PREMESSA           PROLOGO           1 - LA DISFATTA           APOLOGO

APOLOGO.

PRIMO COLLOQUIO FRA MESSER DIO E HOMO SARDUS.
Messer Dio e Homo Sardus siedono su due morbide nuvolette sospese nel cielo sopra Sandalion. Homo Sardus è tutto nudo e, un poco a disagio in quello stato, tiene le gambe serrate e le mani aperte sulle sue vergogne.
Messer Dio fa scorrere compiaciuto lo sguardo fra le sue creature: Sandalion sotto di lui e Homo Sardus al suo fianco. Si vede dal piccolo sorriso che schiude le sue labbra e dal riso degli occhi azzurri che è ben contento della sua opera.
Homo Sardus è invece annoiato e sbadiglia di frequente: dalla terra sotto di lui si leva ancora del vapore e le folate di aria calda, che si alza dall'opera appena uscita dal forno della creazione, lo infastidiscono:
- Messer Dio, quanto tempo ci vuole ancora prima che Sandalion si raffreddi?
- Perché figlio mio? Non ti trovi bene quassù, senza far nulla, ad osservare la mia opera che fra poco sarà tua? - Certo, mi fa piacere, ma sono impaziente di mettermi all'opera io stesso. Questa attesa mi sta stressando. E poi, tutto questo vapore mi impedisce di vedere buona parte della terra e di controllare i risultati del tuo lavoro. Non si può accelerare il processo?
Messer Dio lo guarda con un poco di apprensione, socchiude gli occhi (e tutta una serie di piccole rughe gli si disegnano intorno, a dimostrazione della sua antichità) in segno di meditazione e poi fa un piccolo gesto con la mano destra. Il viso di Homo Sardus si distende in un placido sorriso: la nuova dose di pazienza inserita nel suo DNA ha avuto effetto immediato!
- Oh, ora mi sento meglio, Messer Dio! Mentre aspettiamo che Sandalion si raffreddi, posso farti qualche domanda?
- Certamente, figlio mio! Mi fa piacere che tu ora sia più calmo!
- Già, m'è passata la noia, d'improvviso. E' vero che tu sai tutto, anche il futuro?
- Sicuramente Homo, tutto dipende da me e io ho già in mente come saranno le cose in futuro. Io sono come un ingegnere: ho preparato il progetto in tutti i particolari e quindi conosco la mia opera come se fosse già tutta costruita.
- Allora non mentivano quegli uomini volanti che ho visto due ore orsono, mentre tu eri impegnato a modellare Sandalion con la tua scarpa.
- Oh, bene! Hai già conosciuto gli angeli. Li incontrerai spesso su Sandalion a rifinire il mio lavoro.
- Perché, il lavoro non è ancora finito?
- Momentaneamente è finito, ma ….
- E chi può cambiarlo d'ora in poi?
- Ci sono i diavoli miei nemici e i tuoi figli ….
- I miei figli? E come farò io a fare come te?
- Fra qualche tempo ti darò una compagna con la quale potrai replicare la tua specie. Imparerai da solo come si fa.
- Non potrei avere subito questa compagna che dici? Prima me la dai, prima imparo!
Messer Dio lo guarda di nuovo come poco prima e ripete il piccolo gesto con la mano destra: Homo dimentica la sua richiesta e riprende il suo interrogatorio:
- Cosa faranno i diavoli e i miei figli?
- Faranno numerosi guasti su tutta Sandalion, dal mare alla montagna, dalla foce alla sorgente dei fiumi, e gli angeli saranno costretti ad un'opera continua di manutenzione, per rimettere le cose al loro posto.

SECONDO COLLOQUIO FRA MESSER DIO E HOMO SARDUS.
Passa qualche anno, Sandalion è ormai fredda e Homo Sardus è sceso al suolo dalla nuvoletta. Passa il suo tempo in ricognizione: dal mare alla montagna, dalla foce alla sorgente dei fiumi; vede gli alberi crescere e fiorire; raccoglie i frutti; guarda gli animali camminare, volare, strisciare. Insomma, tutto vede, tutto osserva, con attenzione e meraviglia. Alla fine, di nuovo annoiato, si ricorda delle parole di Messer Dio:
- Messer Dio, mi avevi promesso una compagna. Io ormai ho visto tutto e comincio ad annoiarmi di esser solo.
- D'accordo, Homo Sardus. Domani, quando ti alzerai, andrai alla quercia grande, in fondo a destra, e guarderai fra i rami. Là troverai la tua compagna. La chiamerai Foemina Sarda.
E così fu: Homo trovò Foemina fra i rami della quercia. La guardò ben bene, gli sembrò un poco strana nelle forme, ma, desideroso di compagnia, decise di soprassedere alle sue perplessità e di accettarla così com'era. Tese le mani e disse:
- Ciao, Foemina. Abbassati un poco che ti aiuto a scendere.
- Chi sei tu? Cosa vuoi? Vattene via, piccola bestia pelosa!
- Io sono Homo Sardus e Messer Dio ti ha mandata per farmi compagnia e per fare figli con te.
- Tu sei pazzo! Chi è poi questo Messer Dio? Io non lo conosco e di sicuro non prenderò ordini da uno sconosciuto. Io sono mia e mi gestisco da sola. Ti ripeto, vai via, testone impertinente.
Homo Sardus ritorna dal suo creatore:
- Messer Dio, Foemina Sarda non vuole scendere dall'albero e mi ha mandato via di malo modo.
- Mio caro figlio, devi sopportare. Sappi che mi erano rimaste soltanto due dosi di pazienza ed entrambe ho dovuto adoperarle con te. Foemina Sarda non ne ha ricevuto e quindi si spazientisce facilmente. Tu devi darle sempre ragione e trattarla dolcemente, altrimenti non avrai mai figli ai quali lasciare Sandalion. Torna da lei e sii gentile e sottomesso. Vedrai che verrà giù.
E così avvenne.


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