | ||
COMITATO NAZIONALE PER LA DIFESA DEL SUOLO |
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Legge 18 Maggio 1989 n°183, artt. 6, 26-28 | ||
Legge 7 Agosto 1990 n°253, artt. 14-16 | ||
COMITATO OPERATIVO |
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Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 22 Ottobre 1992 | ||
COMMISSIONE NAZIONALE GRANDI RISCHI |
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Decreto Ministeriale 21 Ottobre 1992 | ||
BOSCHI E FORESTE |
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Regio Decreto Legislativo 30 Dicembre 1923 |
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Regio Decreto 16 Maggio 1926 n°1126 | ||
Regio Decreto 30 Dicembre 1923 n°3267 | ||
Regio Decreto 19 Ottobre 1930 n°1398 | ||
Legge 9 Ottobre 1967 n°950 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 15 Gennaio 1972 n°11 | ||
Legge 1 Marzo 1975 n°47 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 24 Luglio 1977 n°616 | ||
Regolamento
CEE 17 Novembre 1986 n°3528 Attuato da: - Regolamento CEE n°526 del 20 Febbraio 1987 - Regolamento CEE n°1696 del 10 Giugno 1987 - Regolamento CEE n°1091 del 29 Aprile 1994 Modificato da: - Regolamento CEE n°1613 del 29 Maggio 1989 - Regolamento CEE n° 2157 del 23 Luglio 1992 - Regolamento CEE n°307 del 17 Febbraio 1997 |
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Regolamento CEE 30 Giugno 1992 n°2080 | ||
Regolamento
CEE 23 Luglio 1992 n°2158 Attuato da: - Regolamento CEE n°804 del 11 Aprile 1994 - Regolamento CEE n°1727 del 28 Luglio 1999 Modificato da: - Regolamento CEE n°309 del 17 Febbraio 1997 |
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Regolamento CEE 20 Dicembre 1995 n°3062 | ||
Legge 16 Luglio 1997 n°228 | ||
AREE PROTETTE |
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Legge 20 Giugno 1935 n°1251 |
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Legge 5 Marzo 1985 n°127 | ||
Legge 8 Luglio 1986 n°349 | ||
Legge 11 Marzo 1988 n°67 | ||
Legge 6 Dicembre 1991 n°394 | ||
Delibera Ministero dell'Ambiente 2 Dicembre 1996 | ||
Legge 5 Gennaio 1997 n°37 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 8 Settembre 1997 n°357 | ||
Decreto Ministeriale 12 Dicembre 1997 | ||
Legge 8 Ottobre 1997 n°344 | ||
ZONE DI RISPETTO - ZONE UMIDE |
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Decreto Presidente della Repubblica 13 Marzo 1976 n°448 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 24 Maggio 1988 n°236, art.6. | ||
Legge 31 Gennaio 1994 n°97 | ||
CAVE E TORBIERE |
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Regio Decreto 29 Luglio 1927 n°1433 | ||
Legge 30 Luglio 1990 n°221 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 18 Aprile 1994 n°382 | ||
AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO |
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Decreto Ministeriale 14 Febbraio 1997 | ||
Legge Regione Piemonte 9 Agosto 1989 n°39 | ||
Legge Regione Liguria 16 Agosto 1994 n°45 | ||
BACINI IDROGRAFICI - PIANI DI BACINO |
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Legge 18 Maggio 1989 n°183, artt. 10-23, 30, 31 e 35 | ||
Legge 28 Agosto 1989 n°305, art.8 | ||
Legge 7 Agosto 1990 n°253, art.13 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 7 Gennaio 1992 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 18 Luglio 1995 | ||
AUTORITA' DI BACINO |
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Legge 18 Maggio 1989 n°183, art.12 | ||
CARTE GEOLOGICHE |
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Legge 28 Agosto 1989 n°305, art.14 | ||
SERVIZIO GEOLOGICO |
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Legge 4 Agosto 1984 n°464 | ||
Legge 3 Marzo 1987 n°59, art.2 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 19 Giugno 1987 n°306, art.12 | ||
COMPETENZE PER LA BONIFICA DEI SITI INQUINATI |
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Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997 n°22, artt. 18-21 e 55 | ||
BONIFICA DI SITI INQUINATI |
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Legge Regione Piemonte 28 Agosto 1995 n°71 | ||
Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997 n°22, art.17 | ||
Legge 9 Dicembre 1998 n°426 | ||
Legge Regione Piemonte 28 Agosto 1995 n°71 | ||
COMUNICAZIONI E TRASPORTO |
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Decreto Presidente della Repubblica 6 Febbraio 1981 n°66, artt 47 e 48 | ||
FUNZIONI AMMINISTRATIVE |
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Decreto Presidente della Repubblica 24 Luglio 1977 n°616, artt.81, 90 e 91 | ||
SPESA |
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Legge 7 Agosto 1990 n°253, art.31 | ||
Decreto Presidente della Repubblica 9 Ottobre 1997 n°289 | ||
PROGRAMMI DI MANUTENZIONE |
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Decreto Presidente della Repubblica 14 Aprile 1993 | ||
GRUPPI DI RICERCA SCIENTIFICA |
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Decreto Ministeriale 10 Febbraio 1993 | ||
SCHEMI PREVISIONALI E PROGRAMMATICI |
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Legge 18 Maggio 1989 n°183, art.31 | ||
Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 23 Marzo 1990 | ||