PLUTONE        

E' il più lontano dei pianeti del Sistema Solare. La sua distanza dal Sole è di 5.900 milioni di Km e compie intorno a quest’ultimo un movimento di rivoluzione (anno plutoniano) che dura 248 anni terrestri. Sul suo asse gira (giorno plutoniano) in 6 giorni e 4 ore terrestri. Stime attuali indicano che il suo diametro misura circa 2.200 Km, mentre la temperatura superficiale si aggira sui -200 °C.
Plutone fu scoperto per caso. Nel 1930 C. Tombaugh, astronomo dell’Osservatorio di Flagstaff in Arizona, sviluppando delle lastre fotografiche della regione circostante la stella Delta dei Gemelli, notò un piccolo tratto, una lineetta mai vista prima. Non poteva essere una stella, la cui immagine sarebbe stata un puntino, ma un corpo celeste mobile tra le stelle: un nuovo pianeta al quale fu dato il nome di Plutone(*).
La sua presenza, a dire il vero, era stata già sospettata a causa di certe perturbazioni(**) prodotte all'orbita di Urano, non dipendenti dalla presenza di Nettuno, e quindi gli astronomi pensarono a un nono pianeta ancora da scoprire(***). Il satellite di Plutone, Caronte(****), fu scoperto nel 1978 da J. Christy, astronomo del U.S. Naval Observatory, e ha un diametro di circa 1.200 km, quindi non molto diverso da quello del pianeta. L'orbita del satellite è quasi perpendicolare a quella del pianeta, mentre per tutti gli altri essa è parallela.

(*) Plutone era il Dio greco degli Inferi, dell'Oltretomba, dei Morti. Il pianeta si chiama così proprio perchè è quello di confine del sistema solare, immerso nel buio, lontano e diverso dagli altri pianeti.
(**) Come si scoprono le perturbazioni nelle orbite dei pianeti? Il processo mentale è piuttosto semplice: noti tutti i parametri astronomici, il problema diventa meccanico. Si conosce la traiettoria, la velocità, la posizione, la distanza dagli altri pianeti, ecc. Si eseguono dei calcoli e dopo qualche tempo si va a verificare se il corpo celeste si trova dove il calcolo aveva predetto. Se la posizione osservata corrisponde a quella calcolata, il problema è risolto, altrimenti si fanno delle correzioni sui parametri e si ricomincia da capo. Il processo continua sino a quando calcolo e osservazione coincidono. Se le osservazioni, dopo numerose prove di diversi astronomi, non coincidono con i calcoli è possibile fare due ipotesi: 1) i parametri sono completamente sbagliati, e ciò è escluso da almeno un secolo; 2) c'è qualcos'altro di sconosciuto che influenza l'orbita in studio. Ecco allora la caccia al nuovo corpo celeste, fra migilaia di stelle e altri oggetti, che si è concluso qualche volta solo con la fortuna, come in questo caso. La verifica finale è sempre legata al tempo: per controllare l'orbita di Urano ci vogliono 84 anni, per quella di Nettuno 165 e infine per Plutone ce ne vogliono 248. Ma ogni orbita è diversa perché le posizioni reciproche dei pianeti variano con continuità e quindi il processo conoscitivo, almeno per i pianeti più lontani, continua ancora oggi, anche se con minore difficoltà grazie all'uso dei satelliti artificiali e del telescopio spaziale.
(***)Per la sua natura e la sua posizione sembra estraneo al sistema solare originario. La sua orbita si incrocia con quella di Nettuno ed è molto allungata. E' probabile secondo alcuni studiosi che appartenesse ad un altro sistema, e sia stato catturato in una fase di "scontro" fra stelle. Negli ultimi anni si è pensato che ci sia un decimo pianeta, ancora più lontano e meno luminoso di Plutone (Other nella mappa del sistema solare). L'ipotesi nasce ancora una volta dal sospetto di perturbazioni dell'orbita di Plutone. Se si pensa però che sino circa al 1990 il calcolo dava per questo pianeta un diametro di almeno 5.000 km, si capisce quale difficoltà sussista nel trovare un corpo celeste ancora più lontano e forse ancora più piccolo.
(****) Caronte, all'ingresso dell'Inferno, traghetta le Anime aldilà del Lete, il fiume dell'oblio.
Caronte, come detto, ha un diametro pari a circa la metà di quello di Plutone e la distanza fra loro è di soli 19.000 km, cioè soltanto 8 volte il diametro di Plutone. Di conseguenza il pianeta e il suo satellite si comportano come se fossero un solo corpo celeste. In queste condizioni, se su uno dei due ci fosse un liquido o un gas l'altro glielo strapperebbe, o meglio se li scambierebbero continuamente. Per confronto ricordiamo che il diametro della Luna è circa 1 / 4 di quello terrestre e la distanza è 30 volte il diametro della Terra, eppure la Luna è in grado di sollevare le maree.