ORBITE
ORBITA DI UN SATELLITE ARTIFICIALE        

Lo studio delle orbite dei satelliti artificiali presenta numerosi problemi: accenniamo a due di essi.
PRIMO: la traiettoria non può essere rettilinea in quanto sia la Terra (origine dello "sparo") che l'obiettivo (se si tratta di raggiungere o avvicinare un altro corpo celeste) sono in movimento. Supponiamo di voler sparare ad un uccello in volo da un treno in movimento: dobbiamo calcolare la futura posizione dell'uccello tenendo conto della sua velocità, dello spostamento laterale dovuto alla velocità del treno, dell'attrazione terrestre sul proiettile. La triettoria del proiettile risulta curva verso la coda del treno e curva verso il basso. Nello stesso modo il satellite artificiale deve raggiungere una data posizione tenendo conto dell'attrazione terrestre e di tutti gli altri corpi celesti, anche se distanti.
SECONDO: il combustibile che alimenta i motori. Non può essere troppo perché renderebbe difficile il lancio, né poco altrimenti non si potrebbero eseguire manovre di correzione durante il percorso. Si approfitta allora delle attrazioni gravitazionali che al punto precedente erano un disturbo. L'avvicinamento ad un corpo celeste non significa per forza caderci dentro: se l'angolo di avvicinamento è al disopra di un dato valore, la massa accelera avvicinandosi, passa ad una certa distanza e poi si allontana. In pratica l'oggetto aumenta di velocità senza spendere combustibile (questo effetto solitamente viene indicato come "effetto fionda"). Alla fine, se il viaggio è lungo, questo effetto può essere usato più volte per cui la traiettoria effettiva può essere variamente intrecciata. Talvolta addirittura al satellite vengono fatte effettuare alcune orbite molto ellittiche intorno alla stessa Terra.